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Oggi non sono dovuta andare a lavoro, è il mio giorno di riposo. Quindi ho deciso di sfruttare questa giornata libera per conoscere meglio Genova.

Per me è stata una grande tristezza abbandonarla, e adesso voglio coprire ogni centimetro quadrato di questa città.

È la città in cui sono nata, e in cui sarei voluta crescere, se le cose fossero andate come avrebbero dovuto.

Milano non è proprio la città per me. D'inverno, la nebbia invade le strade, mentre d'estate il sole le rende impraticabili.

Genova non ha un clima così instabile. Ma la cosa più importante, che Milano non ha, è il mare.

Sono sempre stata innamorata del mare, anche se di fatto non ho mai imparato a nuotare.

Quale modo migliore di conoscere la città se non con una corsa mattutina?

Le cuffiette nelle orecchie, e il passo svelto mi accompagnano in questa gita.

La musica mi sprona a correre sempre più forte, e alla fine non mi rendo conto di aver fatto più di tre chilometri.

Ma sono arrivata davanti al mare.

Il mare è calmo, e ci sono già parecchie persone negli stabilimenti pronte per fare il bagno.

Scendo le scalinate, e finalmente raggiungo la sabbia già rovente a causa del sole.

Corro lungo il bagnasciuga, e mi sento in pace in mezzo alla brezza marina.

Ad un certo punto sento qualcuno urlare, così mi fermo e tolgo una cuffietta per capire meglio.

"Aurora!"

Mi giro alle mie spalle, e vedo Mario almeno dieci metri dietro di me, sventolare le braccia per farsi notare.

Mi avvicino verso di lui e lo vedo sorridere.

Ha una mano davanti al viso, per ripararsi dal sole e mi fa quasi ridere vederlo con gli occhi semi socchiusi a causa della luce.

"Che ci fai qui? Sei lontana da casa."

"Ciao Mario." Sorrido. "Ma veramente ho fatto una corsetta, per ambientarmi. Tu invece?"

"Oh sono qui con Cecilia." Dice girandosi dietro, e solo a quel punto riconosco la bionda alle sue spalle.

La saluto con un gesto della mano, mentre accenna un sorriso.

"Beh io ritorno a casa." Dico controllando l'orario. "Ho un bel po' di strada da fare."

Mario annuisce.

"Stasera esci con noi?"

Scuoto la testa, ma non mi sento nemmeno di spiegargli il motivo.

"Allora ci vediamo in palestra, fatti sentire però!" Esclama ed io accenno un sorriso.

Saluto Mario, poi Cecilia, e dopo ricomincio la mia corsa ripercorrendo i passi di prima.

Una volta arrivata a casa, mi fiondo subito in doccia. Ho sempre avuto l'abitudine di canticchiare sotto l'acqua, è ciò che mi rilassa di più al mondo.

Sento il campanello suonare, e sbuffo, visto che ha interrotto il mio concerto privato. Mi precipito a rispondere al citofono.

"Chi è?"

"Sono io."

"Ma io chi?"

"Andrea, scema."

Rido, perché lo stavo prendendo in giro, ma la sua voce l'avevo riconosciuta subito.

MAI PIÙDove le storie prendono vita. Scoprilo ora