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Non è stata proprio la migliore scelta che potessi fare, farlo salire a casa. Un po' perché non volevo creare ulteriori problemi tra Mario e Cecilia, un po' perché sentivo di fare un torto a Andrea.

Non dovrei sentirmi in colpa se vedo Mario solo come un fratello.

Giusto...?

Io e Mario siamo entrambi seduti al tavolo, in balcone, con una birra fresca in mano. La televisione è spenta e c'è silenzio in casa, ma le sigarette che abbiamo fra le dita sono accese.

"Ci siamo conosciuti per caso, in discoteca." Accenna un sorriso amaro. "È stata lei a venire da me."

Lo ascolto in silenzio.

"Non è stato un colpo di fulmine." Scuote la testa. "Ci siamo trovati bene, tutto qua. Ma la luna di miele è finita da un po'."

"Sento come se mi stesse allontanando da tutti." Comincia a lamentarsi.

Mi giro verso di lui, portando una gamba al petto.

"Forse è solo insicura." Azzardo io, ma scuote subito la testa.

"No, è subdola." Mi guarda dritto negli occhi. "È gelosa, ma lei è tutto meno che una santarellina."

"Perché dici così?" Guardo Mario confusa.

"Perché un mese fa l'ho vista baciarsi con un altro, lei nemmeno lo sa."

"E non le hai detto nulla?"

Mario scuote la testa. Vorrei capirne le ragioni, ma non vorrei girare il dito nella piaga.

"Non sento nemmeno rabbia, o cose del genere. Penso di non amarla più."

Non so perché, ma il cuore prende a battermi più velocemente del solito.

Le nostre sigarette finiscono nel posacenere, e non accenno a dire niente.

"Tu e Andrea?"

"Io e lui cosa?"

"Oggi vi ho visto distaccati."

"Mica siamo fidanzati." Ribatto ridendo. "Non c'è niente tra di noi."

Vedo il suo guardo cambiare.

"Guarda che hai messo Andrea k.o. con quattro giorni che ti conosce."

Andrea mi ha lasciato intuire più volte che non fosse intenzionato a lasciarmi perdere, finché il mio no non sarebbe diventato sì.

"Gli ho detto che non voglio una relazione, e che comunque non potrei dargli quello che merita."

"Beh se smettessi pure di baciarlo."

Scoppio a ridere.

"È lui che mi bacia, ma dovrei tirarmi dietro, hai ragione."

Mario ed io ci guardiamo per un periodo fin troppo prolungato.

"Lui ti piace?"

"È un bravo ragazzo."

"Non hai risposto."

"Non credo."

Le distanze si cominciano ad accorciare tra i nostri volti, senza che ce ne rendessimo conto.

Si sente da fuori il rumore di un tuono che mi fa sobbalzare. Ha iniziato a piovere all'improvviso.

"E adesso come ci torno a casa?" Domanda Mario passandosi una mano sul viso.

"Puoi rimanere qui... A dormire." Dico e mi impiccio con le mie stesse parole. "Puoi dormire in camera mia, dormirò io sul divano."

"Non dire sciocchezze, dormo io sul divano. Già è tanto che mi fai rimanere."

MAI PIÙDove le storie prendono vita. Scoprilo ora