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Ho passato dei giorni infernali, a rimuginare su cosa fosse giusto fare. Mi sono data malata, per non uscire di casa e non incontrare né Andrea né Mario.

Per una settimana, mi sono riletta di continuo quel foglio che ho trovato sotto la porta.

La scrittura è quella di Mario, e di questa ne sono certa.

Ma cosa significa tutto questo? A dove vuole arrivare? 

Finché il gioco regge faccio finta che non mi manchi

E ho fatto finta che non mi mancasse, ma purtroppo non ha funzionato.

Poi qualche giorno fa è venuto a casa Diego. Forse quello che mi sarei aspettata di meno.

Era venuto per invitarmi al suo compleanno, e voleva vedermi visto che aveva saputo che ero stata "male" tramite Elisa.

Alla fine si è fermato per più di cinque minuti, e mi ha parlato di Mario, come pure di Andrea.

Il risultato, è stato confermare quello che io già sospettavo. Io non provo nulla per Andrea. Ma per Mario la musica è ben diversa.

Sono passata alla convinzione, che non sia stato un caso che ci siamo rivisti. Che forse il destino volesse veramente che ci rincontrassimo.

E forse tra di noi c'è sempre stato del tenero. Era bene, finché eravamo piccoli, ma poi è continuato a crescere, fino ad ora. Anche se non lo sapevamo, anche se non eravamo insieme.

Non so dire cosa provo per Mario, ma è tutto fuorchè l'amore fraterno.


"Vieni, ti sistemo i capelli." Dice Elisa con la piastra rovente in mano.

"Ma quindi con Diego?" Domando sedendomi davanti a lei, e la guardo attraverso lo specchio.

"Beh, potrei dire che ci stiamo frequentando, ma in realtà abbiamo saltato gran parte dei convenevoli."

Mi giro verso di lei di scatto, con il rischio anche che mi bruci.

"Siete andati a letto insieme?"

"Beh..." Si fa tutta rossa ed io accenno una risata.

"Lo sapevo, si vedeva dal primo istante."

"Alla fine in un certo senso ci conoscevamo già... Poi è stata una bella casualità incontrarlo a causa tua."

Sono contenta di sapere che almeno a una delle due le cose stanno andando bene.

"Mario non si è fatto vivo?"

Scuoto la testa.

"Dovresti dirgli quello che provi, perchè probabilmente lui prova lo stesso."

Sospiro rumorosamente. Non ho voglia di parlarne, perchè in questi giorni ci ho pensato a sufficienza. Ma non ho pensato solo a Mario, ma pure ad Andrea.

Io e Mario non potremmo stare insieme. Non posso mettermi in mezzo alla loro amicizia e rovinarla.


Finiamo di prepararci, e ci incamminiamo verso casa Germini - Molinari.

Sento il cuore battere velocemente, e l'ansia che comincia a farmi respirare con più fatica.

Ad aprirci la porta è Diego. Già con gli occhi rossi e con chissà quanti shottini in corpo.

"Auguri Diè." Lo stringo in un abbraccio. "Non sapevo cosa regalarti, quindi ti ho portato questa." Alzo la bottiglia e lui si mette a ridere.

"Non potevi farmi regalo migliore."

Entriamo, e non riesco a capire come facciano a tenere la musica così alta. I loro vicini sono forse sordi?

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