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Fare finta di niente davanti agli altri, è più difficile di quanto pensassi. Non riesco a vedere più Mario con gli occhi ingenui e puri di una volta.

La tensione tra di noi continua a crescere, e sfocia in ogni luogo.

Ogni volta che entra in palestra mi rifila un sorrisetto che mi manda la testa in panne.

Mario puntualmente suona al citofono, e quando sale finiamo sempre sotto alle coperte.

È matematico.

"Ciao." Apro la porta con un sorriso, perché tanto so già come va a finire.

Mario non mi saluta nemmeno, ma mi prende in braccio al volo per buttarmi di peso sul divano.

"Dobbiamo smetterla di fare così." Dico tra un bacio e un altro, mentre le mani di Mario continuano a scendere nei miei jeans.

Il motivo per cui io e Mario teniamo segreta la nostra "relazione", è Andrea.

Rimarrebbe sicuramente ferito, ma soprattutto si sentirebbe tradito proprio da Mario. Loro due sono amici da una vita, e mi sento anche in colpa per essermi messa in mezzo a loro due.

"Perchè? E' ancora più divertente." I suoi baci scendono lungo il collo, e poi lentamente verso la mia spalla lasciata scoperta.

Mi mordo il labbro inferiore, mentre Mario continua a togliermi un indumento alla volta.

"Lo so ma non possiamo nasconderci per sempre."

"Parli troppo."

In brevissimo le mie parole vengono sostituite da ansimi.

"Mario." Mi aggrappo alle sue spalle, mentre aumenta il ritmo, segno che sta arrivando al culmine.

Rimaniamo così, mezzi nudi, appiccicati l'uno all'altra, nonostante sia piena estate e a Genova non si respiri.

Respiriamo ognuno l'ossigeno dell'altro.

Mi guarda negli occhi e mi sposta le ciocche ribelli che non riescono mai a stare in ordine.

"Devi andare a lavoro oggi?" Mi chiede ma io scuoto la testa.

"Possiamo stare così pure tutto il giorno."

I suoi baci sono dolci, sono miele ed io sono attratta come una mosca. Siamo due calamite di segno opposto che si attraggono, senza possibilità di separarle.

È questo che si sente a stare bene finalmente?

"Non ho mai scopato così con nessuna." Dice accendendosi una canna.

Mi metto a ridere.

"Non sei niente male neanche tu." Faccio spallucce.

"Non sono tanto male?" Domanda alzando un sopracciglio. "Forse hai bisogno di un'altra dimostrazione."

La mia risata diventa ancora più forte.

Mi alzo dal divano e mi risistemo.

Io non so fino a che punto tra me e Mario si tratti di sesso. Conoscendo entrambi, comunque è meglio andarci con i piedi di piombo. Non vorrei rischiare di affezionarmi, e poi finire abbandonata.

La prendiamo con leggerezza, non pensiamo a cosa siamo, o a cosa potremmo essere.

In questo momento non saprei nemmeno identificare ciò che provo per Mario. So solo che non sono mai stata meglio. Anche se ci vediamo come due clandestini.

Prendo le mie sigarette dal tavolo, e torno a sdraiarmi sul divano, poggiando la testa sulle sue gambe.

"Non ho mai avuto questa chimica con qualcuno."

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