Capitolo 11

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Emily

Un incubo. Ero un attimo uscita per andare a correre....e quando l'ho visto sdraiato che piangeva mi sono sentita morire dentro. Mi sono avvicinata, l'ho aiutato e l'ho medicato. Poi è da un po'...che sta cambiando. Si lascia medicare, mi ascolta, si confida, si fa un po' vedere vulnerabile, ha ammesso di avere una maschera, e che si sente infelice praticamente a causa delle etichette che si ritrova. Questo cambiamento mi piace. Penso sia la prima volta...perché mi destabilizzano a volte. Chissà perché questo che riguarda Leonardo invece no.
E poi non ho capito che cosa siamo. Non saprei dirlo. Fratelli o fratellastri no di sicuro. Ne oggi ne mai. E la cosa mi fa quasi piacere. Ma mi fa un effetto...e non solo perché ci sa fare...ma ha un qualcosa che gli altri ragazzi non hanno. Non lo so...è tutto così confuso. Devo capirci di più.

E poi quello stronzo che l'ha picchiato...ipotizzo sia quello che chiama William. E ha detto che vuole soldi e vuole torturarci. Ed è proprio lì che ripensai ad una persona. Ma era in carcere dopotutto no....?
Ad un certo punto mi arrivò una chiamata. Da un numero sconosciuto. Io non so bene ma sentivo che dovevo rispondere. E così feci.

"Pronto?"
"Bene bene...". Il cuore mi si fermò. Mi si congelò. Avevo già la bara alle mie spalle che mi aspettava. Non avevo la forza di parlare.
"So che sei tu Emily. Non sei contenta di sentire la mia voce?"
"Che...cazzo vuoi?"
"Penso che ti siano già arrivate delle voci scommetto. Quindi sai che paparino vuole dei soldi. Vuole determinate cose che gli spettano."
"Prima di tutto, non sei mio papà. Forse sulla carta. Ma non lo sei mai stato. O per lo meno da quando hai iniziato il gioco d'azzardo non ti riconosco più. Per me tu sei già morto."
"Ti taglio la lingua se ripeti questa cosa. Ricorda. Io so dove abiti. So con chi abiti. E a cosa tieni. Io li voglio i 20.000 euro. E voglio che tu e tua madre ritorniate. O vi merito io o non vi merita nessuno. "

"Prima di tutto non mi zittisci. Non ne hai il diritto. Ne tu, ne nessun'altro. E se mi minacci sei tu nel torto coglione. Lo sei sempre stato. Ti consiglio di smettere di rompere il cazzo. Siamo tutti stufi. Se non la smetti ci saranno conseguenze." Dissi tutto ciò con una certa sicurezza, che non mi apparteneva.
"Sono io che detto le regole. Ho amici mafiosi. Da ogni dove. Ho tanto potere. Ma non è abbastanza. Se io dico una cosa. È quella. Voi siete in debito con me. Ti devo ricordare cos'è successo a tua mamma? Dell'intervento che le ho pagato?"

"Ti devo ricordare il modo in cui hai terminato i tuoi soldi e del tuo cambiamento soprattutto finanziario che hai subito a causa del gioco d'azzardo? Ti devo ricordare...quello che facevi a me e a mia mamma e che poi sei finito in carcere? Tu non sei nessuno per giudicare noi. O per giudicare in generale. Noi non siamo in debito con nessuno. Tutti i soldi che ho sprecato per te per essere la figlia perfetta, te li sei giocati. Ora basta. Sono cazzi tuoi."
"Bene. Allora ti devo ricordare ciò che ho fatto a Leonardo? Quello era solo l'inizio. La prossima chi sarà mai? Non ho paura di nulla lo sai. E ho il potere di fare quello che voglio."
"Vaffanculo. E poi, come hai fatto ad uscire di prigione? Tanto ci rientrerai."
"Che bambina stupida. Io sono uscito per i numerosi contatti che ho. Ma sai. Tutto ha un prezzo. E voi lo pagherete. Ti devo ricordare della tua bellissima cicatrice che hai sulla pancia? O dei lividi che ti ho fatto? E per fortuna che non mi sono spinto oltre eh"

Mi venne paura. Non riuscì più a muovere un muscolo. Ebbi solo la forza di dire un'ultima cosa.
"Va al diavolo. Non ti daremo nulla. Ficcateli su per il culo." E riattaccai.

Buttai il telefono sul letto. All'improvviso iniziai a sudare. Decisi di sedermi per sicurezza. Ma sentì il battito cardiaco che stava aumentando tanto. Avevo le mani che tremavano, e mi stava mancando il respiro. Iniziai a piangere e non sapevo che fare. Le gambe mi tremavano. Sentivo di voler urlare e chiamare aiuto, ma non ci riuscì. Allora cercai di alzarmi e di dirigermi verso la porta di camera mia, ma persi l'equilibrio crollando a terra. Avevo le lacrime che mi rigavano il viso. Non riuscivo a muovermi né a parlare. Poi sentii la voce di Leonardo alla porta.

"Principessa. È tutto ok?"
Non riuscii a rispondere. Ero pallida. Non riuscivo a calmarmi.
"Emily? Vabbè entro." E così entrò e mi vide per terra. Si precipitò verso di me.
"Cazzo Emily, che succede?" Mi prese con delicatezza e mi mise seduta vicino il letto e mi si mise in ginocchio davanti. Mi mise le mani intorno il viso.
"Calmati calmati. Ci sono io. Calmati...va tutto bene."

Quelle parole riuscirò a farmi piano piano calmare e a riprendere colore.

Poi mi asciugó le lacrime sul viso.
Lo guardai in viso. Mi calmai del tutto facendo respiri profondi.

"Grazie...." E presi e lo abbracciai forte. Non so se era la persona più adatta. Ma mi ha salvata...io...non so ancora. Ma avevo bisogno di questo abbraccio.
Lui non se lo aspettava, ma mi accoglie e mi stringe a sé.
Avevo ancora il cuore a mille.

"Vuoi raccontarmi...? Non sono la persona migliore forse per dare consigli o supporto. Ma posso provarci principessa."
"Era mio padre..." Poi collegai tutto.
"Aspetta...la persona che ti ha picchiato...si chiama Aron?"
"Si...o merda. Non dirmi che.." si fa serio.
"O mio dio....no no no! Non può essere!" Mi alzo e in fretta e furia cerco di scappare dalla stanza ma lui mi prende per il braccio, chiude la porta alle mie spalle e mi mise contro la parete del muro.
"Calmati...calmati...spiegami che succede. Ma non reagire così cazzo."
"Va bene... è che non posso crederci che sia lui. E ora che è tornato...ho paura. Ho paura per ciò che mi ha detto. Per quello che potrà dirmi o farmi. O fare a tutti voi.
Non voglio più vederlo...o averci a che fare...ed è colpa anche mia se voi avete anche a che fare con lui..."

"Non è colpa tua. Will e Aron erano colleghi poi. Ma un giorno venne data una premiazione a Will, che Aron desiderava da tanto. E invece di lavorare più sodo, iniziò a trascurare se stesso ed il suo lavoro. Tanto che poi inizia a giocare d'azzardo e...viene licenziato per aver commesso errori imperdonabili. Insomma inizia ad andargli tutto male e quindi volle preparare una vendetta a tutti coloro che gli stanno sul cazzo. Non è colpa tua...se hai...un padre così..."

Io non riuscivo a credere a nulla. Avevo ancora il battito cardiaco accelerato. Ma almeno ero più calma. Dovevo ancora elaborare il tutto.

"Ehm senti. Io devo andare a correre. Devo uscire. Non posso stare chiusa qua. Non ho fame. Non mi va. Tu va a mangiare. Ci vediamo dopo."
"Aspetta. Non ho nemmeno io fame. Vuoi compagnia? Se non la vuoi va bene lo stesso."
Sorrisi.
"Va bene se vuoi venire. Ma non voglio obbligare nessuno. Non so se sarà piacevole,  ti avverto."
"Non preoccuparti. Principessa può farmi tutto quello che vuole  stasera." Sorrise malizioso.
"Sta attento a ciò che desideri principe sul pisello" ridiamo assieme.
"Finalmente ridi."
"Sapientone, dai usciamo."

Ci avviamo di sotto. Dissi velocemente a mia mamma che andavamo a correre. Che non avevo fame. La salutai ed uscimmo.
Iniziai a correre. Lui mi seguì.

~ spazio per il lettore ~
Ciao a tutti! Questo capitolo è più forte forse. O per lo meno si iniziano a capire di più i personaggi.
Tenetevi forte...perché arriveranno altri capitoli, e parecchio interessanti su Leonardo, Emily, Cloe...e...si aggiungerà un altro personaggio di nome Jeremaiah....ma chi sarà mai?🌝
Chi potrebbe mai essere secondo voi?
Fatemelo sapere nei commenti o su insta! Mi trovate come @sunnyyy.writerrr   :)
A presto!

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