Capitolo 8

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Cloe

Entrata nella mia camera mi misi ad ascoltare la musica, ero pensierosa, però, alla fine, riuscii ad addormentarmi lo stesso e la mattina dopo mi svegliai ancora pensierosa. La sera prima, in realtà, non mi sentivo male. Ma solo triste. I nuovi arrivati si stanno già ambientando. Jas sta già facendo amicizia con Emily, Leonardo pensa solo a sé stesso e a fare lo stronzo, William e Cassandra stanno sempre insieme. E alla fine rimango sempre sola.
Già ci ho messo molto ad arrivare dove sono ora.
Ma alla fine non ho guadagnato nulla.
Ma ho fatto per tutti i miei 15 anni così. Ed ora non torno indietro.

Mi misi a guardare Instagram e vidi tre notifiche di tre ragazzi diversi.
Uno era uno sfigato che aveva notato che ero bella e quindi mi scrive. Come dargli torto d'altronde. Comunque lessi che mi aveva scritto "hey ciao, come stai?"
Io risposi "hey, bene ovvio, tu?", mentii. Come facevo sempre a quel genere di domande.
Comunque questo ragazzo era solo uno dei tanti dei miei follower. Non lo conoscevo.

Poi andai a vedere l'altro ragazzo. Lui pure non lo conoscevo. Mi contattava sempre con frecciatine o messaggi erotici. Ma stavolta è andato oltre. Vedo che mi invita a casa sua per una festa. Avrebbe tanto voluto che ci andassi, erano due orette di macchina, e lui sarebbe stato disponibile a prendere la sua moto e portarmi lui, se gli avessi dato il mio indirizzo, cosa che ovviamente non feci. Quindi gli dissi che ero già impegnata quel giorno che andavo in vacanza. Mentii ancora.

Poi vedo la notifica di un altro ragazzo. Io e lui in realtà ci conosciamo. È un mio compagno di classe. Ci parliamo raramente dal vivo. Io sono sempre impegnata a stare con le mie amiche e a gossippare con loro sui ragazzi che fanno atletica nella nostra scuola. E finisco per non calcolarlo mai. Ma era simpatico. Alla fine con lui mi sentivo spesso me stessa. Da poco avevo iniziato a rispondere al suo "hey come stai?" "Potrebbe andare meglio, tu?" Stando onesta. E lui sembrava essere interessato, non mi giudicava mai e non parlava molto in giro. Aveva sì i suoi amici, era comunque riservato e non dava confidenza a tutti, non era tanto palestrato, ma era carino. Era più introverso rispetto gli altri ragazzi  cui ero abituata. Comunque mi sentivo me stessa con lui. Mi aiutava a non perdere il controllo di me stessa. Tutto questo solo quando ci scriviamo.  Non lo sapeva nemmeno, ed io non andrò di certo a dirglielo. Forse un giorno si. Ma oggi no, sicuro.

Comunque alla fine mi propose di vederci io e lui e di parlare. Io gli dico di sì, che magari potevamo andare al parco. E lui accettò ed io iniziai a prepararmi. Per una volta decisi di non perdere troppo tempo a vestirmi e truccarmi. Ci misi solo 15 minuti. Mi feci una doccia veloce, successivamente una coda, mi misi un leggins nero ed una maglia corta un po' larga. Mi infilai le scarpe ed uscii dalla mia stanza per andare ad avvisare papino che andavo al parco per una corsetta, mentii ancora. Ormai mentivo sempre. Nessuno se ne accorgeva. Finivo per diventare sempre più trasparente. E mi provocava sempre un dolore allo stomaco.

Comunque uscii di casa e mi misi a correre verso il parco. Lui era già arrivato ed era seduto su una panchina. Ed io ero già in anticipo di dieci minuti. E quindi mi fece sorridere il fatto che era già lì.

"Heyy sei già qui."
"Hey, ehm sì esatto!", lo vedo alzarsi subito sorridendo e leggermente nervoso.
"Ti va di fare una passeggiata qui attorno, vuoi sederti sulla panchina, o sul prato, dimmi te."
"Ci mettiamo sul prato? Io ho un telo in caso..."
"Ah perfetto, così non mi sporco, ah eh si, siamo più comodi."
"Esattamente. Mi aiuti a stenderlo?"
"Certamente" e così facemmo e ci mettiamo seduti.
"Come stai?" Mi chiese.
"Prossima domanda....?"
"Se preferisci cambiare discorso mi va bene. Ma sappi che puoi fidarti di me..."
Sorrisi guardandolo negli occhi.
"In realtà sono solo pensierosa. Tutto qui."
"A cosa pensi?"
"Alle...mie...paure."
"Tu? Cloe kelly Collins che ha delle paure? Figo"
"Scemo", sorridemmo entrambi. Per qualche ragione pensai che non era ironico, era solo il suo modo per farmi ridere. Non per giudicarmi.
"A parte gli scherzi...di che paure parli? C'entra la tua famiglia?"
Ma perché sembrava che questo ragazzo mi leggesse nel pensiero? Mi ritrovai a sorridere e ad annuire.
"Che succede?" Disse ascoltandomi e mettendomi una mano sulla guancia accarezzandomi.
A quel gesto sorrisi.
" Vedi Lucas... in questi giorni la nostra "famiglia" si è allargata. Sì sono aggiunte Emily e sua madre Cassandra, che sta con William. Io...per come sono fatta ho paura di ritornare ad essere ignorata. Di diventare come il nulla. Te dirai, "ma che strano eh, che sei sempre al centro dell'attenzione", ma tutti mi giudicano senza sapere il motivo. Io sono la più piccola. Ma William da sempre è stato tanto indaffarato sul lavoro. Io cerco la sua approvazione in tutto. Volevo che mi guardasse. Volevo essere la prima. La più brava. Fin da piccola quindi. Ma era spesso impegnato. E mi sentivo di troppo.
Vabbè ma chi me lo ha fatto fare." Dissi e cercai di alzarmi per salutarlo e andare via, ma lui mi prese dai fianchi istantaneamente e mi posizionò sulle sue gambe.

"Aspetta. Prima cosa sei libera di andartene e fare quello che vuoi. Non sei obbligata a rimanere. Ma ti ho detto che non ti giudicherei mai. Che ti ascoltavo. E mi dispiace per quello che mi hai detto. Io sinceramente avevo la sensazione che tu non fossi solo quello che dai a vedere e avevo ragione. Sapevo perché ti vedevo con occhi diversi. E lo faccio ancora..."
"Con occhi diversi?"
"Nel senso che... se stavi male lo percepivo. E che ti sarei venuto ad abbracciare se avessi potuto. Che ho visto come sei quando chiami tuo padre da sola, non come quando sei con le tue amiche. Ma ho conosciuto poco di te. Dico della vera te. E mi piace. E tanto. E quindi vorrei conoscere il resto della vera te."
Mi disse e ancora seduta sulle sue gambe mi accarezzó la guancia ed io sorrisi.

"Della vera me ..." rimarcai quelle parole. "E ti piaccio..? Ma non abbiamo mai parlato dal vivo...io non immaginavo..."
"Si tu mi piaci. Non sono mai venuto a parlarti, perché sentivo che non sarebbe stata una bell'idea. Non per te ma per me. Sentivo che avrebbero riso. Che magari potevi ridere anche tu. Non lo so, è che tutti hanno le proprie insicurezze e le proprie certezze. Io guardavo da lontano. Ma guardavo ed ero presente. E lo voglio essere ancora...ma da vicino...se ti va. E si mi piaci. Ma voglio conoscere ogni parte della vera Cloe.
Capisco che dalla tua parte non ci sia magari tanto. Ma ti propongo una sfida."
"Di che sfida parli?"
"Ci frequentiamo. Ti farò provare tantissime emozioni nuove e tantissime esperienze che devi ancora fare. Prima che finisca l'estate. E quando finirà l'estate, se vorrai la parte due della sfida, te la dirò."
"La parte due?"
"Esatto. Ma ti ho detto che non te la dirò prima della fine dell'estate." Sorridiamo insieme.
"Accetto sì dai" dissi prontamente. Non ci pensai molto su. Lucas era così...dolce con me. A lui importavo veramente. Mi ha sempre dato attenzioni. E io ero troppo impegnata a volerla da persone che non me la davano o che semplicemente non me la davano abbastanza. Stavo sempre a considerare la versione negativa, e non mi concentravo sulle cose belle, che la mia vita mi propone. E quindi per questo decisi di dare una possibilità a Lucas. A quello che si poteva creare. Ma poi capii che non me ne sarei mai pentita, che avevo fatto la scelta giusta. Ma ancora non lo sapevo.

MLui sorrise e poi facemmo una passeggiata sempre lì nel parco e poi mi accompagnò a casa, continuando a parlare del più e del meno.
Quando ritornai a casa mi buttai sotto la doccia e mi vestii per il pranzo e per affrontare quella giornata.

~spazio per il lettore~

Ciao a tutti! Ed eccoci qui con un altro capitolo!
Che ne pensate di Cloe? È davvero solo la ragazza stronza e vanitosa che dice di essere?

E se gli altri avessero ragione? Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora