Capitolo 22

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Emily

Avevo il cuore a mille. So che non dovevo andarci. So quello che ho detto a Leonardo. So che ho sbagliato, che poteva andare a finire male. Ma so che prima di andare, la mia testa aveva solo un unico pensiero. Quale? Beh era la mia famiglia. L'unica cosa di cui avevo bisogno. L'unica cosa che contava in quel momento. Quindi avevo bisogno di temporeggiare, così avremmo ottenuto più tempo per agire.

Prima di andare, peró mi fermó Leonardo per chiedermi dove andavo a quell'ora. Io gli dissi solo che andavo a correre, cercando di risultare il più credibile possibile, ed uscì velocemente. Sentii che lui comunque non mi credeva, ma non doveva sapere dove stavo andando.
Quando mi girai, vidi di sfuggita che stava guardando il suo telefono appoggiato sul divano, e prima era sul mobile, quindi per paura che scoprisse tutto uscì di corsa. Tanto molto probabilmente stava per capire a momenti che io avevo letto il messaggio, convinta che lo stesse chiamando qualcuno, e così non era.
Lui aveva già capito tutto. Ma io dovevo andarci.

Quando vidi Aron sentii il pavimento annullarsi come se nulla fosse. Mi sentivo di poter sprofondare in un abisso, da un momento all'altro. Avevo paura di ciò che poteva accadere.
Quando poi gli avevo dato la metà, recuperati oltretutto con tantissima fatica, vedo che inizió ad urlarmi ed ad alzarmi le mani, insoddisfatto, e cominciai a non capire più nulla, ad avere paura, a sbiancare, ad agitarmi. Ma cercai di mostrarmi determinata, sicura di me stessa e delle mie capacità. Ma forse era solo una balla per proteggermi.

Comunque sia, quando sentii la polizia e vedere Leonardo con dietro Cassandra e gli altri, mi aiutò a tornare sulla terra ferma, nella realtà, e non smisi di pensare che il loro arrivo sia stata la mia salvezza.
Quando poi ammanettarono Aron e lo portarono in centrale per fargli delle domande e poi lo misero in carcere, ho provato un senso liberatorio immenso, e pensavo all'unica conseguenza di quel gesto, ovvero una rinascita. Alla mia. O almeno ci speravo.

Ma non feci in tempo, che mi ritornarono in mente le parole di Aron, "non finisce qui, ricordatevelo" e mi ritornó paura.

Ero andata in cucina solo per bere, poi decisi di andare ma mi fermai davanti al frigo a pensare a quella frase. Sentii poi le braccia di una persona avvolgermi completamente.
Potevo riconoscere quel profumo alle rose anche lontano di un miglio, ma sapevo perfettamente che gliel'avevo regalato per la festa della mamma. E mi ricordavo ancora il sorrisone che aveva stampato sulle labbra. Ma ricordo anche le lacrime, perché si era commossa.
Mi girai e ricambia fortissima l'abbraccio. Ne sentivo la necessità. E lei lo sapeva. D'altronde è ciò che fanno le mamme no? Hanno tante funzioni loro, ma sicuro quella di capire e percepire le emozioni della sua famiglia ed essere presente, era tra quelle.
"Tesoro come stai....?"
"Mamma...ora va meglio che ci siete voi."
"La mia cucciola...ci saremo sempre Emily, lo sai vero?"
"Certo che lo so, ed è reciproco."
"Perché sei andata là così?"
"Perché pensavo che bisognasse temporeggiare. Perché vi vedevo stressati, pure io lo ero, ma la paura di perdervi era qualcosa di troppo forte. Non voglio che accadi mai, quindi ho reagito di istinto."
"Come facevi a sapere dov'era?"
"Aveva... scritto a Leonardo. Lui non voleva andarci. Io però...sentivo la necessità di farlo."
Lei mi abbracciò all'istante. Effettivamente non c'erano bisogno tante parole. Non avrebbero avuto un senso. Per lo meno non di più rispetto quello che avrebbe avuto un abbraccio. Poi la salutai dicendole che avevo bisogno di andare in camera, e così feci. Nemmeno il tempo di chiudere la porta e sdraiarmi sul letto, che qualcuno bussò alla porta. Così andai subito ad aprirla chiedendomi chi fosse.

"Ciao, posso entrare?" A quelle parole me lo ritrovai davanti. Con i suoi capelli neri, quel viso che se anche sembrasse serio si intravedevano delle linee di preoccupazione. Ma non poteva essere...giusto?
Ma risposi immediatamente a ciò che mi aveva chiesto.
"Si certo."
"Senti, cosa cazzo ti era saltato in mente?"
"Quello che era più giusto fare."
"Ma ti senti? Avevi detto che.."
Lo interruppi subito.
"So quello che ho detto. Ma voi siete più importanti. Avrò anche reagito di impulso, ma alla fine voi siete qui. Al sicuro. E lui sotto le sbarre."
"Si, ma cazzo! Potevi morire, lo sai?"
"Almeno si temporeggiava."
"Mi vuoi dire che saresti morta pur di salvare noi principessa?"
"Tu non l'avresti fatto principe sul pisello?"
"Probabilmente."
"E ammetti di essere stata una cretina ad aver agito di impulso così senza nemmeno avvisarmi cazzo?"
"Non te lo dirò. Ma ti ringrazio. "
"Per cosa?"
"Per avermi salvato."
"Si vabbè, l'avresti fatto anche tu, e poi ti abbiamo salvato. Per fortuna ho chiamato la polizia appena ho capito cosa avevi in mente."
"In realtà, non intendevo ciò. Però si infatti non so come ci sarei riuscita oggi...."
"Cosa intendevi?"
"Nulla lascia stare, è meglio andare dagli altri." E cosí lo supero, e cerco di afferrare la maniglia della porta della mia camera, ma poi lui mi prende il braccio attirandomi a sè. Mi mette le spalle contro il muro e si avvicina al mio viso.
"Principessa, finisci quella cazzo di frase. Cosa intendevi?"
"Perché lo vuoi proprio sapere principe sul pisello?"
"Perché si. Dimmelo."
"Non mi convince la tua risposta."

"Ah sì?" Lo vedo appoggiare le sue braccia contro il muro bloccandomi completamente. Mi si avvicina completamente azzerando le distanze. Sentivo il suo soffio sul naso. Il mio sguardo oscillava dal suo sguardo così penetrante e profondo, alle sue labbra così invitanti e accoglienti quasi. Lui se ne accorse ma mi fece un sorrisino malizioso.
"Ti piaccia o no, ma voglio che tu mi risponda. Non importa il motivo. Io voglio saperlo. Tu ci sei sempre stata per me. Non sarai mia sorella ma non importa. Sei importante. "
"Be...ecco...lo sai già."
"Spiegati meglio."

"Nel senso che mi avete salvato. Mi avete aiutato a non perdere me stessa, a non dare ascolto a tutte quelle vocine, che portano solo vibes negative, nella mia testa. E ovviamente anche per essere arrivati in tempo oggi. Se non fosse stato per voi sarei probabilmente già mort.."
Mi ferma subito tappandomi la bocca con la mano e si avvicina al mio viso.
"Non osare pensarlo. Non osare dirlo. Non osare ripeterlo. Non puoi. Hai capito cazzo?"
"Scusa....ma tanto che te ne frega, forse alla fine sarebbe meglio se....?"
"Che me ne frega? Ti ho detto quanto sei importante e te lo dimostro. E non continuare quella cazzo di frase ok? Puoi credermi o meno principessa. Non me ne frega un cazzo. Io tanto so quanto sei importante. So quanto cazzo di valore hai, sia tu come persona sia tu nella mia vita. E mi basta ciò."
"Valore?"
"Si. Valore. Non provare mai più a non credere in te stessa, a sminuirti, a chiuderti in te."
Quelle parole mi fanno sorridere. Mi vengono gli occhi lucidi. All'improvviso sentii come se il vuoto che sentivo dentro stesse pian piano svanendo nel nulla, come se nulla fosse. Sentivo di riappartenere a qualcosa o a qualcuno. Quel qualcuno? A me stessa ovviamente.
Non faccio in tempo a dire qualcosa che Leonardo mi si avvicina di istinto al collo, me lo bacia. Sentii l'impronta delle sue labbra sul mio collo. Il suo profumo sotto le mie narici, pervadermi in tutto il corpo. Sentirlo così vicino mi distabilizza, ma mi rendeva troppo felice. Non ho capito dove saremo arrivati facendo così. Ma non potevamo andare oltre no? Non faccio in tempo a dire nulla che le sue labbra dal collo mi salirono sulla guancia. Man mano che si avvicinarono alle mie labbra iniziai a non sentirmi più le gambe. Avevo il cuore che batteva così tanto, da sentirlo forte nel petto.  Ma perché Leonardo avrebbe voluto? Non è che lui provava...qualcosa...? Ma non può essere. E poi non sarebbe giusto. Siamo pur sempre fratelli...? No questo forse era sicuramente ciò che noi non potremo mai essere grazie al cielo.
Ma poi sentii qualcuno salire le scale e mi scansai immediatamente.
Leonardo mi guardó stranito per la reazione,  ma poi vedemmo Cloe all'entrata.
"Tutto bene Cloe?" Le faccio io per distrarre l'attenzione.
"Ovvio che si, che state facendo?"
"Ecco..."
"Nulla. Stavo per andare via tanto."
E detto ciò esce dalla stanza immediatamente, seguendo la reazione di Cloe che fa spallucce e va in camera sua. Mi sentii anche peggio così. Non volevo scansarmi, forse....? Ma è ovvio che dovevo scansarmi. Ho fatto bene. Ma il suo viso....il punto che io sarei andata oltre. Ma chi volevo prendere in giro. Quelle labbra mi invitavano. Quello sguardo capace di guardami anche l'anima, di comprenderla, di aiutarla, di accettarla e di confortarla.
Sinceramente non avrei mai creso una cosa così.
Non può essere così, giusto.....? O forse.....
Ma una voce mi riportó alla realtà.
"Emily posso entrare?" Era jasper.
"Hey, certo entra pure!" Lo fece, e si chiuse la porta alle sue spalle.
"Possiamo parlare... di una cosa importante?"
"Ma certo Jas, mi devo preoccupare...?"
"Forse."
A quelle parole il mio cuore iniziò a battermi all'impazzata.

~spazio per il lettore ~
Ed ecco qua bellissimi con questo capitolooo, scusate l'attesa! La scuola in sti giorni è parecchio difficile mamma miaa!
Comunque ho già tanti altri capitoli pronti💘 quindi rimanete aggiornatiiii.

P.S: GIÀ I 2500 qua e su insta 1600? VI AMO😭❤️💘 grazie di cuoreeee💘💘

Voi state bene💘? Spero di siiii, a presto bellissimi❤️

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