-E con Marco come va?-
-Come sempre come vuoi che vada . Io sono una testa di cazzo e adesso lui va facendo la puttana anche nei privè. Non mi ama più , lo vedo per il campus e quelle poche volte che ci becchiamo o è freddo o a volte è distaccato, non mi ama più lo so . E io non riesco ad andare avanti -
-E non pensi che ci sia un motivo per cui lo sta facendo?-
-Per farmela pagare?-
-Sei proprio come tuo fratello. Io stessa facevo quasi le stesse cose con tuo fratello . Apri gli occhi . Porta ancora la tua collana-
-Medaglietta-la corresse -Medaglietta e si è tatuato il tuo numero addosso. Cesare queste cose non si fanno alla leggera . Ti ha detto che ti ama, e da come me l'hai descritto , le parole secondo me per lui hanno un peso. Tornerà da te. Se hai fatto una cosa così , orgoglioso come sei lui lo ha già capito . Siete solo teste dure ma il tempo aggiusta tutto . Almeno portamelo qui no ? Fammelo conoscere!-
-Non se ne parla-
-Dai zio! Io mi ci divertivo tanto con lui! Perché vi siete arrabbiati ? Perché non fate la pace? Dai zio dai, dai , dai , dai daiiiiiii-
-Appena sono più libero ti prometto che giochiamo di nuovo all'aeroplano pazzo va bene piccola?-
Marco apparve dal nulla nell'inquadratura della videochiamata avvicinandosi il più possibile
-Ciao Macco! Glielo dici tu a zio di portarti qui? Dai se glielo dici tu forse lo fa ! Non ascolta nemmeno mamma!-
-Glielo dico io piccola tranquilla ma non è tardi per te? Non vai a nanna?-
-Ma io non ho sonno!-
-Dai vai a nanna altrimenti zio non mi porta !-
-Va bene-
-Dammi un bacio - di nuovo quel sorriso Cesare rimase muto per tutto il tempo . Si stava godendo la scena . La piccola Delilah avvicinò il telefono della madre alle labbra schioccando un bacio. Marco baciandosi la mano le mando un bacio volante.
-Vado a dormire anche io Cesare , sono stanca , questa piccola peste non mi da pace, ciao anche a te comunque e piacere ! Sei anche più bello di come diceva Cesare!-
-Piacere signora! Fece lui con la mano arrossendo -
Cesare si ricordava quanto era bello quando arrossiva così , e quanto era tenero.
-Buonanotte ragazzi-
-Buonanotte - disse Cesare chiudendo la chiamata.
Sperava non lo notasse ma lo sfondo del telefono lampeggio per un attimo prima che lo nascose nella tasca . Una foto di Marco di schiena nuda in pantaloncini mentre cucinava.
-Che ci fai qui?-
-Non riuscivo a dormire. Tu?-
-La solita chiamata con Delilah- rispose Cesare quasi seccato .
-Le vuoi molto bene vero?-
-Più della mia stessa vita- disse e si mise a sedere sul gradino della terrazza del campus.
-È il capolavoro di mio fratello sai ? L'unica cosa buona che aveva fatto . E se quella notte avessi risposto al telefono, probabilmente l'avrebbe vista anche lui . Spacciava droga- sbuffó prima di continuare -Quella notte di maggio non aveva raccolto abbastanza soldi per il pusher che gli dava la percentuale in cambio dello spaccio . Lo ricattava, non poteva uscire dal giro , altrimenti i miei avrebbero scoperto tutto e mio fratello sarebbe andato in prigione. Quando l'hanno beccato che tentava di fare il furbo gli hanno piantato un colpo di pistola nello stomaco . Se avessi risposto invece di farmi i cazzi miei nel club , probabilmente forse avrebbero potuto salvarlo . Delilah è il mio riscatto con lui e il mio regalo per avergli tolto il padre-
Aveva appena finito di parlare, sentiva la gola secca e guardò Marco asciugarsi le lacrime.
Lui non aveva pianto, conviveva da troppo tempo con quel segreto per lasciarsi abbattere.
Ora l'altro conosceva tutto di lui, o quasi , quasi tutti i muri erano stati abbattuti e stranamente non si sentiva scoperto, con lo sguardo di Marco su di sé, che poi , di cosa doveva sentirsi scoperto , si erano messi a nudo l'un l'altro anima e corpo in una settimana e anzi, poteva anche dire di sentirsi protetto.
Marco lo fissava. Aveva davanti i suoi occhi e giurò a se stesso di aver visto all'interno una piccola fiamma, e si illuse di essere una delle ragione che la lasciava ardere.
Ora gli era chiaro, Cesare aveva i suoi buoni motivi per evitare di raccontare in giro quella storia e che era stato uno stupido ad essere geloso di Delilah , quando doveva solo capirlo.
Il suo essere egoista forse aveva rovinato del tutto il loro rapporto, sempre se qualcosa si era salvato, ma guardandolo negli occhi, riguardando quella piccola fiamma, capì che nulla poteva distruggere quello che avevano condiviso.
Si erano amati, e si amavano ancora, avevano fatto degli errori, ma erano lì, privi di armature, liberi dalle catene che li aveva legati ad un'esistenza buia e piena di segreti; erano vicini, senza mura a circondarli, armati della loro sincerità; erano insieme, e tutto il resto, tutto l'odio che potevano aver provato l'uno per l'altro in quel momento svanì. Erano semplicemente loro, e loro potevano fare un'unica cosa per alleviare quel dolore: stringersi.
Le mani calde di Cesare si strinsero al collo freddo di Marco un abbraccio innocente, un 'ho bisogno di te' troppo difficile da pronunciare.
Marco affondò una mano nei capelli scuri del moro e portò l'altra ad accarezzargli una guancia.
Cesare, invece, avvolse un braccio alla vita del biondo e una mano era arpionata alla sua maglietta, in un bisognoso 'non andare via'.
-Perché stai in quel posto di merda?-
-Ci lavoro - rispose Marco -Che lavoro di merda. Avevi promesso di essere solo mio e una cosa che so di te è che le promesse le mantieni. Hai cambiato idea perché mi hai lasciato?-
-Nessuno mi tocca oltre la cintura Cesare-
-E quel ragazzo?- gli domandò l'altro provando fastidio-Sai bene che fingere mi viene anche meglio a volte. Moine, per fargli sganciare i soldi-
-E la rossa?-
-Sa tutto- gli disse guardandolo negli occhi -veramente ora lo sanno tutti che mi piacciono anche gli uomini l'unica cosa che non sanno è...-
-Cosa?- incalzo subito Cesare -Chi mi ha dato questa- rispose toccandosi la medaglietta con le mani che ancora tremavano.
L'altro lo notò e lo strinse nel suo bomber.
-Wow hai le mani fredde -
-E tu hai la mia maglietta-
Cesare si sentì colpito e affondato. Sorrise.
-Non te ne sei mai andato da qui Rizzo- disse Fusco toccandosi le tempie.
-Prendere le distanze da te era solo un tentativo stupido per provare a dimenticarti , a provare ad allontanarti da tutta la merda e da tutto lo strazio che ti continuerei a dare stando con me . Io a te ci tengo, ho fallito a resisterti , ho fallito a stare con te, non farmi fallire anche nel tentativo di proteggerti -
-E io come faccio ? A me non pensi?-
-Come hai sempre fatto , perché sei forte. Hai due palle sotto così da dichiararti di fronte a tutto il campus fottendotene di quello che possono dirti . Supererai anche me - e una lacrima scese dalle guance di Cesare -E ti libererai da tutta questa merda-
Marco si strinse ancora più forte al corpo dell'altro e Cesare non poté fare a meno che fare lo stesso baciando quel piccolo 8 dietro il suo orecchio stringendo forte gli occhi perché sapeva dentro se stesso che quella notte sarebbe stata l'ultima in cui sarebbe stato solo con lui. Voleva mantenere la sua promessa da domani sarebbe sparito e lo avrebbe visto solo nei corridoi del campus.
-Vai a dormire , sei stanco -
-Non voglio -
-David è in stanza?-
-No stasera dorme fuori -
-Bene- lo prese di peso e scese tutte le scale e percorse il lungo corridoio prima di arrivare di fronte la sua stanza facendo attenzione a non essere visto da nessuno. Apri la porta e lo fece stendere sul letto.
-Ora davvero vado via -
Marco non rispose, rimase solo a guardarlo mentre aveva gli occhi lucidi e gli accarezzava il viso.
-Buonanotte piccolo mio -
-Cesare!- ma quello non si girò . La porta si chiuse alle sue spalle e Marco poteva solo sentire i passi di lui che andava via.
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Unspoken
RomanceSi odiano ma si scontrano sempre . Il capitano della squadra di calcio non ha bisogno del Cestista e vice versa . Marco però ha bisogno del corpo di Cesare e Cesare ha sempre fame di Marco . Quando le parole non dette ti fanno incazzare come una be...