Ho bisogno di parlarti stasera , so che mi stai evitando e so anche perché ma è importante , farò tardi perché sono a lavoro , ti chiamo quando ho finito . Ti raggiungo a casa .
No. Vengo io
Già si era ritenuto fortunato che Cesare gli aveva risposto . Almeno era qualcosa . Aveva ricevuto la risposta non appena arrivato di nuovo nel privè. Non voleva farlo ma si era messo a sorridere di fronte lo schermo. Aveva scosso la testa posando il telefono iniziando a spogliarsi per mettersi addosso il necessario per lavorare. Aveva un po' di paura si, non se lo negava , forse anche un po' di ansia e qualche aspettativa ma non sapeva come avrebbe reagito Cesare , ma doveva essere sicuro di quello che stava per fare e andare dritto al punto. Prima di salire lì sul palco si faceva sempre qualche cocktail per almeno sciogliere un po' i nervi. Qualsiasi maschio a toccarlo non gli sarebbe andato bene, nessun maschio gli sarebbe andato bene se non quello stronzo che gli aveva incasinato la testa mesi fa. Era già salito sul palco quando aveva iniziato a muoversi a ritmo di musica . Aveva scelto alla fine solo un paio di jeans molto strappati e basta, portati sbottonati il giusto per lasciar intravedere i suoi peli pubici e quanto basta per lasciare immaginare cosa ci fosse sotto i lombari pronunciati e le sue fossette del fondoschiena. Guardava tutti quanti quelli seduti , uno per uno , gli facevano tutti schifo , erano la a gambe larghe a toccarsi il pacco eccitati e tutti che aspettavano lui. Marco era la novità del privè e tutti volevano provarlo almeno una volta. Certe sere a volte non voleva manco andarci , all'inizio si ci stringeva a farlo per provare a dimenticare Cesare ma quando dopo la terza sera aveva visto che tutto era inutile ci andava solo per i soldi . 150$ solo per fare la presenza lì al giorno non erano pochi ma di solito ne guadagnava molti di più e adesso con la partenza e i soldi del biglietto ne aveva ancora più bisogno. Era nervoso , teso , l'ambiente non l'aiutava a rilassarsi perciò aveva deciso di farsi un altro Moscow mule. Questo aveva funzionato. La tensione si era un po' allentata e si era iniziato a muovere con più disinvoltura . Perlomeno aveva imparato bene a far eccitare gli altri , forse non era come con Cesare , non sapeva se quello che faceva poteva avere lo stesso effetto ma di certo gli faceva guadagnare soldi . Aveva 4 ragazzi attorno adesso . Per fortuna quelli più brutto aveva pochi spicci in tasca e Marco andava sempre da quello con più soldi . Gli avevano detto che poteva scegliere con chi andare. Decisamente un colpo di fortuna. Un ragazzo di quasi 30 anni se non si sbagliava gli aveva allentato una 100$ proprio dentro il jeans e si era deciso chi doveva essere quello che avrebbe avuto le sue attenzioni . L'uomo lo aveva preso per la mano portandolo con lui sotto, dove c'erano i tavolini di fronte al palco , si era seduto sulla sedia sganciando dal portafoglio altro soldi che aveva messo poi nella sua camicia . Marco gli si era messo proprio in mezzo le gambe facendo onde col suo corpo e muovendo il bacino fino a quando non gli era salito sopra a cavalcioni muovendo il bacino proprio sul suo cazzo che già era duro da come se lo sentiva . Gli sbottonava la camicia , gli aveva preso i soldi infilandoseli in tasca muovendosi sempre più col suo culo sul pacco di quello . Aveva anche notato che aveva la fede al dito . Era sposato .
Povero sfigato . Aveva pensato. L'uomo con una barbetta incolta e capelli neri gli toccava il petto e le braccia lo stava venerando , a Marco faceva schifo ma sapeva fingere facendo vedere una faccia da porco e la lingua che saettava sulle sue labbra. Proprio lì si era reso conto quando si era sporto in avanti per farsi leccare il petto che dietro le spalle dello sfigato Cesare si stava guardando tutta la scena. Schifato, I suoi occhi delusi , i suoi pugni serrati. Stava piangendo.
Marco adesso aveva paura. Aveva lasciato in malo modo quel tizio correndo in camerino prendendo i suoi vestiti e il suo cellulare fiondandosi fuori dalla porta posteriore chiamando come un ossesso Cesare per spiegargli .
Ovviamente non aveva avuto risposta.
-No no no no , no cazzo- si ripeteva di continuo mentre continuava a chiamarlo e mandargli messaggi ma niente Cesare non rispondeva. Aveva deciso così di andare a casa sua . Lo avrebbe aspettato anche tutta la notte sotto il portone di casa per spiegargli tutto e dirgli quello che doveva dirgli . Salito in macchina, era già partito sgommando per la strada. Era ubriaco, se non ubriaco brillo, e le luci di sera non aiutavano di certo . Chiamava , continuava a chiamare Cesare al volante col telefono fisso all'orecchio sperando in una una sua risposta che non arrivava.
-Cazzo!- aveva detto tirando un pugno al volante e fregandosene di tutti i semafori e i divieti.Cesare era già tornato a casa. Si era già preso due birre seduto per terra vicino al suo frigorifero in lacrime . Le immagini di Marco gli passavano davanti agli occhi e si batteva la testa per mandarle via ma più chiudeva gli occhi , più gli ripiombavano addosso.
-Bastardo, stronzo figlio di puttana!- gridava a piena voce . Gli aveva risposto al messaggio solo perché Marco gli aveva detto che era importante. Si voleva allontanare da lui ma Cesare era lo scudo di Marco . Se avesse avuto bisogno di aiuto lo avrebbe protetto o aiutato come poteva . Per quello gli aveva risposto .
Guardava il cellulare squillargli in mano e lo aveva gettato contro il mobile sperando che si rompesse per quanto non voleva più sentirlo. Non era successo.
Tirava calci al mobile della cucina davanti per la rabbia e la tristezza. Continuava a bere.-Dai , dai che ci sei quasi altri 8 kilometri ce la puoi fare- Marco si ripeteva tra se stesso per darsi forza. L'ansia e il senso di nausea che adesso aveva grazie all'alcol di prima e la paura non lo avevano aiutato a tranquillizzarlo . Andava a tavoletta . Ma non aveva mai finito di chiamare Cesare . Continuava a farlo . Saltando buche e girando male alle curve fini a quando ne aveva preso una davvero brutta che gli aveva fatto cadere il cellulare si sui piedi tra i pedali.
-Porca puttana!-
Cercava tastando di riprenderlo tra i suoi piedi ma fissando la strada era impossibile farlo. Stava cercando di rallentare un poco e fu un attimo che staccò gli occhi dalla strada quando vedendo il cellulare lo prese.
Un attimo di distrazione, una frazione di secondo non aveva visto la macchina che gli stava venendo di fronte ne i fari che lo stavano abbagliando in quel momento ne il clacson che si faceva più forte.
A dirla tutta non aveva nemmeno avuto il tempo di rendersene conto di aver fatto un frontale quando perse i sensi
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Unspoken
RomanceSi odiano ma si scontrano sempre . Il capitano della squadra di calcio non ha bisogno del Cestista e vice versa . Marco però ha bisogno del corpo di Cesare e Cesare ha sempre fame di Marco . Quando le parole non dette ti fanno incazzare come una be...