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BUSINESS

In quei primi giorni dopo aver assunto l'incarico, James si diede da fare per procacciarsi i primi clienti. Innanzitutto doveva farsi conoscere, far in modo che si spargesse la voce. Mark gli aveva suggerito di partire al ribasso con i prezzi di vendita, così da conquistarsi in fretta nuovi consumatori.

«Un passo alla volta, James... mi raccomando.» Le sue parole erano un monito che gli echeggiava nella testa.

James era consapevole di essere un novellino, inesperto e non inserito da tempo nel mercato: non poteva permettersi di sparare cifre troppo alte, non avrebbe funzionato. Meno di dieci dollari al grammo andavano bene. Solo successivamente, una volta fidelizzato un ristretto cerchio di clientela, poteva prendere in considerazione l'eventualità di ampliare le vedute e di far sentire la propria voce nelle zone più frequentate e con maggior concorrenza. Sempre se l'avesse voluto. Per la quantità che avrebbe dovuto vendere, considerando i tempi e l'accordo che aveva stabilito con Mark, non era necessario diventare un grande e rinomato pusher del territorio.

«Ti metterei in pericolo altrimenti, e non è questo che voglio; anche se poi la scelta finale su come muoversi spetta a te... io ti lascio campo libero.»

Due etti di marjuana. Entro la fine dell'estate, con impegno e costanza, li avrebbe fatti fuori, secondo solide previsioni. La richiesta di sostanze stupefacenti era interessata da un costante picco di crescita, l'industria della droga portava ad affari sicuri.

«Se inizialmente sarai prudente, comportandoti bene e capendo sulla tua pelle come funziona questo mondo, vedrai che ci metterai poco per arrotolare le prime mazzette.»

Partì dai suoi amici skater: li riteneva un buon trampolino di lancio per la sua attività. Li raggiunse la sera, a bordo della sua tavola, con le dosi di marijuana appallottolate nelle mutande.

«Puoi fare rifornimento venendo da me ogni qualvolta finisci la roba, ok? Non è sicuro lasciarti tutta la merce in una botta sola.»

Arrivò allo skatepark. Una ventina di ragazzi sfrecciavano sull'asfalto compiendo rotazioni acrobatiche in aria. Un rasta sui sedici anni piangeva a terra tastandosi il ginocchio. I pochi lampioni istallati lì nei pressi diffondevano una luce scialba e rarefatta.

Scorse il suo gruppo di amici. Noah sfogliava con Anthony e William una rivista di Thrasher, Henry aveva appena spezzato la tavola e imprecava da solo per la frustrazione. La sua cresta tinta di rosa fluo era acuminata come i pungiglioni di una vespa.

Si fece loro avanti. «Bella, ragazzi! Sempre un piacere rivedervi.» Dal solito boombox era in riproduzione "Smack My Bitch Up" dei The Prodigy.

«Ciao, James!» Anthony e William distolsero gli occhi dalle accattivanti grafiche stampate sulla rivista dedicata al mondo dello skate.

«Sentite, avete bisogno di fumare?», domandò loro.

Henry non attese un secondo per chiedergli: «Oh, hai iniziato a spacciare? Da quando?»

Intervenne Anthony. «Uhh, James... ci sorprendi ogni volta di più!»

James spiegò sbrigativamente che aveva bisogno di soldi.

«Non specificare a nessuno da chi ti procuri ciò che vendi. Rispondi in modo vago ai ficcanaso.»

Henry ed Noah comprarono un grammo a testa, William e Anthony declinarono l'offerta.

«In casa ho già una riserva che non scherza.» Si giustificò William. «La prossima volta che ne ho bisogno però puoi contarci... a questi prezzi non la si fa su facilmente da queste parti.»

Summer '98Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora