#12

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CI SARÓ SEMPRE

La Mercedes SLK percorreva la strada polverosa che serpeggiava tra i campi coltivati dell'entroterra. Mark aveva abbassato il tettuccio decapottabile della cabrio per respirare l'aria fresca e più pulita di quella della città. Teneva saldamente il volante tra le mani, posando nel frattempo gli occhi coperti dai Ray-Ban da sole sul paesaggio circostante, rischiarato dal sole abbagliante. Nel sedile a fianco Jennifer si metteva lo smalto alle unghie, stravaccata con i piedi nudi sul cruscotto. Il suo seno sodo creava delle ondulazioni sulla stampa a caratteri cubitali "Skinny bitch" posta sulla t-shirt color biscotto. La sensualità che emanava il suo corpo lo provocava in ogni istante, pizzicandogli nervi scoperti.

Si stava dirigendo con la sua ragazza verso un parco naturalistico a un'ora di distanza. Gli faceva bene staccare il cervello dalle questioni in cui era implicato. Inoltre, passare del tempo con Jennifer era ciò che desiderava. Non deluderla e stupirla ogni volta erano fattori che si era prefissato come missione quotidiana. Amava viziarla con regali costosi, da scarpe a gioielli.

«I canyon mi hanno sempre affascinato... quanto sarebbe eccitante avvistare un puma?!», dichiarò.

«Già, vero...» Jennifer rispose evasiva. Non le sembrava felice come in altre occasioni, aveva captato subito la sua espressione di sconforto. Decise di approfondire. «Amore, tutto bene? Sei così silenziosa oggi.»

«Secondo me immagini di cosa si tratta, Mark. Solito problema, Jacob...», affermò prontamente, come se non aspettasse altro di affrontare il discorso.

Mark si allarmò. «Ti ha fatto qualcosa? Se sì, devi dirmelo subito.»

«No, puoi stare tranquillo. Mio fratello non mi torcerebbe un capello da quanto mi vuole bene.» Terminò di applicare lo smalto. «Per quanto sia molto possessivo...»

«Ho capito, non vuole che la nostra relazione prosegua. Questo lo so da tempo, ti ho già raccontato i metodi che usa per far cambiare idea alle persone.»

«È fatto così. Non c'è da stupirsi, conoscendo il suo stile di vita.» Jennifer abbassò il tono della voce. «Questa cosa che ci mette i bastoni tra le ruote inizia a pesarmi. Ecco, pensavo che...»

Mark intuì cosa stesse per dirgli. «Si?»

«Forse è meglio se ci prendiamo una pausa, Mark. Non voglio mettere a repentaglio la tua vita solo perché stai con me...»

La interruppe subito: «Non devi preoccuparti per me, Jennifer. So cavarmela in situazioni di questo tipo».

Jennifer proseguì immediatamente: «Non sottovalutarlo, amore. Sa essere spietato quando vuole... hai presente in che giri è immischiato.»

Eccome se lo sapeva. Sapeva anche a cosa sarebbe andato incontro, se non avesse fatto un passo indietro; ma sapeva anche che quel passo indietro non l'avrebbe fatto. L'avrebbe vinta lui, con le buone o con le cattive.

«Faccio fatica a vivermi bene una relazione che viene ostacolata in questo modo, non è facile. Guardami...», aggiunse Jennifer, sommessamente. Il suo viso avvilito lo scosse. Le posò una mano sulla coscia scoperta e l'accarezzò, guardandola intensamente.

«Io per te ci sono e ci sarò sempre, amore. Vedremo come risolvere questa situazione, insieme.»

Jennifer accennò un sorriso, sbiadito, poi si sporse lateralmente per dargli un bacio sulla guancia.

Era riuscito ad evitare il peggio, che tutto naufragasse di botto. Almeno per un po'. Era consapevole infatti che in futuro si sarebbe ripresentato il problema. Non voleva forzarla, ma sapeva che Jennifer prima o poi avrebbe dovuto schierarsi. E possibilmente dalla sua parte.

AL SETTIMO CIELO

Grace sedeva sul letto con le gambe incrociate, lo sguardo fisso nello specchio che gli stava di fronte. Vari numeri della rivista "People" erano ammucchiati l'uno sull'altro sulla scrivania a formare un plico di altezza considerevole. Dietro di lei in ginocchio c'era Lia, intenta a sistemarle l'acconciatura.

Si stava preparando per la festa estiva che si sarebbe tenuta quella sera nell'highschool più rinomata della città. Aveva infatti saputo che la festa era autogestita e potevano presentarsi anche persone esterne alla scuola, solo su invito di qualcuno che la frequentava. Jeff, studente di quell'istituto, aveva proposto a lei e James di unirsi. Lei non aveva rifiutato, e men che meno James: ogni occasione era buona per passare del tempo insieme.

Lia le chiese, mentre gli arrotolava un ciuffo di capelli con la piastra: «Quindi l'ultima novità è che tu e James siete fidanzati?»

I suoi occhi azzurri si dilatarono per la gioia. «Proprio cosi, da qualche giorno. Sono al settimo cielo, Lia! Quando mi ha chiesto di diventare la sua ragazza stavo per svenire... è troppo dolce, devi capire.»

«Non lo metto in dubbio... e l'hai detto alle altre? Ad Ellen tipo?»

«Si, certo... e questa cosa ti stupirà. Quando l'ho chiamata per dargli la notizia che mi sono fidanzata, la sua reazione è stata inattesa. Era seccata e poco disponibile ad affrontare il discorso.»

«Come, scusa?! E per quale motivo?» Lia si scosse la chioma scura.

«Mi ha raccontato che, prima che lui iniziasse a frequentarsi con me, sembrava potesse nascere una storia tra lei e James. D'altronde alla festa di Mark si erano intravisti i presupposti... poi però lui l'ha piantata.»

«E James non ti aveva messo al corrente di tutto ciò?»

«Sinceramente no, ma ci passo sopra. In fondo di serio non hanno mai avuto niente. Non vorrei però che Ellen serbasse del rancore verso di me, come se le avessi rubato il ragazzo... io non ho fatto niente», concluse Grace schiudendo le dita in segno di disappunto.

Ellen aveva due difetti non proprio irrilevanti: l'essere un tantino egoista ed egocentrica. In passato non poche volte ne era stata irritata.

Lia le assicurò che le avrebbe parlato, difendendola da possibili accuse.

Poi gli sussurrò all'orecchio, arrossendo in viso: «Ehm senti, volevo chiederti... tu e James l'avete già fatto?»

«Si, l'abbiamo fatto», rispose lei sincera. Non provava vergogna nonostante la domanda lambisse il suo lato intimo.

Lia non cambiò argomento: «E com'è stato? Sempre se vuoi dirmelo... sono curiosa».

«Bello... romantico, aggiungerei. James ci è andato piano, con delicatezza. Anche questo aspetto mi piace di lui, il fatto che riesce ad adattare i suoi modi alle diverse situazioni. Sa essere molto accorto quando serve...»

Lia le lanciò un segno d'intesa.

«A te invece come va in campo sentimentale?», chiese all'amica.

«Niente di che... nessuna mi fila al momento, ma non ne faccio una tragedia». Il visino di Lia si rasserenò. «Credo che ricercare un'altra persona a tutti i costi sia una limitante forzatura... arriverà, ma ci vuole pazienza.» Finì di metterle a posto l'acconciatura e le chiese se fosse soddisfatta del risultato.

«Ohh, sei stata bravissima! Grazie», Grace si meravigliò. I capelli mossi, avvoltolati in boccoli sinuosi, le cadevano sulle spalle abbronzate. Era pronta per la serata. 

Summer '98Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora