15 Austin

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Siedo in un angolo del bar, lontano da tutto e da tutti, con la mia birra tra le mani. Il posto è sperduto, incastrato in qualche parte dimenticata del New Mexico, illuminato da luci bluastre che creano un'atmosfera quasi irreale. L'aria è densa di chiacchiere, risate e l'odore di alcol e sigarette, ma io resto in disparte, cercando di perdermi nel sapore amaro della birra.

Sto sorseggiando lentamente quando le prime note di *Somebody to Love* dei Jefferson Airplane riempiono l'aria. Alzo gli occhi verso il jukebox in un angolo, ma è un movimento più in là che cattura la mia attenzione. C'è una ragazza in mezzo alla pista, completamente fuori controllo, che balla come se il mondo intorno a lei non esistesse. Indossa un vestito bianco, troppo leggero per questa sera fredda, che si muove attorno a lei come un'onda ad ogni suo passo scoordinato.

La osservo per un attimo, cercando di capire se è ubriaca o semplicemente pazza. Poi lo noto: un tatuaggio che si estende sul braccio, appena visibile sotto la luce blu. È un disegno intricato, quasi ipnotico, e non riesco a distogliere lo sguardo.

Lei ride, una risata che sembra uscire da qualche angolo dimenticato della mia memoria, e improvvisamente sento un impulso che non capisco. Non so cosa mi spinga a farlo, ma mi sento protettivo. Non la conosco, eppure c'è qualcosa che mi fa restare concentrato su di lei.

Poi, un uomo si avvicina. Lo vedo avanzare verso di lei con un sorriso stampato sul volto, troppo sicuro di sé. Le mette una mano sulla spalla e lei, senza neanche guardarlo, continua a ballare, scuotendo la testa al ritmo della musica. Il tizio ride, ma c'è qualcosa di sbagliato nel suo atteggiamento, una tensione sottile che non mi piace. Stringo la bottiglia tra le mani, sento le nocche sbiancare, e l'istinto di alzarmi cresce.

Faccio per voltarmi, forse per ignorare la situazione, ma poi la vedo.

Il mio cuore si ferma per un attimo. È lei. Roxenne.

Rimango immobile, incredulo. Non la conosco, eppure... non riesco a togliermela dalla testa. È come se fosse stata una costante nella mia mente, una presenza vaga ma persistente che non riesco a spiegare. Non so neanche il suo nome fino a stasera, eppure eccola lì, a pochi passi da me, a ballare come se il mondo non potesse toccarla.

L'uomo continua a cercare di avvicinarsi, mettendole una mano sui fianchi questa volta. Il sangue mi ribolle. Mi alzo prima ancora di rendermene conto, abbandonando la birra sul tavolo. Faccio un passo verso di loro, e quando lei alza lo sguardo e i nostri occhi si incontrano, tutto intorno a me sembra rallentare. C'è un'espressione nei suoi occhi che non riesco a leggere, ma c'è qualcosa che mi tira dentro.

"Hey," dico con una voce più sicura di quanto mi senta.

Il tipo si volta, infastidito, ma quando incrocia il mio sguardo capisce subito. Roxenne mi guarda senza parlare, ma fa un cenno quasi impercettibile con la testa, come se mi riconoscesse, come se mi stesse aspettando. È sufficiente perché l'uomo decida di fare marcia indietro, lasciandola sola con me. Sparisce tra la folla giovane che riempie il locale, e io mi avvicino a lei, ancora incerto su cosa stia succedendo davvero.

Non c'è bisogno di parole. Le metto una mano sulla vita e lei si lascia andare contro di me, seguendo il ritmo della canzone. I nostri corpi si muovono lentamente, in sintonia, anche se il resto del mondo sembra ancora fuori controllo. Le luci blu lampeggiano attorno a noi, e tutto si mescola, confondendosi in una strana intimità.

"Non sapevo che fossi qui," mormoro, mentre le nostre teste si avvicinano.

Lei sorride, un sorriso che è a metà tra la consapevolezza e l'ebbrezza. "Non lo sapevo nemmeno io."

Rimaniamo a ballare così, senza fretta, come se fossimo gli unici nel bar. Il vestito bianco di Roxenne si muove leggero sotto la luce, e il suo profumo, una miscela di alcol e qualcosa di dolce, mi avvolge. Non so perché, ma sento che c'è di più dietro a questo momento, come se ci fosse un filo invisibile che ci collega, qualcosa di profondo che va oltre la semplice attrazione.

"Chi sei?" le chiedo, quasi senza rendermene conto.

Lei mi guarda, e per un attimo, sembra che stia cercando la risposta tanto quanto me. Poi scuote la testa, ridendo piano. "Non importa chi sono. Tu lo sai già."

La sua risposta mi lascia senza fiato. È come se avesse appena messo in parole un pensiero che non sapevo nemmeno di avere. La musica cambia, ma noi non ci fermiamo. Continuo a tenerla stretta, cercando di capire cosa mi stia succedendo, perché mi sento così legato a questa ragazza che non ho mai incontrato prima, eppure sento di conoscere da sempre.

Lei si avvicina di più, le sue labbra quasi sfiorano il mio orecchio. "Ci rivedremo," sussurra.

Prima che possa rispondere, si stacca da me, facendo un passo indietro. Mi guarda ancora per un lungo momento, poi si volta e si allontana, sparendo tra la folla che balla e le luci lampeggianti.

Resto lì, fermo in mezzo alla pista, con il cuore che batte ancora troppo forte. Roxenne è andata, di nuovo. Ma so che quello che ho sentito stasera, quello che ci ha legato, è solo l'inizio di qualcosa. Qualcosa che non posso ancora spiegare, ma che non riesco a ignorare.

Prendo un respiro profondo, cercando di tornare alla realtà, ma la sua presenza è ancora lì, avvolta attorno a me come un'ombra. Non so cosa significhi, ma so che non è finita qui. Non può esserlo.

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XoXo  Fede

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