Renegades

10 Austin

Sono dovuto partire. Non mi riconosco più. Da quando Roxenne è entrata nella mia vita, tutto sembra confuso. La mia testa è un tumulto di pensieri che non riesco a ordinare e di emozioni che non so gestire. Sono andato via di casa per un motivo preciso, e ora mi sembra di aver dimenticato tutto solo perché ho incontrato una ragazza con una risata che sento anche quando non c'è. Ma non posso abbandonare il mio obiettivo per delle belle gambe e un'espressione disarmante.

Dopo la rissa sono rientrato nel B&B ho lasciato un messaggio per Logan e ho fatto i bagagli.

È notte fonda e il rumore del motore della mia moto ruggisce mentre mi dirigo verso una meta ignota. Non so esattamente dove sto andando, ma sento il bisogno di allontanarmi, di distaccarmi da tutto ciò che ho appena lasciato. Ogni chilometro che percorro mi allontana da ciò che è successo e da ciò che sono. È come se il peso della mia decisione mi stesse schiacciando, e non riesco a trovare una via di uscita.

La mia mente è in subbuglio, e ricordo chiaramente l'irritazione che ho provato quando ho visto Jhon abbracciare Roxenne. È stato un fastidio viscerale, un'invidia che non avrei mai immaginato di provare. L'idea che un altro uomo fosse il conforto che Roxenne cercava mi ha colpito profondamente. Eppure, nonostante questo, mi sento costretto a lasciare tutto ciò che mi turba e a continuare a guidare nella notte.

Mentre guido, non posso fare a meno di sentirmi in colpa per essermi distratto dal vero motivo per cui sono partito. Non posso ignorare che la perdita che ho subito mi ha lasciato un vuoto enorme e che, in qualche modo, mi sono perso lungo la strada. Mi ero allontanato dalla mia vita, dalla mia famiglia e dalla mia casa per cercare un senso di libertà, ma ora mi sembra che tutto ciò che faccio sia una fuga dalle responsabilità e dal dolore. Roxenne, con la sua presenza intensa e inaspettata, ha offuscato il mio vero scopo, e adesso mi sento ancor più un perso schiacciante.

Il sole comincia a sorgere, andrei avanti ancora per ore a guidare ma il bisogno di una pausa è troppo forte. Parcheggio davanti a una bettola lungo la strada. È un posto modesto, con l'aspetto tipico delle tavole calde che incontrano i viaggiatori solitari. Entro, cercando semplicemente un po' di ristoro e magari un pensiero diverso.

La bettola è un luogo rustico, con tavoli di legno grezzo e una luce fioca che illumina l'ambiente. Mi siedo al bancone e ordino un caffè nero e un piatto di uova strapazzate, sperando che il cibo e la caffeina possano offrirmi un po' di chiarezza.

Mentre aspetto, sento una voce familiare provenire da dietro di me. "Austin? Sei tu?"

Mi giro e vedo un volto che riconosco subito. È Mike, un mio amico di vecchia data, con cui avevo condiviso parecchie avventure anni fa. Era uno di quei volti che avevo perso di vista dopo il congedo ma che avevo sempre considerato un buon amico. La sorpresa di trovarlo qui, in una bettola sperduta, mi colpisce.

"Mike, che diavolo fai qui?" chiedo, cercando di nascondere il mio stupore.

Mike sorride, un'espressione che mescola sorpresa e gioia. "Mi sono fermato qui per un po' di rifornimenti. E tu? Non ti vedo in giro da secoli."

Mi siedo al tavolo con lui mentre il personale prepara il mio caffè e il mio piatto. "Non credevo di trovarti in un posto del genere," dico mentre Mike si siede di fronte a me. "Sono in viaggio." Faccio un cenno al casco e alla giacca da moto.

"Capisco," dice Mike, guardandomi con un'espressione comprensiva. "Cosa ti sta tormentando?"

Non posso fare a meno di sentire un senso di sollievo nel parlare con qualcuno che conosce il mio passato. Racconto a Mike, in breve, del mio recente viaggio e del tumulto che ho provato a causa di Roxenne. "Mi sento così in colpa per essermi distratto dal vero motivo per cui sono partito. Si continuare a ricordare, di ritornare l'uomo che ero. Nemmeno le missioni mi hanno spezzato così tanto. E Roxenne... è come se mi avesse distolto dall'affrontare quello che devo affrontare."