18 Austin

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Il ritmo pulsante di Gasolina riempie l'aria, i bassi profondi che vibrano attraverso il pavimento del bar e mi attraversano come un brivido.

Roxenne è lì, davanti a me, il suo corpo che si muove con una naturalezza che sembra quasi magnetica, irresistibile. Le sue anche ondeggiano al ritmo della musica, e io non riesco a fare a meno di seguire ogni suo movimento, ogni curva, ogni respiro.
Le mie mani sono sui suoi fianchi, e per quanto cerchi di mantenere una certa distanza, il suo corpo continua a richiamarmi, a tirarmi dentro questa danza che sta diventando qualcosa di molto più intenso di un semplice ballo. Il suo sedere preme contro il mio bacino, e sento il calore che si diffonde tra di noi, l'eccitazione che mi cresce dentro come una fiamma che non riesco più a spegnere.

Mi sforzo di rimanere lucido, di tenere sotto controllo questo istinto primordiale che mi attraversa, ma è inutile. È come se ci fosse qualcosa di più forte, qualcosa che mi spinge a volerla toccare, sentire, possedere. Ogni centimetro del suo corpo sembra richiedere il mio tocco, ogni movimento delle sue anche sembra dirmi che lei è mia, che non c'è altro posto dove debba essere se non qui, contro di lei.

Sento il suo respiro farsi più pesante, e i miei occhi si spostano sul suo collo. È così vicino, così perfetto. La sua pelle liscia, tesa, invitante.
Non posso resistere. Mi chino leggermente, avvicinandomi al suo collo con le labbra, e senza nemmeno pensarci, inizio a mordere.
Delicatamente all'inizio, solo un piccolo assaggio. Ma il sapore della sua pelle, il modo in cui il suo corpo reagisce sotto di me, mi fanno perdere il controllo.

La sua schiena si inarca leggermente, e sento il suo respiro accelerare, il suo corpo che risponde al mio tocco, ai miei baci. Il mio morso si fa più deciso, e sento un gemito sfuggirle dalle labbra. È un suono che mi manda completamente fuori di testa. C'è qualcosa di così primitivo, così animalesco in questo momento. È come se tutto il mio essere fosse concentrato su un solo obiettivo: farle capire che lei appartiene a me.
Stringo di più le mani sui suoi fianchi, tirandola ancora più vicina, il suo sedere che preme contro di me, e sento l'eccitazione che mi attraversa come una scossa. Non riesco a fermarmi, non voglio fermarmi. Le mie labbra tornano sul suo collo, questa volta con più forza, e lascio un segno. Un segno rosso e visibile. È un marchio, una rivendicazione.

Voglio che tutti sappiano che lei è mia, che non c'è nessun altro che possa toccarla come lo sto facendo io in questo momento.
Roxenne si gira leggermente verso di me, i suoi occhi che brillano sotto le luci del bar. Il suo respiro è pesante, e nei suoi occhi c'è qualcosa che assomiglia al desiderio, ma anche alla sfida. Come se volesse mettermi alla prova, vedere fin dove posso spingermi. E io non sono certo il tipo da tirarmi indietro.
"Ti piace?" le sussurro all'orecchio, la mia voce bassa, roca. So già la risposta, ma voglio sentirla dalle sue labbra. Voglio che lo dica, che ammetta quanto le piace questo gioco.
Lei non risponde subito. Si morde il labbro inferiore, quasi come se stesse cercando di trattenere le parole, ma il suo corpo mi racconta un'altra storia. Sento i suoi fianchi muoversi contro i miei, e i suoi ansimi si fanno più evidenti, più intensi.
"Non lo so," risponde alla fine, la sua voce carica di provocazione, ma anche di qualcosa di più profondo. C'è una sfida nei suoi occhi, una scintilla che mi fa impazzire.

Sorrido, stringendo ancora di più le mani sui suoi fianchi, e la tiro più vicina, fino a che non c'è più spazio tra di noi. Il suo corpo si preme contro il mio, e posso sentire ogni sua curva, ogni respiro, ogni battito del suo cuore.

"Lo sai bene, Roxenne," le rispondo, avvicinandomi ancora di più, la mia bocca vicina al suo orecchio. "Non puoi mentirmi."

La sua risata è bassa, quasi un sussurro, e mi fa rabbrividire. Sento il suo corpo tremare leggermente sotto il mio tocco, e so che l'ho colpita nel punto giusto. Le mie mani si spostano, una che rimane saldamente ancorata ai suoi fianchi, mentre l'altra si alza, scivolando lungo il suo busto, fino a raggiungere la sua gola.
Sento il suo respiro bloccarsi per un attimo quando la mia mano si ferma sulla sua gola, le dita che la sfiorano con delicatezza, ma anche con una fermezza che non lascia spazio a fraintendimenti. La sua pelle è calda sotto il mio tocco, e posso sentire il suo cuore battere velocemente contro il palmo della mia mano.

"Che stai facendo?" mi chiede, la sua voce è un sussurro, ma c'è una tensione dietro le sue parole che mi fa capire che è esattamente dove vuole essere.

"Sto prendendo quello che è mio," le rispondo senza esitazione. Non c'è più spazio per dubbi, non c'è più niente da nascondere. So cosa voglio, e so che anche lei lo vuole.
Le sue mani si alzano, afferrando la mia maglietta bianca, stringendo il tessuto tra le dita. I suoi occhi si chiudono per un momento, come se stesse cercando di controllarsi, ma il suo corpo racconta una storia diversa. Si preme ancora di più contro di me, il suo sedere che spinge contro il mio bacino, e io sento l'eccitazione che mi travolge completamente.
Non riesco a fermarmi. Non voglio fermarmi. La mia mano si stringe delicatamente intorno alla sua gola, senza farle male, ma abbastanza da farle capire che è mia, che in questo momento tutto di lei mi appartiene. Il suo respiro si fa più corto, e i suoi ansimi diventano più evidenti, quasi come se stesse lottando per l'aria, ma allo stesso tempo non volesse che io smettessi.

"Dimmi che lo vuoi," le sussurro all'orecchio, le mie labbra così vicine che posso sentire il calore del suo corpo avvolgermi.


"Non ti darò la soddisfazione," risponde lei, ma la sua voce è tremante, il suo corpo che si muove contro di me con un'urgenza che tradisce le sue parole.

Sorrido, sapendo che ha già perso questa battaglia. "Non devi dirmelo. Lo so già."

Il suo respiro si spezza, e sento il suo corpo cedere sotto il mio tocco. La sua schiena si inarca leggermente, e il modo in cui si muove contro di me mi fa perdere ogni residuo di controllo. Stringo la sua gola un po' di più, senza mai farle male, ma abbastanza da farle sentire il mio potere su di lei.
Sento il suo ansimo più forte, e poi un piccolo gemito che mi fa completamente impazzire.
Non posso più trattenermi. Le mie labbra tornano sul suo collo, mordendolo con più forza, lasciando un altro segno, ancora più rosso, ancora più visibile.
"Sei mia," le sussurro contro la pelle, e questa volta non ci sono più giochi, non ci sono più maschere. È una dichiarazione, una verità che entrambi conosciamo.
Lei non risponde, ma il suo corpo mi dice tutto quello che devo sapere.

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