Come mi aspettavo Sofia era in piedi davanti alla porta della scuola che batteva ritmicamente il piede sul pavimento, sondando nervosamente il corridoio con lo sguardo. Appena mi avvicinai abbastanza potei vedere i suoi occhi che mi fissavano con rimprovero.
<< dove sei stata per due ore? Io e gli altri ti abbiamo cercato dappertutto. Eravamo preoccupati, ero preoccupata. >> mi strinse in un abbraccio piú stretto del dovuto, accentuando le ultime parole.
<< scusa. Stavo andando ad asciugarmi in bagno, poi ho sentito una raggazza piangere e sono rimasta a consolarla. Nn me la sentivo di lasciarla sola. >> spiegai omettendo qualche dettaglio compreso il nome della ragazza e fissandomi la punta delle scarpe.
<< no. Hai fatto bene, ma potevi almeno avvisarmi. Sei sparita per ore. >> mi rimproverò stavolta piú dolce.
<< lo so, hai ragione. Ma nn ci ho pensato. >> mi giustificai distrattamente, attorcigliando un lembo del maglione sul dito
<< da dove viene quel maglione? >> chiese la mia amica stranita.
<< hem... Ne avevo uno di scorta nell'armadietto. >> mentií impacciata sperando che mi credesse.
<< mi sembra di averlo già visto da qualche parte. >> borbottò dubbiosa. << boh, mi starò sbagliando. >> concluse aprendo il suo ombrello e uscendo sotto la pioggia scrosciante.
<< avanti. L'auto di mia madre é proprio li. >> urlò sopra il rumore dell'acqua indicando un punto indefinito in lontanaza e invitandomi a seguirla.
<< si arrivo. >> aprií anche il mio ombrello, andandole dietro e guardando per l'ultima volta il corridoio alle mie spalle.La madre di Sofi era davvero una donna simpatica, durante tutto il viaggio in macchina ci aveva intrattenuto con divertenti battute o commenti spiritosi sugli ombrelli e gli impermeabili dei passanti.
Ci aveva accompagnate a casa Rubino raccomandandosi che nn la mettessimo sottosopra e che nn le dessimo fuoco, facendoci ridere tutte e due. Poi era tornata a lavorare, spiegando alla figlia che sarebbe tornata per preparare il pranzo insieme al padre.
<< nn ti dirò 'fa come se fossi a casa tua, perché nn so cosa fai,ma muoviti pure a tuo agio. >> ridacchiò, muovendosi per le stanze come una vera podrona di casa e illustrando l'utilizzo di ogniuna di esse sembrando piú una guida turistica. La casa era davvero imponente, ma graziosa e ogni stanza era verniciata con una pittura diversa, dal rosa pesco della cucina al pervinca della stanza di Sofia, al verde dello studio e ancora il blu per il bagno. Era arredata con mobili vintage e quadri floreali, le ampie fiestre inondavano la casa di una bella luce naturale che nel complesso donava una certa familiarità e accoglienza agli ambienti.
<< quale é il programma? Cosa facciamo fino all'ora di pranzo? >> chiesi guardando la ragazza che intanto stava sistemando borsa e libri nella sua camera.
<< nn saprei. >> rispose con una scrollata di spalle, chiudendo la porta.
<< mmm... Potremmo guardare un film? Che ne dici? >> proposi. Nel soggiorno avevo visto una grande televisione e parecchi dvd sistemati in delle vetrine in mogano e vetro colorato.
<< si, é una bella idea, come hai potuto notare i dvd nn mancano. E secondo me almeno tre quarti sono belli. >> spiegò scendendo le scale con me al seguito e avvicinandosi con decisione a una fila di video rispetto alle altre. << preferisci i film d'azione, fantasy, commedia romantica, horror, triller? >> chiese scorrendo l'indice fra i vari titoli.
<< a me piacciono tanto le commedie romantiche. >> sospirai entusiasta beandomi di tutti quei film a portata di mano. Avessi avuto io tutti quei dvd sarei impazzita, nn sarei piú uscita di casa.
<< vediamo.... Ecco quello che cercavo. Hai mai visto "mamma mia"? >> chiese girandosi il dvd fra le dita. << é una commedia d'amore divertente ed un po anche un musical, se ti piacciono i grandi classici ti piacerà di sicuro anche questo. >> illustrò.
<< si, va bene. >> sorrisi sedendomi sul comodo divano tinta crema. << aspettami lí che preparo i pop corn. >> scomparve in cucina ricomparendo qualche minuto dopo con una crossa scodella piena di pop corn in una mano e caramelle gommose colorate nell'altra.
<< vai. Fai partire il film. >> si tuffò spargendo cibo sul divano e cominciando a sgranocchiare come un criceto.
In pochi minuti aveva già dato fondo alla scodella cominciando ad accanirsi sulle caramelle, sfruttando la mia distrazione per il film, infatti io ero riuscita a mangiarne sollo qualche manciata. Ero davvero presa dal dvd e mi piaceva un sacco la trama, Sofia tra una caramella e l'altra mi aveva rivelato che era tra i suoi preferiti anche se credo che sia piú per il nome della protagonista che si chiamava appunto Sophi – aumentando di molto la sua autostima già alle stelle e facendola vaneggiare come un pavone del fatto che anche i film americani usino il suo nome.
Il finale a sorpresa mi era piaciuto da morire facendomi illuminare il viso con un vistoso sorriso, attirando l'attenzione della mia amica che mi fissava fiera nn nascodendo la felicità di vedermi sorridere verameramte dopo tanto.
<< grazie di avermilelo fatto vedere, é proprio il mio genere e mi sono divertita, nn avevo mai visto un film con una amica. >> mormorai assaporando l'aroma zuccherino di un orsetto gommoso arancione.
<< davvero? >> chiese sbigottita.
<< già. >> strappai le scodelle dalle grinfie di Sofia.
<< smettila di mangiare o a pranzo ci arriverai rotolando e dobbiamo metrere in ordine, tra poco arriva tua madre. >> la rimproverai tirandola per un braccio cercando di smuoverla dalla comoda seduta che ormai aveva preso la forma del suo sedere. Alla fine pizzicandola su un fianco e riuscendo poi finalmente nel mio intento, facendola alzare pigramente. In pochi minuti rassettammo il divano e il pavimento dalla sporcizia e buttammo tutto nel cestino dell'immondizia. Quando la casa era tornata pulita come prima, stiracchiandosi le braccia, Sofi si andò a sedere di nuovo fra i morbidi cuscini del divano, accasciandosi come se nn ci fosse un domani.
<< mi spieghi come cavolo fai ad essere cosí magra se stai seduta tutto il giorno e mangi come un morto di fame a cui hanno appena messo sotto al naso una bella bistacca succulenta? >> domandai divertita posizionadomi al suo fianco.
<< beh, diciamo che vado spesso a trovare Luca. Nn so se mi spiego. >> sollevò ritmicamente le soppracciglia su a giú.
<< ma che schifoo!!! Tienitelo per te per favore. >> esclamai onorridita ridendo della sboccatezza della mia amica e colpendola ripetutamente con un cuscino.
<< ma fra amiche si condivide tutto! >> spiegò con finta aria innocente. << credevo volessi sapere. >> continuò facendo gesti sconci.
<< hem, no grazie direi che- >> ma la porta d'entrata che si apriva mi inturruppe rivelando la mamma della ragazza al mio fianco e il padre, che avevo visto solo nelle foto appese ai muri e incorniciate sui mobili all'entrata.
<< ciao ragazze. Vedo che la casa, stranamente, é ancora tutta intera e pulita, devo supporre che Aurora ti stia facendo mettere la testa apposto Sofia? Se é cosí invitala piú spesso che ha un ottima influenza su di te e sulla casa. >> scherzò togliendosi il soprabito bagnato.
<< piacere io sono Antonio Rubino, il padre di questa peste. >> si presentò l'uomo andando poi a salutare la figlia con un bacio sulla fronte.
<< io Aurora De Silva.l'amica della peste. Piacere. >> strinsi la mano all'uomo e procurando una risata generale e un'alzata d'occhi da Sofia.Dopo pranzo, finalmente, il tempo sembra essersi calmato e ora si intravede anche qualche timido raggio di sole che fa capolino dalle nuvole.
Decidiamo di andare al cento commerciale, come da programma per fare una seduta di shopping intensiva, piú per accontentare Sofia che altro, io ho sempre odiato fare shopping, é come se provando vestiti nuovi davanti allo specchio vedessi tutte le imperfezioni che piú odio, come un promemoria, un evidenziatore. Se si potesse nn proverei mai i vestiti che compro, mi fa sentire incredibilmente a disagio.
Questa é la prima volta che condivido le cose con un amica, nelle altre città ero sempre da sola; sola al cinema , sola al ristorante, sola a fare compere e sola in biblioteca e alla fine mi ero abituata alla mia solitudine ed in un certo senso mi stava bene cosí, finché nn ho conosciuto questa stramba e generosa ragazza. Nn so cosa farei se perdessi la sua amicizia e cambiassi città.
Sofia comincia a trascinarmi come un cagnolino per tutti i negozi di vestiti e accessori provando abiti sopra abiti e ammucchiandomeli sulle braccia come un'attaccapanni.
Mentre aspetto che si provi l'ennesimo vestito, gironzolo un po fra i vari capi colorati e succinti del negozio e li ho osservo. Nn sono il mio genere, passerei tutto il tempo ad abbassare e alzare l'orlo, ma devo ammwttere che hanno un certo fascino e invidio quelle ragazze che li portano con non- chalanche.
Un grazioso abito viola prugna di pizzo attira la mia attenzione dall'alto del suo espositore.
Incuriosita lo prendo e me lo metto davanti al corpo immaginando come potrei essere con questo addosso.
<< ti piace vero? Credo che dovresti almeno provarlo e smetterla di osservarlo semplicemente. Dai vai in camerino. >> mi spintonò la mia amica avvolta da un vestito arancione fluo.
<< ma Sofi io- >> << niente "ma Sofi", se nn te lo provi te lo metto addosso io con la forza. E ora avanti, provatelo. Che poi ti mostro quello che voglio comprare io. >> mi interruppe lei chiudendomi la tenda in un camerino accanto al suo.
Sfilai i miei abiti e li ripiegai con cura, dopodiché indossai il vestito che mi arrivava sopra il ginocchio, aveva un grazioso scollo a cuore di pizzo lavorato con qualche brillantino e un fiocco, poi la gonna partiva da sotto al seno e si apriva in una graziosa gonna a corolla anchessa di pizzo.
Guardandomi allo specchio dovetti ammettere che era davvero bello, mi faceva risaltare gli occhi verdi e si sposava alla perfezione con i miei capelli rossi.
<< hai finito o devo.... Wow, cara mia, sei una bomba!!! >> esclamò la mia amica facendo irruzione e posizionandosi accanto a me.
<< grazie, ma di fianco a te nn reggo il confronto. Sei troppo sexy! >> osservai. Indossava un abito lungo verde bottiglia con un vertiginoso spacco a lato ripreso poco piú sotto al seno.
<< niente che un po di buon trucco nn possa sistemare. >> si girò e si rigirò ammirandosi.
<< ma io faccio pena a truccarmi. >> spiegaí.
<< se vuoi posso fare io, domani ti vengo a sistemare prima della festa e poi andiamo insieme. >> proprose.
<< mmm... Nn sono convinta. Sei sicura che mi stia bene? >> mi lisciai la gonna nervosamente.
<< Aurora sei uno spettacolo. Se ti lasci scappare questo vestito te ne pentirai. >> appoggiò la sua testona sulla mia spalla ammirando i nostri riflessi allo specchio.
<< va bene mi hai convinto. >> risposi.
<< oh, che bello Aurora!! Faremo strage alla festa! >> esclamò con un urletto saltandomi al collo.
Dopo aver pagato i vestiti girammo ancora un pezzo per cercare le scarpe adatte, finché nn ne trovammo un paio a testa: io delle scarpe con un tacco ragionevole nere con i brillantini e Sofi dei sandali marroni e verde bottiglia altissimi e importabili.
Siamo ormai alla fine quando, piene di borse e borsette, usciamo, guardo l'ora e sono già le sette e mi rendo conto solo ora di aver perso davvvero la cognizione del tempo, la luce del sole é già tramontata, lasciando il posto nel cielo ad un colore azzurro intenso screziato da qualche nuvoletta e pochissime stelle. La giornata é passata davvero in un batter docchio e mi sono divertita, ma proprio quando tiro un sospiro di sollievo per nn aver avuto imprevisti spiacenti di alcun tipo, se ne presenta uno prorpio a pochi passi da me alto 1,70 m, con un nome e un cognome.
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