L'arte (mi) fa male

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Per fortuna avevamo solo un'ora di matematica altrimenti nn so proprio come avrei fatto a soppravvivere.
La matematica é indubbiamente il mio tallone d'achille: in classe nn sono mai riuscita a capire le spiegazioni cosí durante le lezioni nn  so come ma finisco sempre per annoiarmi o addirittura addormentarmi e alla fine mi tocca studiare a casa per conto mio.
Confermando la mia teoria ,appunto, quando suona la campanella infilo piú velocemente possibile le mie cose nella borsa e schizzo fuori dall'aula avvicinandomi alla segreteria.
Ad accogliermi c'é una giovane ragazza bionda, che concentrata a scrivere al compiuter , nn si accorge di me. Educatamente tossisco leggermente attirando la sua attenzione, la ragazza alza lo sguardo dallo schermo e togliendosi gli occhiali mi rivolge un sorriso cortese e chiede << cosa posso fare per te? >>
<< sono nuova in questa scuola e mi hanno da poco detto che devo chiedere qui se voglio un armadietto. Cosa devo fare allora? >>chiedo.
La donna scribacchia qualcosa su un foglio e digita velocemente al computer poi mi porge il foglietto dove aveva scritto poco prima e dice << allora, devi cercare l'armadietto nemero 22 e la combinazione te lo scritta lí. >> la ringrazio e vado a cercare il "mio" armadietto velocemente prima che cominci la seconda ora.
Seguendo le numerazioni degli altri finalmente lo trovo e provo la combinazione e visto che nell'ora seguente la borsa nn mi servirà la metto dentro e lo chiudo.
Mi giro e vedendo il corridoio quasi vuoto controllo l'ora e corro verso la classe di arte. Sfortunatamente la porta della classe é chiusa cosí sperando che almeno questa volta il professore nn mi urli contro busso leggermente ed entro.
Mi giro verso il professore e guardandomi i miei piedi gli rivolgo un frettoloso "scusi per il ritardo" mi siedo al cavalletto vicino a Sofi che mi fulmina con lo sguardo mentre la professoressa comincia a parlare.
<< dov 'eri ? Appena finita la lezione sei corsa fuori e nn ti ho piú vista? >> chiese curiosa.
> risposi.
<< signorine potreste seguire la spiegazione? Tra poco dovrete metterla in atto. >> ci richiamo la professoressa.
Imbarazzate smettemmo all'istante di parlare e abbassai lo sguardo trovandomi interessatissima alla tela bianca davanti ai miei occhi.
La professoressa ricomonció a spiegare e io e la ragazza in un tacito accordo decidemmo di ascoltare e rimandare a dopo le chiacchiere.
Dopo averci spiegato quale tecnica di pittura usare mise a disposizione ad ognuno degli acquerelli e ci disse che potevamo ascoltare musica e parlare ma a bassavoce e pur sempre nn rimanendo indietro con il lavoro che era da portare a termine entro quelle tre ore.
Mi girai verso Sofi per riprendere il discorso da dove lo avevamo interrotto ma questa si era già messa al lavoro sulla tela prontamente mettendo le cuffiette.
Cosí seguií il suo esempio e cominciai anche io , mi misi le cuffiette e scegliendo una canzone  dei My Chemical Romance iniziai ad abbozzare quello che volevo fosse il soggetto del mio quadro.
Inizialmente sembravano solo delle macchie indistinte perché avevo usato tutti toni sul grigio e nero, ma in mente avevo ben preciso il mio obbiettivo finale.
Mi girai di scatto quando qualcuno mi colse di soepresa togliendomi la cuffietta destra e distraendomi dal lavoro.
<< hey, é ricreazione esci? >> mi chiese Sofi.
<< no. Scusa lo so che dovevamo parlare ed é da stamattina che rimando, ma vorrei restare qui a finire, se nn ti dispiace troppo? >> chiesi implorante.
<< va  bene pittrice. Tanto ora che hai il mio numero ed hai trovato il cellulare nulla mi impedirà di torturarti stasera al cellulare. >> disse facendomi una linguaccia e poi girandosi.
Mi rimisi la cuffietta e continuai a dipingere , finché nn mi sentií osservata.
Alzai lo sguardo e mi guardai attorno notando che oltre a me in classe c'erano Enrico, Anna, Alice e Margherita, tutti concentrati sul loro lavoro.
Mi sporsi leggermente dalla postazione  per vedere i lavori degli altri ma ci riuscií solo parzialmente, cosí appoggiaí il pennello, misi in tasca il cellulare e mi alzai sgranchiendomi un po le gambe.
I lavori ancora incompleti erano diversissimi fra loro ma ogniuno rispecchieva le passioni e il carattere di chi lo aveva fatto.
Ce n'erano di tutti i tipi: colorati, bianco e nero, allegri, tristi, nature morte, oggetti dal vero, paesaggi fantastici e paesaggi reali.
Nel complesso erano davvero un bel vedere tranne qualche scarabocchio di chi aveva deciso di nn applicarsi minimamente.
Man mano che guardavo i lavori mi avvicinai sempre di piú a quello di Enrico ,che era completamente coperto dalle sue spalle larghe.
Mi sporsi leggermente per vedere meglio il quadro appoggiandomi al cavalletto vuoto alla mia sinistra.
Con la visuale libera vidi un meraviglioso dipinto a colori che ritraeva una ragazza di spalle con i rossi capelli al vento.
Sorpresa , mi sbilanciai e caddi all'indietro addosso ad un'altro cavalletto.
La persona dietro al cavalletto, Anna, venne a vedere se ero tutta intera e gentilmente mi aiutò ad alzarmi, amche se ormai l'attenzione di tutti i presenti era su di me che maldestramemente stavo cercando di reggermi in piedi.
Ero completente avvinghiata ad Anna come un koala, un dolore tremendo alla caviglia nn mi permetteva di reggermi pienamente in piedi.
<< magari ti accompagno in infermeria? >> mi chiese la ragazza.
<< forse é meglio. >> dissi esitante tastando cautamente con il piede per terra, facendo riemergere un'ondata di dolore.
Strinsi i denti e con l'aiuto della ragazza ci dirigemmo verso la porta, passando davanti ad Enrico che mi fissava intensamente, facendomi abbassare gli occhi sulle mie scarpe.
Dopo qualche minuto finalmente arrivammo in infermeria e ringraziando Anna bussai ed entrai.
Entrando sulla destra c'erano due lettini bianchi  e una finestra , a sinistra c'era una scrivania bianca con dietro una donna sulla quarantina con i capelli raccolti in uno shignon disordinato.
Appena si accorse di me appoggiò gli occhiali e venne ad aiutarmi e facendomi appoggiare a lei mi portò ad uno dei lettini.
<< distenditi e dimmi cosa ti é successo. >>mi disse.
Raccontai brevemente il mio piccolo malanno destando anche qualche risata nella donna difronte a me , che mi alzò i jeans sulla caviglia e mi tastoò.
<< quasi sicuramente nn hai niente di rotto e da quello che mi hai raccontato penso che domani avrai solo un bel livido. Per ora ti posso dare un po di ghiaccio, magari te lo teni là per un po e poi torni in classe. Lo sa che sei qui il tuo professore? >> chiese.
<< no. Era uscito per la ricreazione. >> risposi.
<< va bene allora lo vado ad avvisare io. Che ora hai ora e in quale aula? >> chiese.
<< ho la professoressa Marchetti di arte ed é in aula c4. >>le dissi
<< io vado e può essere che starò via per un po. Intanto tieni questo, quando stai meglio torna pure nella tua aula. >> mi disse dandomi il ghiaccio poi uscendo dalla porta lasciandomi lí sola.
Avvolsi il ghiaccio sulla caviglia e mi sdraiai.
Approfittando della tranquillità di quella, stanza presi il cellulare e mi misi le cuffie facendo partire la mia playlist preferita e chiusi gli occhi e lasciaiandomi cullare dalla musica.
Ad un certo punto mi accorsi che la luce della stanza si era abbassata ad una tenue oscurità e schiusi di poco gli occhi videndo un ombra di fianco a me.
Allarmata aprii completamente gli occhi e vidi che Enrico era impiedi che mi fissava.<< come va la caviglia? >> mi chiese ghignando.
<< mi fa male. >> risposi distogliendo lo sguardo.
<< come mai sei caduta cosí rovinosamente. E cosa ci facevi proprio dietro di me? >> chiese con finto interesse.
<< n-no guarda ti sbagli... S-stavo uscendo  e, mh... Sono scivolata. >> mentií.
Lui si avvicinò di qualche passo << sei proprio maldestra eh? >> chiese divertito. Annui e mi spostai leggermente imbarazzata dalla sua vicinanza.
<< davvero? Nn é che ti stavi avvicinando per vedere il mio lavoro? Io ho un teoria, dimmi se sbaglio; secondo me eri curiosa di vedere quello che stava dipingendo e quando ci sei riuscita sei rimasta sopresa da ciò che hai visto? É cosí? >> si avvicinò ancora posando un dito sotto il mio mento per alzarmi il viso cosí che i nostri sguardi si potessero scontrare. Il ghiaccio del suo atteggiamento che si scontrava con il fuoco che aveva acceso solo toccandomi.
Aveva il viso talmente vicino che potevo sentire l'aroma del suo dopobarba, sapeva di muschio e si insinuava suadente in ogni mio piccolo respiro.
Cercando di riprendere il controllo su me stessa  allontanaí la sua mano, ma lui mi fermò il polso tenendolo stretto saldamente a mezz'aria ,cosí che nn potessi sfuggirgli.
Cercò nuovamente un contatto visivo con me fissandomi con suoi occhi color ghiaccio, la mascella dura e lo sguardo che cercava di leggermi dentro.
<< vuoi rispondere.... Per favore? >> mi strattonò il polso riportandomi alla sua domanda.
Feci un respiro profondo e cercando di assumere un certo controllo risposi << senti, io sono solo molto imbranata e nn centra niente questo tuo misterioso quadro.E poi perché mi sarei dovuta sorprendere? >> chiesi canzonatoria.
<< va bene. Hai vinto. >>  disse lasciandomi il polso e sfoggiando un mezzo sorrisetto furbo.
Come era entrato se ne uscií, lasciandomi li ancora intontita con il polso ancora alzato.
Frustrata decisi di tornare in classe, tanto la pace di poco fa se ne era completamente andata con l'arrivo di Enrico.
Sperando che la caviglia nn mi facesse ancora tanto male scesi dal lettino lasciando il ghiaccio sulla scrivania con un piccolo post-it di ringraziamento per la donna che mi aveva aiutato prima.
Con nn poche difficoltà cominciaí ad andare verso l'aula d'arte, il dolore era accettabile ma i movimenti già impiacciati di mio erano leggermente piú complicati.
<< hey Aurora!! >> sentií una voce dietro alle mie spalle.
Mi voltai e vidi Sofia che mi correva incontro.
Con un po di fiatone disse << come va la caviglia? Quando sono rietrata dalla ricreazione Anna mi ha detto che cosa ti era successo e stavo per venire a controllare. >>
<< beh, eccomi qua. Riesco a cammiare anche se malamente. >> la rassicurai.
<< ma nn posso lasciarti sola neanche un secondo che cerchi di azzopparti? >> disse a metà fra il divertito e l'incavolato.
<< dai entriamo in classe. Devo ancora finire il quadro. E manca poco piú di un ora.>> dissi camminando verso la porta della classe.
<< eddai, nn mi guardare cosí! Nn sono mica fatta di cristallo...Forza muovi il tuo bel culetto. >> la ripresi.
Ridendo bussammo alla porta e entrammo insieme e lei si infilò subito al suo posto mentre io mi fermai appena davanti la cattedra.
La professoressa alzò lo sguardo dal registro e poi lo riabbassò dicendo << signorina mh.... De Silva, dico bene? >> annuií. << avevo dato tre ore per completare il vostro lavoro ad acquerello. Ma lei essendosi fatta male durante la ricreazione, avrà solo due ore per poterlo finire. Per lei va bene? >> chiese gentilmente.
<< si certo. >> risposi.
Mentre andavo al mio posto incrociai, per un breve istante ,gli occhi di Enrico che sorrise maliziosamente.
Finalmente davanti al mio dipinto, ripresi ciò che avevo lasciato e mettendomi le cuffie lasciai scorrere il pennello sulla tela per dare forma al mio lavoro.


Ok, so che avevo detto che nn avrei postato piú ma volevo vedere cosa ne pensavate. Quindi buona lettura e credo che riprenderò a pubblicare nuovi capitoli ogni due giorni. Commentate per favore!!

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