Risate e visite inaspettate

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Dopo due ora stancanti di ginnastica finalmente finí la lezione e tornammo nei rispettivi spogliatoi.
Mentre stavamo attraversando il corridoio passammo davanti la porta dello spogliatoio maschile che era aperta.
Proprio quando stavo per sbirciare arrivò Enrico che si tolse la maglietta lasciando il busto nudo fino alla vita e mostrando degli addominali sagomati ed entrò chiudendosi la porta alle spalle.
<< hey Aurora tira dentro la lingua e asciugati la bava!! >>mi prese in giro Sofi.
<< maddai stupida , nn stavo sbavando!! >>  dissi diventando rossa fino alla punta delle orecchie.
<< si ,come no. >> mi superò ridendo e entrando nel nostro spogliatoio.
La seguií e mi infilai velocemente in bagno per cambiarmi. Una volta finito uscií e raggiunsi le altre che stavano chiacchierando.
Elena come, una vera oca ,si stava vantando, con una ragazza che doveva chiamarsi Eleonora , di come aveva passato la sera con un certo Paolo. E guardandomi beffarda in segno di sfida ,mentre si metteva un generoso strato di mascara, mi chiese << e tu Aurora cosa hai fatto di bello ieri sera? >>.
Prima che potessi risponderle a tono però si intromise Sofi che trascinandomi via per un braccio mi disse << andiamo, nn ne vale la pena. >>.
Ancora piuttosto arrabbiata ,una volta fuori ,tolsi il braccio dalla presa della ragazza e girandomi a guardarla. << perché ogni volta che ho l'occasione di chiudere la bocca a quella stupida oca tu mi blocchi?! >>conclusi fremendo.
<< senti, tu nn la conosci ancora, ma Elena é solo un attaccabrighe con lo straordinario talento di far cadere la colpa sugli altri, anche agli occhi dei professori. Forse nn sai ancora bene la gerarchia della nostra scuola, ma lei é decisamente sulla cima, i suoi genitori sono una delle famiglie piú ricche ed influenti di tutta Verona. >>mi rispose.
<< si ma qualcuno dovrà pur farle abbassare la cresta! Nn é giusto che nessuno le tenga testa solo perché é una viziata figlia di papà. >>conclusi un po amareggiata.
<< lo so. Ma l'unica cosa che farai alla fine é tirarti addosso la sua ira e un mucchio di guai al seguito. Quindi per favore cerca di fartele scivolare addosso il mucchio di cavolate che ti dirà, ok? >> mi guardò rassegnata. Ancora piuttosto titubante la rassicurai con un cenno d'assenso ed un piccolo sorriso che subito ricambiò per poi prendermi per mano e dirigerci verso l'aula di chimica.
Appena entrati Sofia mi lasciò da sola in una postazione per andare dal suo compagno di laboratorio.
Quando cominciammo la lezione il professore si accorse subito che nn ero in coppia con nessuno e cosí mi fece mettere con Margherita anche lei sola perché a quanto pare Enrico era scomparso misteriosamente dopo l'ora di ginnastica.
Cosí raccimolando velocemente le mie cose , mi andai a sedere vicino a lei, che nn si girò neanche a salutarmi e cominciammo la lezione prendendo il foglio che ci passò il professore.
<< ok allora io leggo il procedimento e segno i cambiamenti, tu invece versi i vari ingredienti e mescoli. Tutto chiaro? >>mi chiese la ragazza finalmente voltandosi a guardarmi.
<< s-si tutto chiarissimo.>> cercai di annaspare una risposta decente.
<< ok, allora, comincia prendendo la prima soluzione, quella blu scuro , e versala nella provetta sopra al fornelletto e aspetta che cambi colore fino a raggiungere un colore piú chiaro, piú tendente al verde. >>mi istruií leggendo dal foglio.
Con attenzione presi la soluzione che mi aveva detto e la versai, cercando di nn sporcare il tavolo , dentro alla provetta accendendo il fornello e mettendolo ad una temperatura che mi pareva giusta.
<< ok, perfetto, ora mescola quella soluzione trasparente con qualche goccia di quella giallognola. >>mi lesse ancora, annotando qualche dato su una tabella.
Seguií le sue istruzioni e aspettai che finisse di scrivere.
<< ora versa lentamente la soluzione che hai ricavato unendo quelle due nella provetta con la soluzione sul fornello. >> presi la soluzione trasparente e molto delicatamente la versai nell'altra. Aspettammo per qualche secondo una reazione che nn tardò ad arrivare. Infatti subito il miscuglio di sostanze divenne nero e cominciò a fare fumo, poi cominciò a ribollore fino a riversarsi dapprima sul piano di lavoro e poi anche sul pavimento.
Il professore arrivò in meno di tre secondi paonazzo di rabbia in volto e guardondoci tutte e due urlò << se nn prendete sul serio questo laboratorio nn veniteci affatto! E signorina, la prego, spenga quel dannato fornello, o vuole imbrattare anche il soffitto? >> imbarazzata, allungai il braccio e spensi l'aggeggio che fece alzare il livello della soluzione ed esplose in una bolla che schizzò la camicia del professore.
<< uscite subito da questa aula!! A fine lezione rimarrete qua finché nn avrete pulito tutto questo macello! >> sbraitò il professore la cui camicia ormai sembrava una tavolozza.
Tra le risate generali io e Margherita uscimmo dall'aula.
<< mi spieghi come ti é saltato in mente di unire le due soluzioni con il fornello acceso? >>mi chiese arrabbiata.
<< nn me lo hai mica detto di spegnerlo! Io ho fatto quello che tu mi hai detto. >>terminai guardandola.
<< ma era una cosa logica cavolo. >> disse nervosamente passandosi una mano fra i capelli.
<< se nn lo avessi notato per me nn era una cosa poi logica. E poi come hai potuto notare sono una vera frana nelle materie scientifiche >> cercai di alleggerire la tensione sorridendo.
Sorriso che la ragazza ricambiò mostrandomi dei denti bianchissimi e dritti e delle stupende fossette agli angoli della bocca.
<< ma dico. Hai visto che faccia quando gli é esplosa quella roba sulla camicia. >>rise facendomi sorridere.
<< si e poi faceva pandan con quel faccione tutto rosso. >>continuai io provocando una risata scrosciante in tutte e due.
<< visto che manca ancora una buona mezz'ora alla fine della lezioni che ne dici se usciamo in giardino ad aspettare? >>mi chise.
<< ok. Almeno siamo sicure che nn ci senta ridere. >>conclusi trattenendo a stento un risolino che la ragazza subito captò e mentre ci avviammo verso la porta ricominciammo a ridere.

<< allora ,mi spieghi come mai a chimica nn c'era Enrico? >> chiesi incuriosita.
<< nn abbiamo piú risolto da ieri e vorrei chiederti scusa approposito. Ma io nn voglio stare con lui solo perché se gli dico che nn provo nulla va fuori di testa. Io voglio andare avanti con la mia vita e magari essere sua amica. Ma cosí complica solo le cose. Capisci? >> mi chiese.
<< certo che ti capisco. Io la penso come te. >> cercai di confortarla mettendo una mano sulla sua, appena la appoggiai però dalla mano mi partirono come tanti piccoli brividi che si irradiarono per tutto il corpo.
<< grazie. Nn pensavo che fossi cosí. Cioé assomigli molto a come ero io. >> mi ridestò dai miei pensieri.
Il suono della campanella segnò la fine delle lezioni e io e Margherita ci alzammo per poi dirigerci verso la classe dove avremmo dovuto pulire il casino che avevo combinato.
La ragazza cominciò a pulire il pavimento con uno straccio umido mentre io con una spugna lavai provetta ,fornello e piano.
Mentre stavo grattando con forza un punto ostinato mi arrivò un grosso schizzo d'acqua sulla schiena facendomi rabbrividire. Mi girai per vedere da dove venisse e notai una Margherita sogghignante intenta a pulire una parte di pavimento già piú che pulita.
Mi girai per continuare il mio lavoro, ma subito mi arrivarono altri schizzi. Cosí pescai con la spugna un po d'acqua e girandomi la lanciai addosso alla ragazza che prese subito altrettanta acqua e me la tirò addosso. Continuammo  cosí per qualche minuto ,usando le postazioni come barriere, finché nn vidi piú Margherita dove l'avevo lasciata. Alzandomi e guardandomi intorno nn mi accorsi della ragazza dietro di me che teneva in mano un secchio pieno d'acqua.
<< nn oserai sul- >>ma nn finií neanche la frase che un onda d'acqua mi investií da capo a piedi.
Subito proruppe in una risata scrosciante, ma la fermai prendendo a mia volta il secchio d'acqua e versandoglielo sopra.
La ragazza mi guardò ridendo e chinandosi a prendere il secchio disse << dai sbrighiamoci ad asciugare che poi andiamo anche noi ad asciugarci. >> concluse divertita.
Velocemente asciugammo il pavimento e riirdinammo, poi prendendo le borse ci dirigemmo in bagno dove cominciammo a cambiarci silenziosamente con i vestiti usati per fisica.
Una volta finito rabbrividií e Margherita notandolo << i miei pantaloni nn sono poi cosí bagnati ,e sicuramente sono piú lunghi di quelli >>disse indicando i miei short << se vuoi te li presto e li ascughi un 'attimo con l'asciugacapelli? >>
<< si ,grazie >>presi gli indumenti e li misi sotto all'asciugatore per qualche minuto,poi me li misi.
Quando mi girai vidi che mi stava fissando, ma poi distolse lo sguardo e chiese << stai piú calda ora? >>
<< Decisamente. Te li riporto domani lavati. >> risposi grata.
Raccogliendo le ultime cose ci avviammo verso la porta e uscimmo dalla scuola.
<< é stato... Divertente. Ci si vede. >> mi salutò mettendo il casco e montando sulla sua moto.
La salutai anche io e montai in bicicletta andando nella direzione opposta alla sua.
Pedalavo  con vigore assaporando la fresca aria che mi scompigliava i capelli bagnati che avevo raccolto in una coda. Stavo ripensando a quello che era successo il pomeriggio quando mi accorsi di essere arrivata a casa.
Entrai e posai il cappotto e la borsa cercando il cellulare che nn voleva proprio venir fuori. Presi la borsa e la rovesciai sulla tavola cercando fra i vari oggetti quello che stavo cercando  senza successo. Provai a pensare a dove potessi averlo perso e mi venne in mente quando mi ero cambiata in bagno, quindi probabilmente doveva essermi caduto e la  Margherita magari lo aveva trovato. Ma allora perché nn darmelo lí? Boh.
Ancora distratta riposi con cura le cose nella borsa e vidi il bigliettino sul tavolo.

Torno per cena. Ho già preparato qualcosa da mangiare é in frigo. Nn aspettarmi, comincia pure. Io mangio a lavoro. Baci papà

Guardando l'ora e mi accorsi che erano solo le 4.35 cosí salií in camera e decisi di fare qualche compito prima di cena. Cosí sfogliai l'agenda per decidere cosa fare e trovai un foglietto con un numero di telefono scritto sopra. Lo girai per cercare di capirne il mittente e vidi scritto il nome di Sofi. Avrei tanto voluto aggiungerlo alla rubrica, ma come facevo senza cellulare?
E poi, ameno che nn lo avesse visto, perché nn poteva darmelo quando eravamo ancora insieme?
Cercando di concentrarmi cominciai a scarabocchiare qualcosa dei compiti d'italiano.
Man mano che passavano i minuti cominciai a concentrarmi veramente ed in poco tempo riuscií a finire tutti i compiti.
Scesi al piano di sotto per andare a prendere un bicchiere di succo ma venni distratta da qualcuno che bussava alla porta. Andai ad aprire e vidi qualcuno che nn vedevo da tanto tempo.

Her smileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora