Da codarda quale ogni tanto mi sento cerco in ogni modo di svignernela o almeno di nascondermi dietro al corpo della mia amica che sembra ancora ignara di chi ci sta venendo incontro e infatti cammina come una lumaca.
Mancano pochi metri alla macchina della mamma di Sofi, giusto per controllare dò un rapido sguardo alle mie spalle e nn appena vedo che si sta avvicinando accellero il passo e trascino Sofia che mi guarda male.
<< la smetti di tirarmi?! E mi dici che cavolo hai?>> scattò ritraendo e massaggiandosi il braccio.
<< cavolo! >> esclamai, osservando che ormai era arrivato.
<< perché stiamo scappando da lui? >> chiese seguendo il mio sguardo.
Nella poca luce rimanente del giorno appena passato il fisico asciutto e palestrato di Enrico apparve in tutto il suo splendore, avvolto in un giubbino di pelle nero e dei jeans attillati della stessa tinta.
Avanzando con la sua solita andatura elegante si avvicinò pericolosamente a me risvegliando la stessa strana sensazione di quel giorno in infermeria.
Sfoderando uno dei suoi sorrisi piú seducenti si avvicinò a noi e chiese in tono innocente << perché mi evitavate? >>
<< io nn ti stavo evitando. Aurora resta una attimo qui che io vado a posare le borse. >> disse Sofi allungandosi per prendere anche le mie, strette saldamente nel mio pugno. Dovette letteralmente strapparmele di mano, ma io nn volevo demordere e restare da sola con lui, cosí rilanciai cercando lo sguardo della mia amica<< sono pesanti, ti aiuto. >> ma nn ci riuscií, infatti << no, tranquilla ce la faccio da sola. Ci si vede Enrico. >> salutò prima di girarsi e andare alla macchina. Se nn la conoscessi abbastanza penserei che stia facendo tutto questo solo per farmi stare da sola con il ragazzo che, proprio difronte a me, sta osservando curioso intimidendomi.
Fissando lo sguardo sulle mani e tormentendomi le unghie evitai in ogni modo di pensare alla presenza di Enrico davanti a me, avvolgendomi in un silenzio imbarazzato, poi spezzato dalla voce roca del ragazzo.
<< dov'é finita la mia tigre? >> chiese con un sorrisetto malizioso.
<< chiariamo; Io nn sono una tigre e tantomeno sono TUA. Nn so a che gioco stai giocando, ma io nn sono come tutte quelle ragazze che ti sbavano dietro e che farebbero di tutto per parlare con te. Stammi lontano. >> spiegai cercando di impormi.
<< vuoi dire che nn ti piace la mia vicinanza? >> chiese venendomi piú vicino.
<< devo andare, lasciami stare. >> risposi cercando di superarlo e scappare.
<< perché vuoi ammettere a te stessa che quando siamo vicini nn senti questa elettricità, questo brivido lungo la schiena, il respiro che accellera? >> disse spingendomi delicatamente all'indietro e intrappolandomi fra il suo petto e una macchina.
Posò una mano sulla mia schiena, facendo scorrere un dito lungo tutta la spina dorsale, provocandomi tanti piccoli brividi e scatenandomi un tumulto di emozioni. Con i suoi occhi fissi nei miei continuò con il suo lento assalto verbale.
<< vuoi dirmi che questo nn ti piace? >> chiese appoggiando anche il suo corpo, aderente al mio. I suoi occhi color ghiaccio erano infuocati e incatenati in una sorte di legame invisibile ai miei.
Potevo sentire il profumo del suo dopobarba da qui e mi inebriava completamente le narici mandandomi in confusione il cervello. Ogni tentativo di riprendere il controllo delle mie facoltà mentali era reso vano dalla sua mano che pian piano si stava facendo strada verso la mia nuca, sapevo cosa sarebbe successo di lí a poco, vedevo il mio desiderio di baciarlo riflesso nei suoi occhi che si stavano abbassando verso di me sempre di piú.Il suono di un clacson in lontananza mi riportò finalmente in me, la bocca di Enrico, ansimante, era ancora concentrata su di me e si stava rapidamente avvicinando nel tentativo di annullare la distanza, posai gentilmente due dita sulle sue labbra carnose per tentare di distoglierlo dal suo intento.
Lentamente si spostò completamente da me, portandosi dietro anche buona parte dell'aroma che prima mi aveva tanto stordita.
Distolsí lo sguardo in fretta da lui fino a riportarlo alle mie scarpe, sentivo le mie guance in fiamme, sicuramente ero arrossita.
<< Enrico.... I-io... Devo andare. Puoi lasciarmi in pace? >> chiesi supplicante sperando che nn accadesse piú, nn sarei riuscita a resistergli una seconda volta.
<< davvero pensi che tu mi interessi? Volevo solo vedere come reagivi. >> disse con tono freddo regolarizzando il suo respiro e facendo comparire sulle labbra, che solo poco fa cercavo le mie, un ghigno crudele.
<< no di certo!! Infatti ho visto quanto ti dava fastidio starmi vicino e come nn volevi baciarmi. Ci vediamo Enrico, tranquillo ti starò piú lontana che posso. Tu ci riuscirai? >> chiesi con un sorisetto seducente prima di girarmi e percorrere a passo di marcia la poca distanza fino all'auto dove mi aspettava Sofi.La serata a casa Rubino era passata veloce e spensierata, i genitori della mia amica si erano interessati alla mia vita riempendomi di domande a cui rispondevo sempre cortesemente, la padrona di casa si era destreggiata ai fornelli facendo una cena buonissima anche se nn avevo molta voglia di mangiare. Ero arrabbiata per il tira e molla di Enrico e innervosita al pensiero che lo stavo anche per baciare, magari poi mi avrebbe preso in giro con i suoi amici. Sofia aveva cercato di estorcermi per tutto il tempo una spiegazione per il mio comportamento del pomeriggio, ma nn volevo parlane, mi ero sentita umiliata e nn volevo che la scena si ripetesse ancora nella mia testa mentre la raccontavo, mi sentivo stupida già abbastanza, ma sapevo che aveva intuito qualcosa.
Eravamo in camera di Sofi, sedute sul suo lettone matrimoniale, a parlare della festa, era molto su di giri e mi stava illustrando tutti i dettagli del suo look, voleva a tutti i costi far perdere la testa al suo ragazzo, Luca, al contrario della mia amica io nn ero entusiasta all'idea di andare a quella festa.
Finalmente la rabbia si stava sciogliendo, fino a scivolare completamente via, era passato parecchi minuti dopo le undici e dovevamo andare a dormire. Ci cambiammo di vestiti, io con quelli prestati da Sofia che mi stavano leggermente stretti su seno e fianchi, e ci metremmo tutt'e due a letto.
Stavo per addormentarmi quando sentií la ragazza accanto a me rigirarsi nel letto e picchittare un dito sulla mia schiena, lentamente mi volsi anche io verso di lei.
<< qualunque cosa succeda fra te e Enrico, Aurora stai attenta...ok? >> sussurò con tono preoccupato.
<< nn preoccuparti, ora dormiamo. Domani abbiamo scuola e quella strepitosa festa che ci aspetta. >> risposi in tono sarcastico.
<< notte Aurora. >> mormorò rigirandosi << notte Sofia. >> risposi sprofondando lentamente nel mondo dei sogni, sogni pieni di occhi color ghiaccio e giubbini di pelle nera.
La mattina mi sveglio frastornata e mi accorgo di nn essere in camera mia, rivedo tutti gli eventi del giorno precedente e affondo il viso nel cuscino sbuffando rumorosamente e svegliando Sofia che si gira mel letto stiracchiandosi e mugolando.
<< buongiorno. >> la saluto
<< buongiorno... Che ora é? >> chiese stropicciandosi stancamente gli occhi.
<< ora di alzarsi. Dai, su. >> dissi tirandola fuori dal letto a fatica.
<< va bene. Prova a trovare qualcosa della tua taglia nel mio armadio. Intanto io vado in bagno. >> disse sbadigliando già fuori alla porta.
Aprií il grande aramdio di Sofi e guardai tutti i suoi colorati capi, alla fine trovai dei leggins fantasia e un maglione largo verde, nn erano il mio genere, ma mi andavano bene e per oggi potevano anche andare.
Mi cambiai velocemente e acconciai i capelli in una morbida treccia laterale, dopodiché aspettai che il bagno si liberasse.
<< Aurora questo colore ti dona una sacco! >> esclamò la mia amica uscendo dal bagno visibilmente piú sveglia.
<< nn so nn mi ci vedo. >> risposi dubbiosa entrando con lei nella stanza.
<< se vuoi puoi tenere quei vestiti, per me sono troppo grandi e poi ripeto, ti donano molto. >> affermò convinta pettinando i capelli davanti allo specchio dell'anta dell'armadio.
<< sicura? >> chiesi. << certo, ma ora dammi un consiglio. >> lanciò un urletto eccitato << vestito o gonna lunga >> chiese mettendomi davanti al naso un vestito con gonna a corolla in jeans e pizzo nero e una gonna lunga blu scuro con ricami argentati.
<< la gonna. >> risposi convinta.
<< perfetto, mi preparo e poi facciamo colazione. Tu vai pure in bagno, se vuoi ti ho lasciato un po di trucchi. >> terminò raggiante accostando varie magliette e top insieme alla gonna.
Mi avviai nella camera adiacente adibita a bagno e chiudendomi la porta alle spalle ammirai la graziosa tinta rosata della pittura ai muri in contrasto con gli asciugamani e i mobili bianchi.
Cercai nella trousse di Sofia il mascara e lo applicai dopodiché ravviavai il ciuffo sfuggito alla treccia e uscií trovando sofia nel corridoio che mi aspettava porgendomi la borsa.
Scendemmo in cucina dove il profumo della colaziome riempiva tutto il piano inferiore di un dolce aroma.
Ci sedemmo sugli sgabelli davanti all'isola della cucina, affamate, dove la mamma di Sofi aveva apparecchiato e aveva sfornato una sacco di crêpes farcite di nutella.
<< buongiorno ragazze. >> ci salutò << nn spevo cosa preferivi per fare colazione cosí ho fatto queste, spero che ti piacciano. >> disse esitante.
<< certo, le adoro. >> risposi allegra addentando un' abbondante forchettata di crêpes e nutella in segno di apprezzamento.
<< cosa vuoi da bere? >> chiese premurosa facendo alzare gli occhi al cielo a sua figlia.
<< mi va bene del succo, di qualunque tipo. >> risposi educatamente tirando un leggera gomitata alla mia amica e vuotando il piatto.
Il cibo era ottimo, mio padre avrebbe sicuramente approvato, ma ero ora di andare cosí prendemmo borsa e zaino e ci avviammo verso la macchina con la signora Rubino, pronte per affrontare un'altra intensa giornata di scuola, che sicuramente sarebbe stata piú movimentata del solito in vista della festa di questa sera.