Avevo le lacrime agli occhi. Jannik mi chiese:«cos'è successo?», non avevo coraggio di rispondergli. Raccontare tutto ad alta voce, di nuovo. Tutti i mesi di tradimenti e litigi, anni di sensi di colpa perché temevo fosse colpa mia. Mio padre che ha fatto da genitore per due, a causa dei suoi matrimoni andati male. Ci sedemmo sul letto e gli raccontai. Speravo che non dovessi più rivivere il tutto, che fosse acqua passata. Jannik mi disse:«l'unica colpa che avevi era il desiderio di sentirti amata da tua madre e di avere un esempio di una relazione sana.» Poi aggiunse:«non hai nessuna colpa.» Mi prese la mano e piansi. Non pensavo che mi toccasse ancora così tanto, ma mi distruggeva nel profondo dopo anni. Mi asciugai le lacrime, dopo aver lasciato le mani di Jannik. Lui mi accarezzò il volto e mormorò:«sei la persona migliore che conosco e non meriti niente di quello che stai provando.» Sorrisi e il rosso aggiunse:«mi piace quando ti rallegri.» In prenda al momento, lo baciai. Non so perché ho agito in questo modo, ma mi piacque molto. Jannik aveva le labbra morbide e aveva un alito profumato. L'odore di menta e mi riempì i polmoni. Quando i nostri volti si allontanano, Jannik non disse niente. Di colpo mi sentivo a disagio. Che cosa avevo fatto? Iniziai a chiedere scusa, avevo sbagliato? Perché? Avevo un peso nel petto. Jannik disse:«in realtà, non è un problema. Mi è piaciuto.»

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poetica
Literatura Feminina"Cara Sophie, grazie di avermi lasciato dormire accanto a te. Spero di non averti fatto sentire a disagio, perché per me non è stato così. Me ne sono andato prima per non destare sospetti non veri e ho gli allenamenti la mattina. Se non ci vediamo...