capitolo 10

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Vivevo la relazione a distanza con ansia addosso. Non lo vedevo, ma sapevo che lui fosse circondato da persone molto più interessanti di me. Certe volte, Jannik era troppo stanco per parlare e io rimanevo nella mia solitudine.

Decisi di chiedere un consiglio alla persona che mi conosceva meglio di tutti, una mia amica d'infanzia. Si chiamava Zoe Miller, ci conoscemmo da piccole perché eravamo vicine di casa. I nostri genitori si conoscevano e, duranti molte litigate tra i miei, mi rifugiavo in casa dei Miller. Da grandi, la nostra amicizia non cambiò, così decidemmo di vivere insieme.

Una sera, entrai in camera di Zoe. Era molto grande, un tempo i muri erano di color azzurro. Ma in quel momento, erano tappezzati di poster di qualsiasi cantante. Il letto a due piazze era davanti alla porta, con sopra una finestra spalancata. Zoe era stesa a leggere, ma quando mi vide entrare chiuse subito il libro. Lei era molto alta, con dei capelli ricci tinti di viola e occhi verdi. Zoe aveva un naso all'insù alla francese, che da piccola invidiavo. Alla maggiore età, la ragazza si fece un piercing al naso. Zoe, vendendomi preoccupata, chiese:«che è successo? hai dato fuoco la cucina?». Sbuffai, certe volte era difficile parlare con lei. Mi chiedevo ancora come facesse a essere una logopedista. Mi sedetti accanto a Zoe, feci un respiro e le raccontai tutto come sempre è stato.

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