Discussioni

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Qualche mattina dopo, i fratelli di Ian scesero in cucina e trovarono la coppia in una discussione accesa. Mickey stava urlando, mentre Ian cercava di mantenere un tono calmo.

"Non capisci, cazzo! Devo dirglielo! È mio padre, anche se è uno stronzo lo deve sapere!" gridò Mickey, la voce rotta dall'emozione.

"Ma, amore, sai come reagirà. È omofobo e non accetterà mai la situazione," rispose Ian, cercando di rimanere sereno. "Perché dobbiamo complicare tutto adesso? Ti ricordo che è lui che ti ha fatto prendere il testosterone per anni perchè evidentemente voleva un figlio maschio"

I fratelli di Ian, seduti in salotto, si scambiarono sguardi preoccupati. "Cosa sta succedendo?" chiese Lip, inclinando la testa verso la cucina.

"Non lo so," rispose Carl. "Sembra che stiano litigando come facciamo io e Debbs."

Dopo un po', Mickey iniziò a piangere istericamente. I fratelli lo videro passare davanti al salotto, con una mano che copriva gli occhi, e poi salì in camera, sbattendo la porta dietro di sé.

"Cazzo, non sembra che stia bene" disse Fiona, alzandosi per andare in cucina. "Chiediamo a Ian."

Entrarono in cucina e trovarono Ian visibilmente scosso, che si passava una mano tra i capelli. "Ian, cosa è successo a Mick?" chiese Lip, preoccupato.

"È... solo ormoni della gravidanza... credo" rispose Ian, cercando di mantenere la calma. "Reagisce in modo ancora più intenso del solito."

"Ma cosa stava dicendo?" chiese Debbie. "Sembrava arrabbiato"

Ian sospirò, cercando le parole giuste. "Mickey vuole parlare con Terry. Dice che anche se è uno stronzo è sempre suo padre e che non può nascondergli la verità, anche se sa come reagirà."

"Non è una buona idea," intervenne Lip. "Suo padre è uno stronzo e basta. Andrebbe a finire male."

"Lo so," ammise Ian, abbassando lo sguardo. "Ma non riesco a farglielo capire. È così determinato. Non so come aiutarlo."

Fiona si avvicinò a Ian e gli mise una mano sulla spalla. "Dobbiamo fare qualcosa. Deve capire che è una cazzata. Se andasse a trovare Terry da solo... non voglio neanche immaginare cosa gli potrebbe succedere. Ricordo cosa è successo quando ha scoperto di voi due..."

Lip annuì. "Forse potremmo parlare con lui, cercare di calmarlo."

Ian sospirò, sentendo il peso della situazione. "Sì, ma Mickey non è proprio il genere di persona che parla apertamente dei suoi sentimenti"

I fratelli si scambiarono sguardi determinati. "Andiamo da lui," disse Lip, pronto a intervenire. "Dobbiamo almeno provarci"

Ian annuì sospirando, e salirono tutti al piano di sopra. Si avvicinarono alla porta della camera dove Mickey si era chiuso, sentendolo singhiozzare. La tensione nell'aria era palpabile, Ian sentiva il cuore battere forte mentre aspettava di entrare.

"Posso provare a parlare con lui," suggerì Fiona, cercando di essere la voce della ragione. "Magari ha bisogno di una voce femminile in questo momento."

"Va bene," acconsentì Ian, mentre i fratelli si sistemarono un po' più indietro, pronti a intervenire se necessario. Fiona bussò delicatamente alla porta.

"Mickey? Posso entrare?" chiese, usando un tono dolce.

Dopo un attimo di silenzio, la porta si aprì lentamente. Mickey, con gli occhi gonfi e il viso arrossato, si girò verso di lei, ma non la guardò. "Cosa vuoi?" chiese, la voce ancora tremante.

"Volevo solo assicurarmi che tu stessi bene," rispose Fiona, facendo un passo dentro la stanza. "Posso sedermi?"

Mickey si sdraiò sul letto voltato dall'altro lato, ignorandola completamente. "Non voglio parlare di nulla" borbottò, la voce carica di frustrazione. "Lasciami in pace."

Gallavich's baby (or maybe babies?😏 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora