We're fucking teens, Ian!

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Ian salì al piano di sopra, aprendo leggermente la porta della camera dove era entrato Mickey.

"Mick...?" chiese, cercandolo con gli occhi.

Mickey era vicino al cassettone, si era tolto la maglietta rimanendo a petto nudo, e quando sentì la voce di Ian si voltò di scatto.

"Possiamo... non parlarne?" gli chiese, con un tono preoccupato che non gli apparteneva "Solo per un po'. P-Per favore"

Ian annuì e gli si avvicinò, baciandogli la testa. Era incredibile che Ian, sedicenne, fosse molto più alto di Mickey, diciottenne. Però entrambi amavano questa differenza di altezza. Era quasi... carina?

Mickey lo spinse contro il letto, facendocelo stendere sopra, per poi sedersi sul suo pacco e iniziare a baciargli il collo. Ian rise maliziosamente, poi si sfilò la maglietta e tolse i boxer a Mickey.

"Non scopiamo da settimane, devo prepararti?" chiese Ian con un sorriso malizioso, gemendo per i baci e i piccoli morsi che Mickey gli stava lasciando sul collo.

"Mmm mmh" rispose Mickey, continuando a baciare il collo di Ian.

Ian era fottutamente bravo a farlo. Gli infilò un dito dentro, con un'azione veloce e calcolata, facendo cadere la testa di Mickey all'indietro e sentendolo gemere.

"Mmmm... cazzo, Ian..." gemette Mick, iniziando ad alzarsi e abbassarsi sulle dita di Ian, che erano arrivate a stimolargli la prostata "Cazzo... scopami..."

Ian non se lo fece ripetere due volte. RItirò la mano, mentre Mickey si inginocchiava tra le sue gambe sfilandogli i boxer con la bocca.

Ian lo prese per le spalle, posizionandolo a quattro zampe sul letto, con i gomiti appoggiati sul materasso. Dopo essersi lubrificato il cazzo, entrò dentro MIckey piano, facendolo gemere, per fargli sentire ogni millimetro del suo cazzo penetrare fino in fondo. Gli prese i fianchi con entrambe le mani, sbattendoli sui suoi, mentre i gemiti di entrambi avevano riempito la stanza.

Dopo un po' le mani di Ian si staccarono dai fianchi dell'altro, arrivando fino alla pancia, che iniziò a sfiorare come faceva ogni volta che scopavano. Di solito Mickey amava il modo in cui le delicate dita di Ian gliela toccavano, sfiorando il suo ombelico. Ma in quel momento quel gesto gli fece tornare in mente che nella pancia che Ian stava sfiorando in modo così provocatorio, c'era un bambino. Il loro bambino.

Improvvisamente si sentì mancare l'aria, credeva di svenire, non riusciva più a respirare.

"Ian..." mormorò, ma lui non si fermò. Perché avrebbe dovuto, dopotutto? Mickey amava urlare il suo nome mentre scopavano e Ian lo sapeva. Credette che fosse solo una provocazione.

"Ian!" riprovò, questa volta gridando, ma Ian non si fermò neanche ora, continuò ad uscire ed entrare dentro Mickey sempre più veloce, dato che le sue urla lo eccitavano più di ogni altra cosa.

"Cazzo, Ian, fermati!" urlò improvvisamente Mickey, stringendo i bordi del letto senza riuscire a respirare. "Cazzo, non respiro..."

Ian si fermò di colpo, uscendo dal corpo di Mickey. Gli mise una mano sulla schiena, cercando di farlo girare per capire cosa fosse successo, ma lui si alzò di scatto e, dopo essersi rimesso i boxer, si avvicinò alla piccola finestra dall'altro lato della stanza, cercando di aprirla.

"Hey, che cazzo succede, Mick?" chiese Ian preoccupato, infilandosi i boxer. Mickey riuscì ad aprire solo di poco la finestra, da cui entrò il vento gelido dell'inverno di Chicago. Anche se si congelava, l'aria che entrava da fuori gli dette un po' di sollievo, anche se si sentiva svenire. Il suo respiro era affannato, stava avendo un cazzo di attacco di panico.

Gallavich's baby (or maybe babies?😏 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora