Wait, what? 😕

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Mickey si piegò in avanti, il viso contorto in una smorfia di dolore. Il rumore del vomito che rimbombava nel cesso sembrava echeggiare in tutta la casa. "Cazzo," mormorò tra un conato e l'altro.

Ian, in piedi dietro la porta del bagno, si grattò la nuca e chiese con preoccupazione: "Mick, come stai?"

Mickey sbuffò, uscendo dal bagno con aria di sfida. "Che cazzo di domanda è?" rispose, mentre si asciugava la bocca con il dorso della mano.

"E' da giorni che stai così," insistette Ian, scrutandolo con preoccupazione mentre scendevano le scale per andare in cucina "Pensi che sia solo un'influenza?"

"Di sicuro" borbottò Mickey, ma la sua voce tradiva un certo scetticismo. "Non è nulla di che, Ian. Solo un po' di nausea."

Seduti a tavola per colazione, Mickey si sforzò di mangiare un pezzo di toast, ma già mentre stava per morderlo, un'altra ondata di nausea lo colpì. "Cazzo!" esclamò, alzandosi di scatto per correre in bagno a vomitare di nuovo.

Ian lo guardò, allarmato. "Mick, non puoi continuare così, cazzo!"

Mickey si precipitò in bagno, imprecando mentre chiudeva la porta dietro di sé. Ian si passò una mano sul viso, frustrato. Non poteva credere che il suo ragazzo stesse così male e non volesse ammetterlo.

Quando Mickey tornò, visibilmente scocciato, Ian si fece coraggio. "Devi vedere un medico, Mick. Non puoi continuare così"

Mickey lo fulminò con lo sguardo. "Non ho bisogno di un cazzo di dottore! È solo un'influenza!"

"Ma è da giorni che stai male! Non è normale!" replicò Ian, alzando la voce. "E' da... quando abbiamo scopato senza protezioni, sono già quasi due settimane!"

Mickey si sedette di nuovo, sbuffando. "Non ho tempo per queste stronzate. Ho altre cose a cui pensare."

"Tipo cosa?" Ian si sentiva frustrato. "Ascolta, voglio solo che tu stia bene. Non posso essere qui, a mangiare toast mentre tu vomiti come un cazzo di geyser!"

"Non ho voglia di farmi visitare, cazzo!" rispose Mickey, alzando la voce. "È imbarazzante."

"Imbarazzante? Sei serio?" Ian scosse la testa incredulo. "Cosa cazzo ti dice la testa? Non sei mica più debole se vai dal dottore. Solo una persona intelligente che si prende cura di sé."

Mickey, finalmente, abbassò lo sguardo. "Sì, cazzo, va bene. Ma non voglio che mi facciano un sacco di domande del cazzo."

Ian sorrise, sollevato. "Si, si, certo. Ora lasciami telefonare a uno studio medico."

Si alzò e si diresse verso il telefono fisso, mentre Mickey si lasciava andare con un sospiro pesante. "Cazzo, spero che sia solo un'influenza. Non ho voglia di passare il pomeriggio in un cazzo di studio medico."

Ian alzò gli occhi al cielo mentre componeva il numero.

Mickey si sedette al tavolo, sorseggiando il suo caffè e guardando Ian con una certa apprensione. "Cerca di non farti prendere dal panico, ok? Non è la fine del mondo. E' solo... una cazzo di influenza"

"Lo so, lo so," rispose Ian, mettendo giù il telefono. "Appuntamento fissato per questo pomeriggio. E ora, smettila di lamentarti e mangia quel cazzo di toast."

Mickey non poté fare a meno di sorridere, anche se non era convinto. "Sei un rompicoglioni, Gallagher."

"Anche tu," rispose Ian, baciandogli la testa. Poi, tornando serio, continuò "E... portiamo anche quelle pasticche del cazzo oggi pomeriggio. Voglio sapere cosa sono" Mickey non rispose, prese la tazza di caffè fumante e salì le scale.

Gallavich's baby (or maybe babies?😏 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora