Bipolar attitude

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Quella notte, Ian e Mickey rimasero svegli, riuscirono ad addormentarsi solo alle prime luci dell'alba. Ian era euforico, gli aveva raccontato un sacco di barzellette e storie del cazzo per farlo ridere. Ian adorava sentirlo ridere, perchè non lo faceva mai con nessuno tranne che con lui. Tuttavia, c'era qualcosa di strano nel suo sguardo. La mattina dopo, infatti, Ian non si alzò. Rimase a letto tutto il giorno, con un'aria assente e triste.

Mickey, preoccupato, provò a parlargli. "Ehi, come stai? Vuoi un caffè o qualcosa?" chiese, sapendo benissimo cosa aveva.

"Lasciami in pace..." mormorò Ian, senza nemmeno alzare lo sguardo, nascondendosi sotto il lenzuolo.

"Merda, Gallagher..." sospirò Mickey, preoccupato per lui. "Un altro crollo psicotico? Stai... stai prendendo le medicine?"

"Finite..." fu l'unica risposta di Ian, e Mickey sentì il suo cuore battere più forte.

"Merda..." mormorò prima di scendere in cucina.

Mickey rimase un po' con Ian, accarezzandolo, ma lui non voleva parlare, era chiaro che stava malissimo. "Fiona, hai visto Ian? Sta fottutamente male, cazzo" disse, mentre apriva un pacchetto di patatine.

Fiona, allarmata, rispose: "No, non l'ho visto. E'... per il bipolarismo? E' a letto?"

"Si, cazzo, è... depresso e non vuole alzarsi" esclamò Mickey, col cuore in gola. "Mi ha tenuto sveglio tutta la notte a raccontarmi battute del cazzo e ora non si alza più dal letto... Ha detto che le medicine sono finite, merda"

"Cazzo...Chiamo Debbie, può andare lei a prenderle" disse Fiona, aprendo il barattolo di pasticche e vedendo che effettivamente era vuoto. "Debbie! Vieni qui!"

Debbie comparve dalla sua camera, guardando Fiona con curiosità. "Che succede? Perché sei così agitata?"

"Devi andare a comprare le pillole per Ian. Sono finite e ha un crollo psicotico" spiegò Fiona, con gli occhi lucidi dall'ansia.

"Sì, vado subito!" rispose Debbie, affrettandosi verso la porta.

Fiona si girò verso Mickey, vedendo che era agitatissimo. "Hey, tranquillo, starà bene. Deve solo prendere le medicine e stare un po' a letto" gli disse, cercando di sorridere.

Mickey, però, si sentiva inquieto e decise di salire in camera per controllare come stava Ian, seguito da Fiona. Ma quando arrivarono, la stanza era vuota. "Cazzo, dov'è andato?" urlò Mickey, la voce rotta dal panico.

Fiona si guardò attorno, spaventata. "Merda... Ian!" chiamò, ma non ricevette risposta. "Cazzo, dobbiamo trovarlo!"

Iniziarono a cercarlo in tutta la casa, ma di Ian non c'era traccia.

Poi, all'improvviso, notarono che la porta sul retro era spalancata. "Cazzo, no!" esclamò Mickey, consapevole che Ian era uscito di casa da solo nel bel mezzo di un crollo psicotico.

"Mickey, calmati! Non dobbiamo perdere la testa," disse Fiona, cercando di mantenere la calma. "Vado a chiamare Lip e Carl"

Mickey annuì, ma sentiva il cuore battere forte nel petto. "Merda, Ian, dove cazzo sei" si disse tra sé.

Fiona, con gli occhi lucidi, chiamò Lip e Carl. "Ian ha avuto un crollo psicotico e... è scappato!" spiegò, la voce tremante. "Debbs è andata a ricomprare le medicine, erano finite"

"Merda, arriviamo!" rispose Lip, e Fiona si girò verso Mickey. "Resta qui, Mick. Andiamo noi. Non possiamo permetterti di stressarti e correre troppo durante la gravidanza, soprattutto ora che sei all'ottavo mese."

Mickey si sentiva impotente. "Ma che cazzo dici? Non lo lascio solo! Vengo anche io, cazzo!" esclamò, la frustrazione nella sua voce.

Fiona annuì, passandosi una mano sul viso.

Lip, Carl e Debbie rientrarono poco dopo, allarmati, chiedendo di Ian.

"E' uscito poco fa, non so dove cazzo sia andato... merda" mormorò Mickey, bevendo un bicchiere d'acqua per cercare di calmare l'ansia.

I Gallagher e il Milkovich uscirono, intenzionati a trovare Ian, e girarono tutta la città per trovarlo.

Quando finalmente lo trovarono, Ian era rannicchiato in un angolo dietro l'alibi, con le mani tra i capelli e gli occhi lucidi. "Cazzo... cazzo..." mormorava.

Mickey si avvicinò, cercando di mantenere la voce calma. "Ehi.... Ehi, guardami, cazzo. Sono qui. Torniamo a casa, ok?"

Ian alzò lo sguardo, e per un momento sembrò tornare in sé. "Scusa Mick, non so cosa mi sia preso"

"Non è colpa tua, lo sai" rispose Mickey, sedendosi accanto a lui. "E' quella cazzo di malattia di merda"

I Gallagher si avvicinarono, aiutandolo a rialzarsi avvolgendolo in una coperta, dato che era pieno inverno e lui era uscito in boxer e canottiera. "Andiamo a casa" disse Lip. Poi, ridendo per alleggerire la situazione, continuò "Non ti libererai di noi così facilmente."

Tornarono a casa e Fiona si mise subito all'opera, preparando un bagno caldo per Ian. "Dai, Ian, un bel bagno ti farà bene," disse mentre riempiva la vasca. "Hai bisogno di rilassarti."

Mickey, seduto sul divano, stava contemplando il vuoto, con ancora il terrore negli occhi. Non voleva ammetterlo, ma quel cazzo di bipolarismo di Ian lo spaventava a morte, sapeva bene cosa poteva succedere. Fiona si sedette accanto a lui e lo guardò seriamente. "Mickey, devi stare tranquillo. Ian sta bene"

Mickey si alzò di scatto, urlando: "E che cazzo ne sai tu?!" La sua voce risuonò nel soggiorno mentre si dirigeva rapidamente verso le scale. "Quella cazzo di malattia mentale lo sta uccidendo! Non puoi sapere cosa potrebbe fare!"

Salì le scale e si chiuse in camera, sedendosi sul letto. Fiona entrò poco dopo, chiudendo delicatamente la porta dietro di sé. Si sedette accanto a Mickey, ma lui non la guardò.

"Mickey, ascolta," iniziò Fiona con un tono gentile, "è normale avere paura per le persone che ami. Anche io ho paura per Ian. Però la differenza è che io sono abituata, so come mi devo comportare, non mi faccio prendere dal panico perchè ho imparato da mia madre, lo sai che anche lei era bipolare. Tu devi ancora capire cosa devi fare in queste situazioni, ed è normale, hai solo 18 anni e questa è una cosa seria"

"Fottiti" rispose Mickey con tono duro, ma la sua gamba stava ancora tremando. "Non devo imparare un cazzo, ho capito che è una malattia di merda"

Fiona notò la gamba di Mickey che tremava nervosamente, quindi decise di cambiare argomento, capendo che Mickey non si sarebbe certamente aperto con lei in quel momento.

"Cambiando argomento," disse Fiona, cercando di allentare la tensione. "Posso sentire la bambina?"

Mickey sbuffò, ma poi, dopo un attimo di esitazione, le prese la mano e la guidò sul pancione. "Senti qui," disse, i suoi occhi ancora carichi di emozioni contrastanti.

Fiona sorrise, sentendo un calcio deciso. "Wow, sembra forte!" esclamò, cercando di riportare un sorriso sul volto di Mickey.

"Già..." rispose Mickey, cercando di sorridere, ma la sua voce era ancora tesa. "Mi sta uccidendo, cazzo, non fa altro che scalciare"

Fiona lo guardò con affetto. "Perlomeno significa che è in forma!"

Mickey sorrise debolmente, probabilmente era una delle poche volte in cui qualcuno che non fosse Ian lo vedeva sorridere. Era la bambina che lo faceva stare bene, la stessa bambina che solo 7 mesi prima aveva pensato di abortire.

Gallavich's baby (or maybe babies?😏 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora