CAPITOLO 10

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🌸SARA

Tornata a casa.
Quel ragazzo mi vuole morta.
Ma avete visto come ci ha provato ?! Al solo pensiero mi manca l'aria.
Dio cosa darei per averlo tutto mio.
Però adesso finalmente sono a casa.
Finalmente perché sono stanca morta e ho bisogno di una bella dormita.
Comunque la sua ex...mi sta già sul cazzo.
Domani dimettono mamma, non vedo l'ora di riaverla a casa, mi è mancata molto.
Salvo in camera mia e metto il mio bellissimo pigiama rosa in raso.
Adoro i vestiti in raso. Sono così comodi e profumati..
Vado al bagno per struccarmi e dopo torno in camera.
Sprofondo nel mio letto e buonanotte. 🩷

L'INDOMANI.
Mi sveglio e sono le 8:30; alle 9:00 inizia il mio turno al lavoro, quindi salto subito dal letto, buttando a terra la mia mascherina per gli occhi.
Spero di arrivare puntuale al lavoro.
Ultimamente sto rischiando parecchio e... merda! Sicuramente il capo mi licenzierà se continuo così.
Scendo in cucina e decido di prepararmi dei pancake proteici; va bene essere in ritardo, ma mai rinunciare alla colazione. Come si può iniziare la giornata senza far colazione?
Dopo 10 minuti sono pronti.
Li metto sul piatto a tavola e li condisco con del miele a basso contenuto di zuccheri e delle fragole.
Mhh, già ho l'acquolina in bocca solo a guardarli.
Sono brava a cucinare; non voglio vantarmene, ma mamma me lo dice quasi sempre.
Taglio i miei pancake e inizio a mangiare.
Nel frattempo prendo il telefono e CAZZO.
Sono le 8:40, non arriverò mai in orario.
Mi sbrigo a finire i pancake e corro al bagno.
Faccio una doccia veloce, la mia skincare e poi subito in camera.
Mi precipito nell'armadio e CAZZO.
Quante volte ho detto questa parolaccia?
Ho scordato la divisa al negozio.
Questa è colpa di Niall... quel ragazzo mi fa perdere la ragione.
Sbuffo e decido di mettere un jeans blu chiaro con una canottiera bianca con due ciliegie stampate.
Torno in bagno, spazzolo i capelli; non mi va di lasciarli così, quindi li piastro velocemente, oggi li voglio mossi.
Dopo aver finito con la piastra e aver passato i miei oli sui capelli, corro di nuovo in camera per truccarmi un po'.
Ci tengo troppo ai miei capelli; del trucco posso anche farne a meno, ma oggi sembro proprio un cadavere, quindi almeno un po' di fard e blush ci vogliono.
Finisco, prendo lo zainetto con il necessario, lo metto sulle spalle e corro giù.
Prendo le chiavi di casa ed esco velocemente, chiudendo a chiave la porta.
Corro da Nina, la mia macchina, entro e accendo il motore.
E parto.

Oggi prendo la macchina, visto che è tardissimo.
In 5 minuti dovrei arrivare.
Matilde oggi ha iniziato già alle 6:00, quindi alle 9:00 finisce lei e inizio io fino alle 12:00.
Il telefono squilla.
Merda! Alla guida non posso utilizzarlo.
Controllo chi è, uscendo dallo zainetto ma stando attenta alla guida.
Dopo un po' di difficoltà riesco a prenderlo e controllo.
Mi stanno chiamando dall'ospedale... che ansia!
Rispondo.
La conversazione dura circa tre minuti e poi stacco.
Faccio un respiro di sollievo.
Dimettono mamma per le 13:00.
Perfetto... il tempo di uscire dal lavoro, recarmi in ospedale, prendere mamma e tornare a casa per pranzare, e poi non lo so.
Sospiro... e mi arriva un'altra chiamata.
Abbiamo capito che questa giornata non è iniziata benissimo. Avevo solo una cosa da fare: andare al lavoro. E invece sembra che ne stia facendo mille al secondo.
Rispondo alla chiamata, ma senza prestare attenzione a chi sia, perché tengo gli occhi puntati sulla strada; non voglio fare un incidente.
«Pronto?»
«Buongiorno, Puffetta!» Una risata. Una voce dolce in sottofondo e CLACKSON.
Freno immediatamente e sbatto la schiena contro il sedile.
Cazzo, non avevo visto la macchina.
Niall, colpa tua.
«Niall... buongiorno, dimmi!» Mi mandi il cervello in tilt.

«Tutto a posto? Cerca di non fare incidenti, che ti voglio viva.» Che simpatico.
Riprendo la guida.
«No, grazie per la preoccupazione, ma non devi.»
«Oggi prendo un treno per Milano; ho un concerto lì. Ti va di venire con me?»
.....
Cosa? Io al concerto di Niall.
ODDIO, SISISISI.
Cerco di non sclerare e di realizzare che andrò a un suo concerto, soprattutto perché mi ha invitata lui in persona. Cioè, telefonicamente, ma ci siamo capiti...
«Ma a che ora?» Oddio, no... realizzo.
Oggi ho tremila cose da fare... credo che dovrò rinunciarci...
«Alle 10:00 ho il treno,» ma io alle 10 sono al lavoro.
«Ah...» dico dispiaciuta.
"Fa male sognare troppo, Sara."

Sospiro. «Mi dispiace, Niall, ma ho tanto da fare oggi.»
Cerco un posto perché sono arrivata a destinazione e posteggio trovandolo subito, fortunatamente.
«Ci sarai, giusto? Se no, passo direttamente a prenderti io e ti porto in stazione con la forza.»
«Mhh, senti, per quanto mi piacerebbe, e giuro che non sto mentendo, devo ricordarti che ho un lavoro. E oggi finisco di lavorare alle 12:00...» che palle...
«Ma che te ne frega del lavoro?»
«Niall, io con quello ci campo. A te non serve, a me sì, e ora sono in ritardo. Ci sentiamo.» Stacco.
Ogni volta che ha da dire qualcosa sul mio lavoro, sottovalutandolo, mi fa proprio innervosire.
Metto il telefono in tasca, prendo lo zainetto e le chiavi della macchina, mettendole dentro lo zainetto, ed esco, chiudendo la macchina.
Sono le 10:10. MERDA.
Corro in caffetteria ed entro.
«Buongiorno!» Ansia, panico, terrore.
Cosa ci fa il capo qui?!
Guardo Matilde e lei guarda me con un'espressione dispiaciuta... non voglio nemmeno pensarci!
«Allora, vediamo un po'...» Il capo del bar si avvicina a me. «Salti i turni di lavoro, non vieni, lasci a metà e adesso ritardi pure...» Ha ragione, ha ragione!
Come rimedio adesso?
«Così non va bene.»
Matilde fa un passo indietro e torna a pulire il bancone.
Non penso sia stata lei a dirglielo...
«Io noto tutto, Sara. Tutto.» Abbasso la testa senza nemmeno guardarlo negli occhi.
«Mi dispiace, ma—» mi interrompe.
«Nessun ma. Io voglio serietà qui dentro! Sei licenziata, esci da qua adesso.» Licenziata.

𝐐𝐮𝐞𝐥 𝐟𝐢𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐢 𝐮𝐧𝒊𝒔𝒄𝒆 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora