CAPITOLO 19

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                     SARA🌸

Dopo mezz'ora mi trovo fuori con Niall, davanti all'ingresso di casa mia. È venuto per darmi delle spiegazioni, per cercare di capire insieme chi diamine possa essere stato a mandare quella lettera.

Ha provato in tutti i modi a giustificarsi, cercando di trovare parole che rendessero la situazione meno pesante. Ma alla fine, è crollato. Ha ammesso i suoi errori. Ha confessato che, la notte di Halloween, ha fatto altro mentre io ero dispersa e sola in una casa sconosciuta.

Non mi aspettavo un trattamento regale da parte sua. Ma è stato lui a promettermi che non mi avrebbe lasciata andare a New York da sola, che sarebbe rimasto al mio fianco. E invece, quella notte mi ha abbandonata. Mi ha lasciata sola.

E sappiamo tutti com'è andata a finire. Non riesco nemmeno a pensarci senza un brivido lungo la schiena. Grazie a Dio sono ancora qui. Non tutti sono così fortunati. C'è gente che muore per colpa dell'alcol, e io... io avrei potuto fare una fine ben peggiore con quella droga iniettata nel corpo. Non ne avendo mai fatto uso.

«Lo so, ho sbagliato! Sarei dovuto restare con te, invece mi sono comportato come un pezzo di merda.»
Niall si passa una mano tra i capelli, un gesto nervoso che lo rende ancora più dispiaciuto. Solo adesso noto che ha tagliato il ciuffo, tornando ai suoi ricci corti che rivelano il suo aspetto naturale.

Amo quei ricci.
Ma per quanto lui possa mostrarsi pentito e dispiaciuto, io non riesco a dimenticare. Mi sento delusa. Peggio, mi sento illusa. E se c'è una cosa che odio più di ogni altra, è proprio quando qualcuno mi fa credere in qualcosa che poi si rivela una bugia. Oddio l'illusione più delle delusioni.

«Mi dispiace, Niall. Mi hai delusa. Io... io non me lo aspettavo da te.»
Sospiro, un respiro amaro che mi pesa sul petto.

«Se c'è una cosa che posso giurarti...»
Anche lui sospira, con una nota di tristezza nella voce.
«È che non ti ho mai usata. Tutto quello che abbiamo vissuto è stato vero.»
Mette le mani nelle tasche del giubbotto di pelle che indossa, abbassando lo sguardo per un istante.

Non so cosa dire. Ho il cuore a pezzi. Troppi lo hanno già ridotto così, spezzandolo pezzo dopo pezzo. La prima delusione è stata mio padre.
Sì, proprio lui.
Se qualcuno mi chiedesse quale sia stata la mia prima delusione in amore, risponderei senza esitare: mio padre.

Faccio un passo indietro, appoggiandomi alla porta d'ingresso. Respiro a fatica, cercando di trattenere le lacrime che minacciano di scendere. Non piango mai, e questa è una regola che mi sono imposta. Sono brava a nascondere il dolore, a seppellire le ferite.

«Vorrei crederci, ma non ci riesco, Niall...»
Lo dico con la voce rotta. È la verità. Vorrei davvero credergli, ma ogni volta che mi fido di qualcuno, tutto va a pezzi. Sempre.

Lui si avvicina. Mi prende le mani tra le sue, cercando il mio sguardo con dolcezza. «Scusami... Mi farò perdonare, promesso.»
La parola "promesso" mi trafigge. È una lama fredda che si infila nel petto. Mi ritrovo a tremare, e in un gesto istintivo, ritraggo le mani dalla sua presa, nascondendole nelle tasche della felpa.

Le ultime parole di mio padre sono state: "Tornerò a casa, promesso."
Ricordo ancora quelle parole. Sono incise nella mia mente, come tagli di lametta sulle vene. La lametta con cui ho giocato troppo durante l'adolescenza, quando avevo tra i quattordici e i sedici anni.
Io odio le promesse.

«Vattene, Niall.»
Con un gesto veloce, sposto i capelli dietro la schiena, il mio tono si fa freddo e deciso. Non voglio davvero cacciarlo via, ma so che è necessario. Lui mi rende vulnerabile, e io sono stanca di essere trattata male dalle persone a cui tengo di più.

𝐐𝐮𝐞𝐥 𝐟𝐢𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐢 𝐮𝐧𝒊𝒔𝒄𝒆 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora