2 capitolo.

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ALIZÉE

Alzando lo sguardo, vedo l’uomo più bello che abbia mai visto, occhi azzurri penetranti, mi stanno fissando, i suoi capelli castano scuro, sono perfetti, indossa un completo blu scuro, cravatta grigio ghiaccio, una camicia bianchissima.
Nell'aria un profumo intenso di dopo barba al sandalo, noto il suo sorrisetto derisorio, le sue dita premono con forza la mia vita.
Uomini così esistono realmente? Non sono solo nelle riviste per farti capire quando sono irraggiungibili, se non sei anche tu una super-modella?
Mi alzo per ringraziare e scusarmi, vedo una ciocca dei miei capelli impigliata in uno dei suoi bottoni, perché deve sempre andare tutto male?
Non siamo in uno stupido Drama! dove alla protagonista, accade sempre, di inciampare è pur vero, che io ho sempre la testa tra le nuvole, ma non deve accadere, quando ne vale la mia vita lavorativa.
- Sono desolata, mi scusi tanto, aspetti che mi libero. - Sento che tutti stanno parlando tra di loro, vorrei sprofondare dalla vergogna, mi tremano anche le mani.
- Forbici .- Cosa vuole fare ..? No! ti prego i miei capelli 😱, li curo in modo maniacale, non posso permetterlo.
- No! aspetti - Cerco di sbrigarmi, alla fine ce la faccio, con forza strappo i miei capelli dal suo bottone, vedo che sono rimasti impigliati dei capelli, il dolore è sopportabile, mi massaggio la testa.
Mi spinge via lontano da lui, vedo la mia ciocca di capelli per terra.
- Urlo, come cavolo si e permesso!! non ha sentito che ci avrei pensato io.
- È impazzito perché lo ha fatto?-
- Non c'è bisogno di questa scena drammatica -
- Mi ha tagliato i capelli!- Lo guardo male, il suo sguardo pieno di indifferenza, non mi piace, vorrei urlare, in questo ufficio nessuno lavora? Stanno tutti fissando noi due.?
- Le sembra una buona ragione per urlare ? Sta disturbando tutti - Gli faccio il verso, chi è per comportarsi così nei miei confronti.?
- Mi scuso con tutti. - Dal modo in cui vestito deve essere importante, un pezzo grosso, il suo sguardo mi fa paura.
- Perché è qui? lei non è una dipendente..?-
- Sono qui per un colloquio di lavoro .- gli mostro il volantino, ha gli angoli strappati.
- Aspettavamo alle cinque le candidata, non da una buona impressione ..-
- Sono 2 minuti di ritardo. -
Si mette le mani tra i capelli sospirando, rimango imbambolata, è davvero bellissimo, anche se i suoi brutti modo di fare gli fanno perdere un mucchio di punti.
- Mi segua. -
Stringo forte il mio zaino, con un solo sguardo tornano tutti con la testa chini, sulle loro scrivanie, apre la porta, mi fa entrare, poi chiude la porta alle sue spalle.
Il suo ufficio è più grande del mio appartamento, dietro di lui, una vista da mozzare il fiato, riesco a vedere la Tower Bridge.
Delle bellissime veneziane, color grigio ghiaccio, un divano nero di pelle, dietro una libreria, sul muro una mensola con delle piantine dell'ikea, tutto così minimalista, nessun quadro che ha più di tre colori, sono tutte fotografie in bianco nero.
- Si sieda, ha un curriculum..?-
- Si.- apro il mio zaino, per fortuna me ne sono ricordata di farmi una fotocopia, lo legge, alza un sopracciglio, non c'è molto non ho mai lavorato, ma so perfettamente due lingue, servirà a qualcosa.
- Non ha mai avuto esperienza di nessun genere, signorina Alizée?- legge il mio nome scandendo le lettere, mi fisso a guardare le sue labbra.
- No, frequento l'università - Il suo sguardo su di me è enigmatico, non ho idea di cosa gli passi per la testa, questa cosa mi destabilizza riesco a capire le persone osservandole, lui invece sa come nascondere le sue emozioni.
- Parla veramente queste due lingue in modo fluente?-
- Certo.- mi guarda, con uno sguardo profondo, respiro, sorrido per rispondere.
Mia madre è italiana, mentre mio padre era di Malaga -
- Ultimo libro letto ..?-
- Una saga ..-
- Genere..?-
- Fantasy, vampiri..- Alza di nuovo il sopracciglio, non sembra convinto, non ho mai fatto un colloquio, non ho idea quali siano le risposte giuste.
- Anne Rice cronache dei vampiri.- Mi sto agitando, sono venuta qui senza prepararmi alle sue domande, pensavo che bastasse la mia voglia di leggere.
- Mi può dire al mese quanti libri legge? Il genere che preferisce, non mi dica quelli dell'università.- Sorrido, sa fare le battute, mi bloccò, vedendo che lui non ride.
- Dipende, se ho abbastanza tempo anche 6, dipende anche da come è lungo, praticamente 250 pagine sono una passeggiata, in due ore lo finisco.
Ho sempre letto, i libri per me sono meglio di     qualsiasi altro regalo, altro che diamanti. - Quando sono scema, i suoi occhi fissi iniziano a mettermi a disagio, il suo sorrisetto invece mi irrita, si sta divertendo a vedermi in difficoltà.
Si sta appuntando tutto quello che dico, deve essere molto puntiglioso, la sua scrivania è impeccabile niente fuori posto soffrirà di Doc?
- I romanzi in generale, tranne per le autobiografie e i gialli.-
- Ho visto che abita molto lontano, questo è un problema?-
- Perché?-
- Relazioni giornaliere, con lei dovrà essere settimanale, ma odio aspettare. - lo guardo, cosa significa? Che ho il lavoro? Perché cavolo si ostina a non farmi capire niente, mi mordo il labbro inferiore, sono confusa.
- Sono molto precisa, oggi ho avuto un imprevisto. – Mi ride in faccia, stringo i pugni per resistere dalla voglia di lanciargli lo zaino in faccia.
- Le faremo sapere, lasci i suoi recapiti alla mia segretaria - mi apre la porta del suo ufficio, mi mette una mano sulla spalla.
- Buona giornata.- Mi sta dicendo di andare? Senza nemmeno guardarmi? Se lui sarà il mio capo sono nei guai.
Ė arrogante, presuntuoso, stronzo, un Maō ( Diavolo) lo odio.

Un Maô (diavolo) innamorato -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora