9 capitolo

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ALIZÉE

Il mio lavoro mi piace molto, Amon è un capo esigente, puntiglioso, lunatico, non so molto della sua vita privata, dal modo in cui tutti lo descrivono non si avvicina alla realtà.
I suoi modi sono gentili, anche se ha la capacità di fulminarmi con lo sguardo, le voci che sento tra i dipendenti mi vedono come una gatta morta, mi fa ridere perché sono un imbranata totale con gli uomini.
Mia zia Susy non fa che ripetermi di trovarmi un fidanzato, ora che sa che faccio un lavoretto part-time non ho più scuse, per lei unica ragione che non ho un ragazzo è perché esco poco, la vera ragione è che sono timida, imbranata.
Amon lavora anche più di otto ore al giorno, dove ha la forza di uscire con delle ragazze? Con una come me ? Lui è abituato ad una Bella Hadid.
Le sue segretarie cambiano molto spesso solo tre sono sempre fisse, mi evitano, non ho mai avuto la possibilità di socializzare con loro, ma sentono il bisogno di farmi sapere che si organizzano di uscire insieme dopo il lavoro.
Mi sento come quando ero alle medie, non ricordo di essere mai andata a nessun. compleanno dei miei compagni, sono stati anni duri dove non capivo perché non volessero parlare con me.
Mi sono sempre detta che la colpa fosse mia, non amavo le stesse cose, io amavo i libri, guardare gli anime, non seguivo la moda, nemmeno mi interessava avere le ultime scarpe di tendenza, i ragazzi non parlavamo con me ero considerata strana.
Ora non mi tocca, sono diventata forte, ho capito che è inutile rincorrere qualcuno se non ti dà modo di raggiungerlo .
- Vi ho portato il caffè ve lo lascio qui - mi guardano senza dirmi nemmeno grazie, sbuffo entro nell'ufficio di Amon senza voltarmi.
Lo vedo  seduto sulla sua sedia, stremato, quando è stanco manda indietro la schiena, ho scoperto così che porta gli occhiali.
Vederlo rilassato, con gli occhi chiusi è stato strano, mi piace guardare il suo profilo, ha ciglia lunghe, folte, naso alla greca, le sue labbra sono carnose, un perfetto personaggio da Drama.
- Signorina Sierra la smetta di fissarmi -
- Non sapevo portasse gli occhiali -
- Sono per riposare gli occhi - si tocca la spalla una smorfia appare sul suo viso.
- Vuole un massaggio? sono brava -
- Ha studiato per dirlo? -
- No, sono le mie amiche a dirlo io mi fido di loro - si alza si leva la giacca poggiandola con cura sulla sedia, si sbottona due bottoni, rimango a fissarlo lo fa con tanta disinvoltura.
- Su che aspetta ho solo cinque minuti - mi metto dietro di lui ha le spalle grandi, calde, tesissimo sento i suoi nervi completamente tesi.
Premo con forza i punti dove si accumula lo stress, lo sente gemere, mi fermo.
- Continui - mi sembra tutto così strano, improvviso, guardo la sua scrivania, ci sono pila di documenti.
- Dove ha imparato? -
- Dai drama -  gli squilla il telefono mi fermo per andare alla mia scrivania, ma lui mi trattiene stringendomi il polso.
- Si pronto - mi fa cenno di stare fermo, si alza si mette davanti a me, riesco a intravedere il suo petto vigoroso, la linea del suo collo.
- Cambi orario di un'ora - riattacca.
- Mi faccia compagnia per pranzo - Scendiamo insieme prendendo il suo ascensore personale, per tutto il tragitto manda messaggi.
Sento l'ascensore sobbalzare, mi blocco, stringo forte i pugni.
- Cosa sta facendo?- ha il viso pericolosamente vicino al mio, riesco a specchiarmi nei suoi occhi di ghiaccio, deglutisco, cavolo è troppo figo.
- Ahhh i miei occhi -
Guardo davanti a me, siamo arrivati la gente si ferma a guardare, Amon mi guarda ho parlato ad alta voce.
- Si sente bene? -
- Ho fame - esco velocemente, Amon mi afferra il braccio, indicando la mensa , io stavo andando dalla parte opposta.
- Di là giusto.-  ci guardano tutti, vedere il loro CEO alla mensa non deve capitare spesso.
Facciamo la fila come gli altri, sento lo sguardo di tutti, arriviamo ai dolci,  guardò l'ultimo budino, ho preso troppa roba, un primo riso zucchine e speck, due scaloppine, insalata.
- Prendi il budino -
- Non mi piace - mento
- A me si - mi guarda alzando la sopracciglia, ride, sento che una delle dipendenti usa il nomignolo che gli ho dato.
Mi blocco, si può essere più stupide? Cerco di spingerlo, si aggiusta la giacca girandosi verso la ragazza.
- Che hai appena detto?- cambia espressione uno sguardo raggelante, la ragazza abbassa la testa chiede scusa per poi scappare via trascinata dalla sua amica.
- C'è un posto libero, vado a sedermi.- mi siedo per mangiare, Amon si siede di fronte a me guardandomi, so che era inevitabile.
Tutti in azienda lo chiamano Maô, mi è sfuggito di chiamarlo così quando mi ordina di fare qualcosa per cui non sono pagata, come accompagnarlo a fare commissioni.
Quello stupido nomignolo, lo sento ogni volta che passo per i corridoi.
- Che strano modo di chiamarla
- Lo sento molto spesso, se solo scopro chi ha iniziato la uccido con le mie mani - mi blocco con il boccone, iniziando a tossire, prendo l'acqua facendo un lungo sorso.
- Il suo budino -  Amon sorride sotto i denti lui lo sa , ma perché non me lo dice? Adora vedermi sulle spine.
- Io -
- Non deve trattenersi, mangi mi piacciono le donne con un buon appetito - mi guarda, non mi sta dando modo di dirgli la verità, cosa sta tramando ?
- Grazie -
Il giorno dopo Amon è di cattivo umore, arrivata lo sento urlare nel suo ufficio, le segretaria sono tutti in apprensione.
- Cosa succede ?-
- Un nostro cliente ha dato i diritti anche ad un altra azienda editoriale.-
- Il Maô è furioso. -
- Non devi usare quel nome -
- Non  alzare la voce con me io sono di grado più alto -
- Proprio pe questo ti sto avvertendo - stringo i pugni devo entrare nella sua tana per cercare di calmarlo.

Un Maô (diavolo) innamorato -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora