Nomen Omen

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Gianni non è solo un artista del vetro davvero notevole, ma anche un uomo gentile e accogliente. Il suo sguardo abbraccia ognuno di noi con calore e bellezza. Lo saluto con la consapevolezza di aver acquisito un nuovo amico.

Il cielo che diventa rosa mi fa rendere conto di quanto tempo abbiamo passato nel suo laboratorio. Sasha propone di fare un giro dell'isola, mentre riflettiamo insieme sugli ultimi avvenimenti.

Ma da quando è diventato parte del gruppo?

Rammento le parole di Silver: Aleksander Volkov non è un nemico.

Mi fermo in mezzo alla via. Decido che da questo momento in avanti non accetterò più che qualcuno sia misterioso con me o che sappia cose che io non so.

"Ho gli enigmi delle carte a cui pensare. Non me ne servono altri." Incrocio le braccia e continuo: "Voglio sapere chi siete e che cosa sapete di tutta questa storia."

Ok, forse avrei potuto dirlo meglio.

Entrambi mi guardano senza parlare, come se fossero confusi o stessero scegliendo cosa dire. Così incalzo. "Non sono certa di aver capito fino in fondo cosa stia succedendo, ma so una cosa: queste carte in qualche modo sono importanti. Quale che sia il mio compito, non posso farcela da sola, ma voglio essere sicura di potermi fidare delle persone che ho intorno."

Dico l'ultima frase guardando Sasha, in modo che capisca che è lui quello che sto mettendo in discussione. Lui ricambia il mio sguardo con un'espressione enigmatica. Così non mi aiuta.

"Sweetie", interviene Silver, "non ti basta sapere che in questo vasto mondo siamo le due persone che più di tutte hanno a cuore il tuo bene?"

"No!", rispondo. "Ti conosco da anni, e so che posso fidarmi di te. Ma conosco lui solo da pochi giorni. E tu anche!"

Il mio amico scuote la testa. "No, darling, questo è quello che sembra, ciò che appare. Ma quello che appare non è mai pienamente vero."

Allargo le braccia frustrata. "Allora aiutatemi a capire! Non ne posso più di questi misteri!"

Silver apre la bocca, ma Sasha lo precede. "Hai ragione", mi dice.

Cos'è, un trucco per farmi stare buona?

Fa un passo verso di me. "Gli antichi credevano che i nomi avessero un significato molto importante. E i nostri nomi dicono chi siamo. Vieni, sediamoci, ti spiegherò tutto quello che so."

Mi tende la mano, e il tramonto imminente si riflette nei suoi occhi come una promessa.

Prendiamo posto sul tavolino di un bar. Ordiniamo aperitivo per tutti e tre, mentre io non tolgo lo sguardo da Sasha... né lui da me.

Silver si appoggia al sedile, osservando Sasha come un insegnante potrebbe osservare il suo alunno preferito. Odio non capire che succede.

Sasha riprende a parlare. "Partiamo dal tuo nome, Queen Sullivan. Hai mai fatto ricerche sul significato del tuo cognome?"

Scuoto la testa: non ne ho mai sentito la necessità.

"So solo che è di origine irlandese", rispondo.

Lui annuisce a si avvicina impercettibilmente con la sedia. "Esatto. In origine era Ó Súileabháin, che letteralmente significa 'discendente dell'Occhio'. L'Occhio è la visione, è il vedere cose che altri non possono vedere. Infatti hai visto Eon, e poco prima che comparisse la carta disegnata, avevi lo sguardo assente, come se stessi guardando altrove. Era una visione, vero?"

QUEEN - Figlia del ChaosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora