𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟏 - 𝐋𝐚 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐚 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐭𝐞

146 19 1
                                        

Tom scese dal treno e trascinò in fretta le sue cose sul lato babbano della stazione. 
Non aveva voglia di tornare all'orfanotrofio che gli aveva causato così tanta sofferenza, ma non vedeva l'ora di rivedere Harry.

Individuò subito la persona incaricata a prenderlo. 
Si notava facilmente con il suo sguardo a disagio e cupo. 
Era l'unica persona a non essere felice del ricongiungimento. 
Il contrario lo avrebbe sorpreso. 
A sua discolpa non doveva averle lasciato dei bei ricordi e non gli importava affatto. 
L'unico che non vedeva l'ora di vedere era Harry e era pronto a scommettere che la sua reazione sarebbe stata l'esatto opposto di quella della donna che doveva aver accettato di andarlo a prendere solo nella speranza di una promozione o ricevere più soldi.

Harry lo aveva informato del nuovo direttore e doveva ammettere di essere un po' triste. 
La vecchia direttrice aveva cominciato a piacergli. 
Tuttavia era curioso di incontrare l'uomo, anche se non si aspettava molto. 
L'orfanotrofio non aveva una buona reputazione e nessuno di alto rango o competente avrebbe voluto lavorare lì.

Mise la valigia, per fortuna alleggerita dall'incantesimo peso piuma, sulle gambe per tutto il viaggio in macchina, durato più di mezz'ora. 
Nonostante la leggerezza del bagagliaio, quella posizione non era comoda, soprattutto perché l'auto era di seconda mano. 
Ciò però non riuscì nemmeno a smorzare il suo buon umore. 
Fece di tutto per non mostrare la sua felicità. 
Era un'abitudine che aveva sviluppato con il passare del tempo e che era stata migliorata nel periodo trascorso a Hogwarts tra i Serpeverde. 
Sapeva che tutto il suo sforzo non sarebbe stato sufficiente per mascherare la sua gioia una volta trovatosi di fronte a Harry, ma quel dettaglio non gli importava. 
Dopotutto si trattava di Harry.

Inoltre, la dipendente avrebbe rischiato di fare un incidente se avesse iniziato a sorridere senza motivo mentre la fissava o fissava effettivamente qualsiasi cosa. 
Lei era più propensa a osservare lui che la strada e lui voleva solamente arrivare a destinazione tutto intero. 
Diciamo che la fiducia non aveva regnato. 
Ancora una volta fu colpa sua, ma se la cavava benissimo anche senza, quindi la cosa non gli importava granché.

***

Era la prima volta nella sua vita che la vista dell'orfanotrofio lo riempiva di gioia.

Scese dall'auto il più velocemente possibile, senza sembrare arrabbiato. 
Si era infastidito quando la donna gli ha chiesto di mettere via immediatamente le sue cose prima di andare a mangiare, ma aveva obbedito. 
Qualche minuto in più non gli avrebbe fatto male, anche se la sua avrebbe perso un pochino la pazienza.

Cercò di fare del suo meglio a non scivolare giù per i gradini mentre scendeva. 
Poteva già sentire gli altri bambini parlare tra di loro nella sala. 
Entrò nel refettorio e ci fu immediatamente silenzio.

Tom notò subito i capelli neri e arruffati del suo amico. 
Gli stava dando le spalle e era curvo sul piatto, intento a mangiare, ignorando gli altri che erano seduti lontano da lui e che di tanto in tanto lo guardavano con paura.

Tom aggrottò la fronte. 
Che temevano lui lo capiva, ma Harry...

Si fermò, prendendosi il tempo per osservare il suo amico e dovette pensarci due volte per assimilare ciò che stava vedendo.

Fisicamente non era cambiato molto, ma la sua presenza... era diventata imponente e pericolosa, come quella di un predatore, come lui.

Cosa gli era successo?

Harry sembrò aver notato il silenzio e si era voltato per vederne la causa. 
Il suo viso si illuminò, i suoi occhi cominciarono a brillare e un grande sorriso si allargò sul suo viso.

𝐈𝐥 𝐁𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐨 𝐑𝐞𝐭𝐭𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐧𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora