𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟗 - 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐳𝐞

140 21 0
                                        

Tom, con il piede sul primo gradino, fissava senza capire gli altri Serpeverde che lo stavano guardando con un'aria sbalordita.
Nascondendo la sua confusione come meglio poteva, chiese: "Cosa?"

Orion Black, che per una volta era privo della sua stoica espressione, fu il primo a avere il coraggio di parlare.

"Parli il Serpentese?"

"Eh?"

Notando la confusione sul suo volto, Walburga intervenne.

"La lingua dei serpenti. La lingua del grande Salazar! Lo parli e non lo sai nemmeno!" si arrabbiò.

"Certo che so che posso parlare con i serpenti! Non sapevo però che si chiamasse così!"

"Dici sul serio?"

Ovviamente la giovane Black non gli credeva. 
Il suo viso mostrava chiaramente la sua incomprensione nei confronti di qualcuno così stupido e ignorante come Tom e quest'ultimo si accigliò, non potendo sopportare che qualcuno osasse guardarlo in quel modo.

"Credi che io stia scherzando?" chiese deliberatamente con un tono sibilante.

Come si aspettava, tutti indietreggiarono, rannicchiandosi su se stessi e Walburga perse la sua arroganza.

Cedendo alla sua curiosità, Tom chiese: "È qualcosa di raro, vero? Parlare il Serpentese, intendo."

Questa era la conclusione a cui era arrivato dopo aver visto la loro reazione.

"Non devi esserne al corrente." aveva iniziato a dire Walburga con un tono tagliente, che però si era subito ammorbidito sotto lo sguardo minaccioso del Rettilofono. "È un tratto che appartiene a un solo lignaggio: quello di Salazar Serpeverde. Il che significa... che sei un suo discendente."

Questa osservazione sembrò scioccarla e non fu l'unica.

Tom rifletté.
Discendente di Salazar? 
Aveva ragione: non era semplicemente un comune mezzosangue come aveva creduto la sua casata. 
Un sorriso un po' più inquietante si allargò sul suo viso: si sarebbero pentiti per averlo disprezzato. 
Era il discendente di uno dei fondatori di Hogwarts, nonché il fondatore della casata in cui si trovava. 
Quindi lei apparteneva a lui, giusto? 
Ne avrebbe approfittato per assicurarsi il suo potere. 
Tutti gli avrebbero obbedito prima della fine dell'anno. 
Quando Harry lo avrebbe raggiunto, tutto sarebbe stato pronto per accoglierlo. 
Non aveva dimenticato la promessa che gli aveva fatto, la promessa di un mondo migliore, e intendeva mantenerla. 
Avrebbe cominciato dalla sua casata, poi avrebbe soggiogato l'intera scuola. 
Sarebbe stato un buon inizio.

Voltando le spalle con nonchalance, salì sulle scale, ridendo piano e ignorando i brividi di paura che attraversavano la schiena degli studenti presenti nella Sala Comune. 
Magari Tom non ne era al corrente, ma erano già sotto il suo potere da quando lo avevano sentito parlare in Serpentese.

***

Tom era seduto alla fine di uno dei tavoli della biblioteca, con il viso sepolto in una dozzina di libri diversi.

Aveva preso l'abitudine di andare lì dopo le lezioni, sedendosi giorno dopo giorno sempre allo stesso tavolo. 
Quel posto era il suo preferito poiché sopra c'era una finestra che gli dava abbastanza luce per immergersi nei libri fino a sera, anche quando pioveva o nevicava.

La scoperta della sua relazione con il grande Salazar Serpeverde gli aveva dato un passo da gigante nella sua ricerca. 
Tuttavia, al momento non sapeva che pesci pigliare.

Il primo dei Rettilofoni, dopo aver fondato Hogwarts, era scomparso dalla civiltà da circa dieci anni. 
Chissà cosa era potuto accadere in quel periodo.

𝐈𝐥 𝐁𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐨 𝐑𝐞𝐭𝐭𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐧𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora