𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟕 - 𝐌𝐞𝐫𝐨𝐩𝐞 𝐆𝐚𝐮𝐧𝐭

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"Il bagno delle ragazze? Ne sei sicuro? Cosa ci facevi lì?"

"Sì, ne sono sicuro! Nei bagni normali il pavimento non tende a aprirsi! E... stavo solo cercando uno specchio, non mi ero accorto di essere entrato nel bagno delle ragazze."

Con le guance rosse, Harry aggiunse: "Comunque non c'era nessuno… per fortuna."

I due ragazzi tornarono nel dormitorio del più grande.

Dopo aver realizzato l'importanza della sua scoperta, Harry era corso da Tom e subito lo aveva trascinato dietro di sé, conducendolo nella loro Sala Comune in modo che potesse parlargli il più velocemente possibile.

Tom non aveva saputo come reagire all'improvvisa agitazione dell'amico e ora era senza parole. Pensare che aveva appena trovato la Camera dei Segreti. E per giunta per caso!

"Bastava dire apriti?"

"Credo che dovremmo aggiungere per l'amor di Merlino."

Di fronte allo sguardo dubbioso del più grande, Harry si sentì in dovere di difendersi.

"Cosa? Questo è quello che ho detto. Dev'essere un po' come la storia di apriti Sesamo. Solo che è al posto di Sesamo c'è Merlino."

"Perché Salazar Serpeverde avrebbe dovuto includere Merlino nella costruzione della sua camera? Avrebbe potuto dire almeno il suo nome."

"Ma no! Sarebbe stato strano inserire il suo nome e poi anche Merlino era stato un mago potente, no? Dopotutto, oggigiorno tutti usano il suo nome."

Al più giovane sembrava logico, ma Tom non sembrava condividere la sua opinione.

"Dirò semplicemente apriti."

Harry gli fece le pernacchie.

Tom sospirò, alzando gli occhi al cielo, ma nel farlo sorrise anche.

"Che ne dici di andarci sabato?"

"Perché non stasera?"

Il più giovane sembrava impaziente e lo era altrettanto il più grande, ma quest'ultimo fece una smorfia.

"Sarebbe troppo rischioso. Sabato c'è una partita di Quidditch. La scuola sarà vuota e nessuno si stupirà se non ci saremo, se se ne accorgeranno."

"Ma mi piace il Quidditch!"

"Preferiresti guardare la partita o esplorare la Camera dei Segreti con me?"

Harry finse di essere un po' imbronciato, ma cedette subito.

"Voglio vedere la Camera dei Segreti con te. L'ho trovata, quindi non puoi andarci senza di me."

"Allora ci andremo sabato."

***

Il giorno della partita di Quidditch era finalmente arrivato e Tom dovette ammettere che non aveva mai atteso con tanta impazienza una partita. Naturalmente non era per quello che era nervoso, ma nella frenesia pre-partita riusciva facilmente a confondersi tra la folla ansiosa di vedere vincere la propria squadra del cuore.

Ovviamente le emozioni che provava non erano visibili sul suo volto, soprattutto in pieno giorno, ma, se lo si guardava da vicino, si avrebbe potuto facilmente notare la sua gamba che si muoveva freneticamente.

Ma, anche se la sua maschera fosse caduta anche solo per un secondo, nessuno se ne sarebbe preoccupato e questa era la cosa più importante: un altro vantaggio che la partita gli dava oltre ai corridoi vuoti della scuola.

𝐈𝐥 𝐁𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐨 𝐑𝐞𝐭𝐭𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐧𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora