Le porte dell'ascensore si aprirono e la prima cosa che Clarke vide furono un paio di occhi verdi. Era quasi certa che una delle donne che salirono con lei avesse emesso un sospiro alla vista di Lexa."Clarke", la salutò semplicemente.
"Lexa", rispose la bionda posizionandosi all'angolo opposto a dove si trovava lei.
Quella mattina aveva indossato un tailleur color antracite ed un foulard dello stesso colore con una camicia di seta bianca. Era bella da fare schifo! Il cellulare di Clarke emise un bip, prima di leggere il messaggio gettò uno sguardo verso Lexa, la guardava con un sorriso malizioso che le aleggiava sulle labbra. Che bastarda! Prese lo smartphone e la salivazione si azzerò all'istante.
Lexa: Ieri ho dovuto masturbarmi per avere un po' di sollievo... oggi mi vendicherò... e sarò brutale!
Clarke alzò gli occhi guardandola. Il cuore le batteva furioso nel petto. Che intendeva con "brutale"? Il sorriso malizioso dell'altra si accentuò, così decise di placare sul nascere questa assurdità rispondendole.
Clarke: Non credo avrò tempo per te oggi!
Le porte si aprirono proprio mentre inviava il messaggio e con passo deciso si diresse verso il proprio ufficio conscia dello sguardo della bruna sulla propria schiena... no, sul culo... Lexa era una tipa da culo non da schiena! Un altro bip e un brivido le corse lungo la spina dorsale. Lo lesse aprendo la porta del proprio ufficio e rimase impietrita sulla soglia.
Lexa: Le mie dita avranno sempre tempo per il tuo culo o la tua fica. E la cosa mi fa bagnare da morire.
Si chiuse velocemente la porta alle spalle poggiandovi la schiena. Sentiva le gambe molli, era tutta un fremito. Ok, non aveva messo la gonna, comunque aveva avuto la brillante idea di indossare una camicia piuttosto attillata che accarezzava il suo seno e dei pantaloni che sapeva benissimo esaltavano il suo sedere. Così, tanto per provocarla! In pratica era come sventolare una bistecca davanti al muso di una leonessa affamata! Qualcuno bussò alla porta del suo ufficio facendola trasalire, si allontanò andando ad appendere il cappotto.
"Avanti", chiuse la borsa nel cassetto più in basso della scrivania, quello più capiente ed alzò gli occhi verso la porta.
"Dio Lexa! Dammi tregua!".
"Sta arrivando la Queen", le disse tenendo la mano sulla maniglia rimanendo ferma sulla soglia.
Clarke la guardò improvvisamente tesa.
"Davvero?", Lexa inarcò un sopracciglio, Clarke sospirò passandosi una mano sulla fronte.
"Ok. Cosa facciamo?".
"Sentiamo cosa ha da dire e, ti prego, per oggi lascia parlare me. Già la tua mise non aiuta, se ti metti pure a parlare è finita!".
"Cos'ha il mio outfit che non va?", le domandò accigliandosi.
"Cristo Clarke! Ma lo porti l'intimo?!", le chiese abbassando la voce. Non era un rimprovero, anzi, un lampo lussurioso le attraversò gli occhi verdi.
"Certo che le porto, idiota!", rispose stizzita.
"Ancora per poco!", detto ciò le voltò le spalle chiudendosi la porta dietro e lasciandola sola in preda ad una crescente eccitazione.
Tirò un profondo respiro ed andò in sala relax a prendere un caffè. Vi trovò Harper e Octavia sedute al tavolo con due tazze di caffè davanti, Anya seduta sulla poltroncina con una tazza di caffè in mano e Lincolnnche stava poggiato alla parete di cristallo dando attenzione solo al proprio cellulare.
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The Deal
FanfictionLexa Woods è considerata da tutti la Tigre, mentre Clarke Griffin è la Gattina. Non esistono al mondo persone più diverse. Il cliché più vecchio del mondo, gli opposti si attraccano, forse mieterà altre vittime. Infatti la prima proporrà un patto a...