CAPITOLO 8

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"Ehi chi era la surfista da sballo?", le domandò Raven mentre uscivano alla spicciolata.

"Non è una surfista".

"Qualsiasi cosa sia è un bel bocconcino!", insistette l'altra.

Clarke guardò Lexa che camminava poco più avanti a loro. Doveva parlarle.

Dopo aver sbrigato del lavoro urgente tirò un profondo respiro ed andò a bussare alla porta dell'ufficio di Lexa. Diamine, perché era così nervosa? Neanche fossero una coppia. Quando lei la invitò ad entrare aprì il battente e se lo richiuse alle spalle. Era in piedi dietro alla scrivania e parlava al telefono, la guardò ed alzò il dito indice chiedendole di aspettare un attimo. Lei annuì e rimase in piedi, le mani congiunte di fronte a sé.

"Si, ho capito Mark, ma ho davvero bisogno di Cameroon per quel servizio... certo, ovvio. D'accordo. Si... no, no va bene venerdì. Ciao", abbassò la cornetta e guardò Clarke sorridendo.

"Ciao dolcezza. Hai bisogno di qualcosa?", Clarke fece un passo avanti.

"Volevo parlarti di stasera...".

"Hai cambiato idea?", sapeva benissimo perché era lì ma non voleva certo comportarsi come una fidanzata gelosa!
"No.... solo che Niylah...".

"La surfista?", Clarke sospirò.

"Non è una surfista!".

"Quella che è. Quindi... solo che Niylah?".

"È qualche anno che non ci vediamo e mi ha chiesto di cenare con lei stasera".

"Capisco". "Surfista di merda!" pensò tra sé. "Non c'è problema. Divertiti", si sedette sulla poltrona e si concentrò più del necessario sul desktop del pc. Clarke rimase imbambolata. Non è che si aspettasse chissà quale scenata di gelosia, ma proprio totale indifferenza!

"Devi dirmi altro?", le domandò vedendo che non si muoveva.

"No", riuscì semplicemente a dire prima di voltarle le spalle ed andare via.

Per il resto della giornata incrociò Lexa solo in sala relax e rimase anche un po' delusa quando la vide uscire per pranzo insieme ad Anya. La stava evitando? Forse era arrabbiata perché le aveva dato buca per la serata... beh, non le era sembrato così quando gliel'aveva detto. Ma che idea assurda! Di sicuro Lexa Woods sapeva benissimo come procurarsi un po' di compagnia per quella sera! Il cellulare emise un bip e lo afferrò con il cuore in gola. Con una punta di delusione trovò un messaggio di Niylah. Le indicava il nome del ristorante che aveva prenotato e l'orario.

*****

Clarke scese dal taxi, pagò la corsa, entrò nel ristorante e si guardò intorno. Niylah la vide e le fece un cenno, Clarke sorrise raggiungendola e lei si alzò in piedi baciandola su una guancia.

"Buonasera", la salutò con tono dolce.

"Buonasera", rispose Clarke togliendo il soprabito e sedendosi sulla sedia che lei le aveva galantemente scostato.

Quasi subito si avvicinò un cameriere e Niylah ordinò del vino bianco. Una volta rimaste sole la guardò intensamente negli occhi.

"Sei bellissima", disse facendola sorridere.

"Grazie. Anche tu stai bene. Da dove vieni?", Niylah era una dottoressa che, periodicamente, andava in missione con Medici senza Frontiere.

Non era una surfista, ma amava lo sci d'acqua, quando era negli Stati Uniti viveva e lavorava in California. La distanza era stata la loro peggior nemica... beh anche la conturbante pediatra Echo Douglas! Il ricordo di ciò che era successo le procurò una fitta allo stomaco.

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