Capitolo 19

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Draco

Non ho ucciso Pansy. Non ci ho mai nemmeno provato, e anche se avessi avuto effettivamente una possibilità, probabilmente non l’avrei mai fatto.

Tutto il mio piano era basato sull’ingannarla, sull’illuderla che fossi pronto a sacrificare Hermione.

Ho sperato fino all'ultimo che non capisse le mie vere intenzioni, ma un istante prima che si smaterializzasse, ho visto nei suoi occhi che aveva intuito la mia farsa. Ha capito che non avrei mai, in nessun caso, tolto la vita a Hermione. Credevo di essere un bravo occlumante, di riuscire a nascondere a tutti i miei sentimenti, ma Pansy, in quell’attimo, ha compreso ciò che era evidente: sono innamorato di Hermione Granger.

Non sono riuscito a fermarla in tempo, e ora lei è svanita nel nulla, lasciando solo un’ombra di pericolo che incombe su di noi. Hermione mi guarda, stupita e confusa, come se non riuscisse a credere che le mie mani non si siano macchiate del suo sangue. La sua espressione mi tormenta. Volevo che sapesse che l’avrei protetta a qualunque costo, ma ora sembra dubitare persino di ciò che le ho detto, delle mie intenzioni.

Le porgo la mano, cercando di aiutarla a rialzarsi dal pavimento freddo, ma vedo l’esitazione nei suoi occhi. La paura e il dubbio sono ancora troppo presenti.

«È tutto a posto,» le dico a bassa voce, tentando di mantenere la calma anche se il cuore mi batte all’impazzata. «Pansy era pericolosa, avrebbe capito che sono innamorato di te se avessi mostrato anche solo un segno di debolezza. Credeva che sarei stato capace di...» la mia voce si spezza per un istante, ma poi riprendo, «Di ucciderti. Dovevo convincerla che stavo dalla sua parte, che volevo davvero ciò che mi proponeva, per riuscire ad avvicinarmi abbastanza da attaccarla. Credo che non sia più in sé.»

Hermione esita, come se stesse cercando di elaborare le mie parole, ancora scossa dal terrore che l’ha invasa in questi minuti interminabili. Lo vedo nel suo sguardo: ricorda le urla di Bellatrix in questa stessa sala, le sue ferite che si riaprono nel rivedere me, un altro Malfoy, con la bacchetta puntata contro di lei. Le sue labbra si schiudono, ma non riesce a trovare subito le parole. Forse si sta chiedendo se può davvero fidarsi di me, se questa volta non l’ho ingannata.

«Ha portato via la tua bacchetta,» le dico, cercando di concentrarmi su qualcosa di concreto per allontanare il peso di tutto ciò che aleggia nell’aria, «Prendi questa, è quella che ho tolto a Pansy.» Le passo la bacchetta, e lei la afferra con un leggero tremore. La nostra pelle si sfiora per un istante, e nonostante tutto, il calore del suo tocco mi ricorda perché sono disposto a rischiare ogni cosa per proteggerla.

La mia mente è un vortice di pensieri, ma so che non possiamo permetterci di restare qui, a rimuginare su quanto è appena accaduto. Ogni secondo che passa potrebbe significare un pericolo maggiore. «Dobbiamo informare immediatamente il Ministero,» continuo, la mia voce più ferma, cercando di mantenere il controllo su tutto il caos che ho dentro. «Temo che Pansy possa essere coinvolta con gli attacchi ai giganti e ai nati babbani.»

Hermione finalmente mi guarda, e nei suoi occhi c’è una scintilla di determinazione che sta tornando, anche se è ancora fragile.

L'incontro _DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora