Capitolo 20

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Hermione

Draco mi tende la mano, e per un attimo tutto sembra fermarsi. La sala grande del Manor, che custodisce i ricordi più terribili della mia vita, sembra avvolgerci in una bolla di silenzio. Lo guardo e realizzo che non voleva uccidermi. Non l’ha mai voluto. Ogni parola minacciosa, ogni gesto che mi ha fatto tremare, erano solo parte di una recita, un disperato tentativo di ingannare Pansy per salvarmi. Ha scelto di mettersi in pericolo per me, di rischiare tutto pur di proteggermi. E questo, ora, mi appare così chiaro da far male.

Poteva liberarsi di me. Poteva scrollarsi di dosso la mia sorveglianza, mettere fine alla sua prigionia sotto il controllo del Ministero, e non l'ha fatto. Ha scelto me, ha scelto di restare. Non posso lasciare che la paura che ancora mi scuote mi impedisca di capire il significato di questo momento. Draco ha scelto me, e non si è mai tirato indietro, nemmeno quando io stessa ho dubitato di lui.

Quando le nostre dita si intrecciano, un brivido mi percorre, ma questa volta non è paura. È qualcos’altro, qualcosa che mi spinge a restare vicina a lui, a non allontanarmi. «Dobbiamo andare al Ministero,» dico, e so che è vero. È la cosa giusta, e lo faremo. Ma adesso, qui, in questa stanza che ha visto i miei dolori più grandi, ho bisogno di fare qualcosa di diverso. Devo fargli capire che ho compreso, che non ho più dubbi su di lui. Devo fargli capire che io sono con lui, per davvero.

Così faccio l'unica cosa che posso: lo bacio. Un bacio che porta con sé tutta la gratitudine, il sollievo, e qualcosa di più profondo che non riesco a spiegare a parole. Sento la sua esitazione solo per un attimo, poi le sue labbra si muovono contro le mie, con una dolcezza e un'urgenza che sembrano spezzare le ultime barriere tra di noi. È un bacio che racconta la paura, la speranza, il dolore e il desiderio, tutto insieme.

«Ti amo,» mormora contro le mie labbra, con la voce rotta dall’emozione, e mi stringe come se temesse che potrei sparire in qualsiasi momento. C’è una disperazione dolce nella sua stretta, un bisogno che va oltre ogni parola, come se questo bacio fosse l’unica cosa che lo tiene ancorato a me, a questa realtà che entrambi stiamo cercando di costruire insieme.

Io appoggio la mia fronte alla sua, respirando il suo respiro, sentendo il suo cuore battere furiosamente contro il mio.

Il suo bacio diventa più lento, più profondo, come se volesse imprimere ogni attimo nella memoria. Sento le sue mani che mi accarezzano il viso, che mi tengono con una delicatezza che quasi mi commuove.

So che fuori da questa stanza ci aspetta una battaglia, che Pansy non si arrenderà facilmente e che ci sono ancora tante ombre da affrontare. Ma in questo istante, mentre le sue labbra cercano le mie e le sue braccia mi avvolgono come una promessa silenziosa, sento che ce la faremo. Perché lui mi ha scelto. E io, con tutto il mio cuore, ho scelto lui.

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Draco

Abbiamo appena lasciato il Ministero dopo aver riferito tutto quello che è accaduto: l'attacco di Pansy, i suoi vaneggiamenti, e i nostri sospetti su di lei. È un sollievo essersi liberati di quel peso, ma ora ci aspetta una nuova incertezza. Non sappiamo come Pansy sia riuscita a mettere le mani sul libro del Principe Mezzosangue, e Hermione sembra certa che l'ultima volta si trovasse nella Stanza delle Necessità, a Hogwarts.

Il Ministero dovrà fare le sue indagini, scavare in quel passato che sembra non volerci mai lasciare davvero. Mentre raccontavamo tutto agli Auror e ai responsabili, Hermione non ha mai lasciato la mia mano. Me l'ha stretta con una forza che non avrei mai immaginato, come se quel contatto fosse l'unico modo per restare ancorata alla realtà, o forse per dimostrarmi che non sono più solo in questa battaglia.

Ammetto che, in un primo momento, mi ha sorpreso. Non avrei mai pensato di vedere Hermione Granger, la perfetta ex-grifondoro, così apertamente legata a me, davanti a tutti, in un luogo dove ogni mormorio e ogni sguardo contano. Non sono sicuro di essere stato l’unico a notarlo: i bisbigli degli impiegati del Ministero si sono fatti subito più insistenti, e ho visto persino un Auror alzare un sopracciglio con aria curiosa.

Quando rientriamo al Manor, c'è un silenzio strano che ci accompagna. Per un po' restiamo senza parlare, quasi a prendere fiato dopo tutto quello che è successo. Ma non posso trattenermi a lungo. Mi giro verso di lei, cercando di nascondere un sorriso divertito. «Non credevo ti piacesse così tanto tenere la mia mano, Granger. Sembrava quasi che non volessi lasciarmi andare.»

Hermione mi lancia un'occhiata che, per un istante, è indecifrabile. Forse c'è un po' di imbarazzo, forse no. Ma la conosco abbastanza bene da sapere che sa perfettamente cosa sto cercando di fare: il mio tentativo di trasformare un momento serio in una battuta leggera.

«Oh, smettila, Malfoy.» Le sue guance si tingono di un leggero rossore, ma non distoglie lo sguardo dal mio. «Sapevo che avresti fatto un commento del genere. Non pensare che non abbia capito il tuo bluff.»

Mi avvicino un passo, accorciando la distanza tra di noi. «Bluff? Io? Granger, sono sorpreso che tu possa pensare una cosa simile di me. Forse è stato solo un gesto spontaneo, un riflesso naturale.» La mia voce è morbida, quasi un sussurro, e le osservo le labbra mentre risponde.

Lei alza gli occhi al cielo, ma sorride, e per un attimo tutto sembra così incredibilmente normale, come se non ci fosse una minaccia alle nostre spalle. «Se era un riflesso naturale, allora significa che stavi cercando la mia mano tanto quanto io cercavo la tua.» La sua risposta è tagliente, ma c'è una dolcezza in quella sfida che mi disarma.

Mi piego verso di lei, fino a far sfiorare i nostri nasi, lasciando che il mio respiro si mescoli con il suo. «Forse, Granger. O forse, volevo solo che tutti sapessero che non ti lascerò più scappare.» Le parole sono leggere, ma c'è una nota di verità profonda che si nasconde sotto.

Hermione mi guarda, e vedo la sorpresa accendersi nei suoi occhi, ma non sembra spaventata. Al contrario, c'è qualcosa di più dolce e vulnerabile nel modo in cui mi guarda, come se stesse cercando di capire se può permettersi di fidarsi ancora una volta di me. E per una volta, mi rendo conto di quanto sia incredibilmente fortunato ad avere la sua fiducia.

Resto a guardarla, aspettando che sia lei a fare la prossima mossa, e lei, con un sospiro appena accennato, mi sfiora la guancia con la mano. «Non mi importa di cosa pensano gli altri, Draco. Voglio solo essere sicura che tu sia davvero qui, con me.»

Le sue parole mi colpiscono più di quanto vorrei ammettere. Non c'è più nessuna maschera, nessun tentativo di dissimulare. Solo la verità, quella che ci ha portato a questo punto. E per un attimo, tutto il resto svanisce: i dubbi, le paure, il passato.

«Ci sono, Hermione. Sono qui.» La mia voce è un sussurro, ma la promessa che nasconde è chiara.

L'incontro _DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora