Capitolo 2

36 2 0
                                    

Hermione

Il giorno è arrivato. Mi smaterializzo proprio davanti al cancello del Manor, dove i due Auror che fino ad oggi hanno sorvegliato Malfoy mi attendono. Mi aggiornano velocemente sugli sviluppi della situazione, non mancando di esprimere il loro disappunto. Secondo loro, non ci sono motivi per sospettare di Malfoy e sembrano persino dispiaciuti di lasciare questa casa.

Vorrei scambiare il mio posto con loro, ma a questo punto il racconto del Draco Malfoy redento inizia a insospettirmi. Ora sono intenzionata a indagare seriamente sulla situazione. Congedo i due Auror e mi avvio verso l’ingresso della casa, decisa a concentrarmi sulla mia missione e a ignorare i ricordi che infestano i miei sogni, tutti ambientati qui.

All’ingresso vengo accolta da Tally, l'elfo domestico. Mi informa che il signor Malfoy è impegnato e si scusa per non aver potuto ricevermi personalmente.

Lui “si scusa”. Si vede che questo elfo è addestrato a mentire.

Mi conduce in quella che definisce la mia stanza, e immagino già che sarà il mio mausoleo personale. Potrei persino trovare i muri tappezzati di scritte col sangue, come ai tempi dell'erede di Serpeverde e della Camera dei Segreti al secondo anno. Temete, Sanguemarcio.

Resto sorpresa quando Tally apre la porta della mia camera: è pulita, spaziosa e soprattutto luminosa. Non ha nulla a che vedere con lo stile opprimente del resto della casa. Ho a disposizione un bagno privato con una grande vasca e un letto enorme. Sorrido tra me e me alla vista della vasca.

Il fatto che Malfoy non mi abbia minacciato di farmi uccidere da un basilisco non significa che gradirà la mia presenza.

Prima di congedarsi, Tally mi informa che io e il signor Malfoy ci incontreremo all'ora di cena, poiché prima sarà impegnato a lavorare alle sue pozioni.

Uno dei motivi principali per cui Draco Malfoy ha evitato Azkaban è proprio il fatto di aver messo le sue competenze in pozioni al servizio del Ministero. Praticamente è diventato il loro consulente, ora che il Principe Mezzosangue non è più tra noi.

Sono da poco passate le tre del pomeriggio quando resto sola nella mia stanza. Nell’attesa della cena decido di provare la vasca da bagno, poi mi dedico a sistemare i miei vestiti e gli effetti personali.

Più si avvicina l’ora di cena, più mi sento nervosa. L'idea di trovarmi sotto lo sguardo disgustato di Draco Malfoy mi fa sentire di nuovo come una ragazzina spaventata. Odio sentirmi così, e odio che lui possa avere ancora il potere di farmi sentire in questo modo.

Alle 19:30, Tally bussa alla mia porta invitandomi a seguirlo. Attraverso i corridoi che dalla mia camera conducono alla sala da pranzo, guardandomi nervosamente attorno.

Tally apre una porta a due battenti, e arriviamo nella sala. Al centro, un lungo tavolo da pranzo, e a capotavola, lui. Il proprietario di casa si alza dalla sedia non appena entro e... mi viene incontro.

Sono spiazzata dalla sua reazione e, prima che me ne renda conto, mi ha già raggiunta. I nostri corpi sono a pochi centimetri di distanza.

«Granger, benvenuta in casa mia. Prego, accomodati.»

La sua mano sfiora quasi la mia schiena mentre mi indica la sedia su cui sedermi. Nessun insulto. Nessuna occhiataccia. Si siede di nuovo al suo posto, proprio di fronte a me.

«Le circostanze di questo incontro sono spiacevoli, ma mi fa piacere rivederti. Immagino che tu non possa dire lo stesso.»

«No, infatti.» Non ho intenzione di addolcire la situazione. Un leggero fastidio sembra attraversarlo, ma recupera immediatamente la sua freddezza.

«Pare che trascorreremo insieme molto tempo. Ti va se ci godiamo la cena prima di iniziare a lavorare? Ho fatto preparare ai miei elfi alcune pietanze che spero possano piacerti.»

Ok. Che diavolo sta succedendo? Chi è quest’uomo davanti a me? Ha i capelli di Malfoy, gli occhi, il viso e la voce di Malfoy. Persino il suo dannato fascino. Ma nessuna delle parole che ha detto sembra appartenere al ragazzo che conoscevo a Hogwarts.

Annuisco e, con un sonoro pop, gli elfi domestici di Malfoy si materializzano per servirci la cena.

Mangiamo in un silenzio assoluto. Letteralmente, non diciamo una parola. Ogni tanto lo sorprendo a osservarmi di sottecchi mentre finge di mangiare, ma sento il suo sguardo su di me. Le mie guance si arrossano e comincio a sentire caldo. Mi sorprende il fatto che ricordassi questo posto molto più freddo, più gelido.

L'incontro _DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora