SOLEIL 6

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la mano di Brian dal mio fianco, passa alla mia spalla facendomi girare di spalle.

cazzo ,che cosa fa?chi si crede di essere? vorrei andarmene, ma non riesco a muovermi. cazzo.

mi blocca i polsi dietro alla schiena, iniziando ad alzarmi la maglia del pigiama fino alla pancia, per poi farmi rigirare difronte a lui

«smettila subito» rispondo .
«mi sto divertendo, piccoletta, stai ferma ancora un po» risponde gemendo.

dopo qualche secondo vedo brian fare qualcosa di inaspettato, si inginocchia iniziando a darmi dei morsi e a leccarmi la pancia, inizio a sudare freddo.

«Brian spostati, o non finisce bene» dico facendomi forza.

decisamente, non finirà bene.

«Ovvio che non finirà bene, ti scoperei su questo muro all'istante, ma non mi faccio le bambine piccole, capricciose, e viziate» risponde

dopo quell affornto decisi di provocarlo, per farlo eccitare un po.

«Oh, che peccato avevo voglia di mettermi a pecora, e avevo voglia di te, di gemere il tuo nome, sarà per la prossima volta» dico.

«cazzo» risponde sorridendo.

ecco fatto, decisi di divincolarmi e di andarmi a vestire si erano fatte le 6:15. e dovevo stirarmi i capelli.

decisi di non indossare la divisa, bensì. una gonna corta, fin troppo corta, nera, con degli stivali di prada alti ai piedi, e una t-shirt bianca

ero piuttosto figa
iniziai a stirarmi i capelli e a truccarmi
alle 7:30 ero pronta quindi scesi giù, in cucina.

«mamma fra un quarto d'ora scendo di casa» dissi.
«no sol, andari in macchina con brian» risponde mia madre.
«ma perché con quel gay?» dico.
«SOLEIL, il linguaggio! o giuro che vengo lì e ti tiro una sberla!» urla spazientita.

sbruffai

si erano fatte le 7:45, e quel t-rex non era ancora sceso dalla sua camera, decisi di andare a bussare per fargli dare una mossa.

bussai, uno,due,tre volte, nessuna risposta.
magari è schiattato.
decisi di fare di testa mia, perciò entrai.

MA CHE CAZZO
brian kell si stava facendo una sega, menomale che il suo membro, era coperto dalle lenzuola, ma non era fottutamente pronto.

«BRIAN!!» urlo coprendomi gli occhi.
«ciao piccoletta, sono piuttosto stanco, mi daresti una mano?» dice

ma di che parla, che schifo.

«sentiamo, prima copriti, dimmi» dico
«sputaci sopra» dice senza vergogna
sgranai gli occhi.
guardai l'orologio, erano le 7:52.

«Brian,smettila, vestiti e andiamo, subito!» sputo, e chiudo la porta.

alle otto in punto finalmente era pronto, scendemmo di casa per dirigerci alla macchina, una porche.

entrammo in macchina e partimmo, sperando di non parlarci per il resto del tragitto.

quando, dopo un paio di minuti, sento una mano, piena di vene, e di anelli, stringermi la coscia scoperta.

gemetti.

la presa si fece sempre più spinta.

la mano salii troppo sopra, decisi di prendergliela e di metterla al suo posto.

finalmente, restammo in silenzio.

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