Capitolo 27 - L'avvertimento della luce

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Angie si svegliò quella mattina con un forte mal di testa. Sentiva la testa pulsare come se avesse passato la notte a combattere ancora i demoni. Aprì gli occhi, cercando di riprendere coscienza. Notò la luce del mattino che filtrava dalla finestra. Era tardi. Si alzò di scatto, realizzando che avrebbe dovuto sbrigarsi per non fare tardi al Conservatorio. Dopo essersi preparata in fretta, Angie indossò il suo braccialetto, che per qualche motivo le sembrava più stretto del solito. Non ci fece troppo caso, attribuendolo alla stanchezza della sera prima. Uscì di casa di corsa. Durante la lezione, però, il braccialetto cominciò a stringerle il polso in modo doloroso, come se fosse, improvvisamente, troppo piccolo. Angie strinse i denti, cercando di ignorare quella sensazione e concentrarsi sulle note che doveva suonare. Ma la tensione sul polso continuava a crescere, fino a diventare quasi insopportabile. Si fermò un istante, cercando di aggiustare il braccialetto, ma non si allentava. Era come se avesse una volontà propria, come se stesse cercando di avvertirla di qualcosa. Sconcertata, Angie guardò il braccialetto che, in quel momento, emanava una tenue luce. Nessuno dei compagni sembrava essersi accorto di quella stranezza. Appena terminate le lezioni, Angie uscì in corridoio con il cuore che batteva forte. Cercava di comprendere il motivo di quel misterioso avvertimento, quando fu colta da un suono brusco, un rumore di grida e insulti provenienti dal corridoio principale. Raggiunse il luogo del trambusto, dove una piccola folla si era radunata intorno a due ragazzi che si stavano affrontando con sguardi colmi di odio. Si avvicinò a passi rapidi, facendosi largo tra la folla di studenti curiosi e preoccupati. Riconobbe subito uno dei due ragazzi: era Lucas, uno dei suoi compagni di corso, solitamente pacato e rispettoso. L'altro, di cui non conosceva il nome, aveva uno sguardo minaccioso e il viso segnato da una smorfia di rabbia. Era come se una strana oscurità li stesse dominando entrambi, amplificando ogni emozione negativa. Angie capì subito che doveva intervenire. Non poteva trasformarsi lì, avrebbe fatto scalpore! Sentiva che il braccialetto stava reagendo a quella scena, come se percepisse una presenza negativa attorno a loro.

«Fermi! Che cosa state facendo?»

Angie cercò di imporsi. Lucas sembrò svegliarsi all'improvviso, come se solo in quel momento si fosse reso conto di ciò che stava facendo.

«Non... non so cosa mi sia preso»

Era confuso, mentre indietreggiava con gli occhi bassi, color nocciola. Anche l'altro ragazzo sembrò smettere di lottare, il viso improvvisamente svuotato di quella collera cieca. Angie fece un respiro profondo, sentendo che il braccialetto stava smettendo di stringerle il polso. La luce che emanava si era attenuata, tornando quasi normale. Realizzò che quel conflitto aveva radici più profonde: qualcosa o qualcuno stava cercando di mettere gli studenti l'uno contro l'altro, facendo emergere i loro lati peggiori. Quando Lucas e l'altro ragazzo si allontanarono con sguardi ancora confusi, Angie restò sola nel corridoio vuoto. In silenzio, si guardò il polso, riflettendo su quello che era appena successo. La voce del braccialetto sembrava risuonare nel suo cuore. Era un avvertimento silenzioso. Le forze oscure non si stavano ritirando. E in quell'istante, sembrava che avessero trovato un nuovo modo di colpire, non solo i suoi amici più vicini, ma chiunque avesse un legame con lei. Mentre si dirigeva verso la sala prove, cercando di capire il significato di quella nuova minaccia, Lila e Talia apparvero all'improvviso. Stavano parlando tra di loro. Ma si accorsero subito di Angie e si avvicinarono a passo affrettato. Senza una parola, posero le mani sulle sue spalle, rassicurandola. Angie abbozzò un sorriso di gratitudine e insieme si incamminarono.

Ma una folata di aria gelida le colpì, facendole accapponare la pelle. Un urlo agghiacciante proveniva dal bagno dei maschi, in fondo al corridoio. Angie e le amiche si misero a correre, con il cuore in gola. Arrivate davanti alla porta chiusa, si scambiarono un'occhiata fugace.

«Non possiamo entrare! È severamente vietato; ci sono delle regole...»

La voce di Talia era carica di esitazione.

«In un momento come questo, tu pensi alle regole?»

Lila la guardò, determinata.

«Dobbiamo farci coraggio ed entrare!»

Angie abbassò la maniglia e le tre ragazze entrarono.

Quello che videro le fece trasalire.

«Santo cielo, è Jace!»

Angie e le amiche si coprirono la bocca.

«Lila, Talia, chiamate la direttrice, fate presto!»

Gridò, sconvolta. Nel giro di pochi minuti, il corridoio era pieno di studenti allarmati. la direttrice, scioccata, era già al telefono con i soccorsi. Angie si guardò intorno, con un'unica domanda martellante in testa.

«Dov'è Blaze?»

Un ragazzo si avvicinò a lei. Alto e magro, con capelli biondi e occhi verdi, vestito in modo casual.

«Ciao, sono Ryder Reynolds. Blaze, stamattina, non è venuto!»

Angie sospirò, sentendo il cuore accelerare.

«Grazie»

Si allontanò in fretta. Stava per correre verso l'uscita, quando Talia e Lila la fermarono.

«Dove vai?» «A cercare Blaze!»

Le due amiche si guardarono negli occhi, preoccupate.

«Veniamo con te!»

Costruttrice di paceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora