Capitolo 17 - Note proibite

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Il giorno seguente, l'atmosfera era serena. Ma vibrante di tensione al Silverlake Conservatory of Music. Angie era seduta nella piccola sala prove, i raggi del sole attraversavano le vetrate e la luce colpiva le corde dell'arpa, creando riflessi dorati che danzavano attorno a lei. Per un momento, sembrava quasi una visione: pura, intoccabile, eterea. Blaze si fermò sulla soglia, osservandola senza farsi notare, completamente catturato dalla sua bellezza e dal suono dolce che sembrava provenire direttamente da un altro mondo. Doveva starle lontano, ma soffriva di incoerenza. Era sempre più attratto da lei, come se l'aria stessa che li separava vibrasse di un'energia impossibile da ignorare. Eppure, sapeva che c'era una barriera invisibile che rendeva il loro avvicinamento quasi proibito. Angie, in quel momento, era sola, intenta a esercitarsi su un pezzo antico, un'aria che risuonava di malinconia e speranza. Dopo qualche istante, lui si fece avanti, cercando di contenere l'emozione che sentiva crescere. Si sedette accanto al suo contrabbasso, osservandola. Angie sollevò lo sguardo e i loro occhi si incrociarono. Entrambi sapevano che quello che provavano non era semplice amicizia. C'era qualcosa di troppo complesso, di troppo fragile, che impediva loro di ammetterlo. Nonostante tutto quello che era successo il giorno precedente. Blaze si schiarì la voce, cercando di spezzare quel momento.

‹‹Bel pezzo. Mi ha sempre colpito il modo in cui suoni, Angie. Sembri quasi... sospesa tra due mondi›› ‹‹Sono arrabbiata con te e tu non dovresti parlarmi!››

Blaze distolse lo sguardo, colto alla sprovvista da quella risposta. Angie sentiva di non aver esagerato. Aveva soltanto detto la verità. In quel momento, la porta si aprì e Lila e Talia entrarono con i loro strumenti, seguite poco dopo da Jace. Lui fece un cenno a Blaze e si sedette accanto. Sembrava che la tensione si fosse alleggerita appena, ma il legame tra Blaze e Angie era ancora lì, tangibile. Dopo qualche scambio di battute tra Lila, Talia e Jace, Blaze decise di suonare insieme ad Angie. Crearono un'armonia delicata ma potente, che riempiva la sala e risuonava di una bellezza cruda e pura. Era come se, per un attimo, tutto il mondo fosse racchiuso nelle note, e il tempo si fosse fermato. Mentre suonavano, ogni tanto, si ritrovavano a lanciarsi degli sguardi. Quando la melodia si concluse, Jace rise, inconsapevole della tensione tra i due. Dopo aver salutato gli altri, Blaze rimase indietro. Quando Angie stava per allontanarsi, lui la raggiunse.

‹‹Aspetta!››

Aveva il tono della voce basso. La ragazza si voltò, guardandolo con un sopracciglio sollevato.

‹‹Blaze, che c'è?››

Lui si avvicinò ancora. il suo sguardo era così intenso. Ogni parte di lui urlava di desiderio e frustrazione. Le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza. Il tempo sembrava sospeso in quell'attimo fugace. Ma Angie si ritrasse appena, il suo sguardo velato di tristezza e rabbia.

‹‹Sei incoerente!››

La ragazza si portò una ciocca dei suoi capelli dietro l'orecchio.

‹‹Non possiamo!››

La sua voce era un sussurro quasi spezzato.

‹‹Ci sono barriere che non possiamo infrangere!››

Blaze si allontanò, deluso e ferito. La rabbia e il dolore mischiati insieme nel suo sguardo.

‹‹Quindi è così, eh? Sei qui solo per controllarmi, per tenermi d'occhio. Ma non puoi... non puoi davvero...››

Le sue parole si fermarono a mezz'aria, come se si rendesse conto che stava per rivelare troppo di sé.

Angie fece un passo indietro, guardandolo con comprensione, ma anche con fermezza.

‹‹No, ti stai sbagliando, non sono qui per controllarti. Devo rispettare quello che provi... però,

fa' anche tu lo stesso con me!››

Blaze strinse i pugni, cercando di controllare la propria frustrazione. Sapeva di provare qualcosa di speciale per lei. Ma quella distanza, le sue tempeste interiori, quell'impossibilità di avvicinarsi davvero, lo lacerava. Avrebbe voluto spazzare via tutte le barriere, ma sapeva che sarebbe stato inutile. Con un ultimo sguardo pieno di emozione, si voltò e uscì dalla sala prove, lasciando Angie sola, avvolta nel silenzio. La ragazza chiuse gli occhi, stringendo il suo braccialetto, come se potesse infonderle la forza di resistere al desiderio di seguirlo, di consolarlo e di dirgli che tutto sarebbe andato bene. Ma sapeva che Blaze doveva percorrere quel cammino da solo. Doveva salvarsi da sé stesso. Lei gli aveva proposto il suo aiuto. Lui non lo volle. Lo escluse categoricamente. Per potersi avvicinare a lei, doveva redimersi, guarire, liberarsi. Ma lui sarebbe stato disposto? Lo voleva davvero?

Costruttrice di paceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora