Capitolo 16 - Il rifiuto

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Blaze si allontanò da Angie. Aveva lo sguardo ancora fisso sul braccialetto, che pulsava come un cuore vivo. La luce dorata del loto aperto sembrava affievolirsi, mentre lui arretrava, come se reagisse alla sua distanza. Blaze scosse la testa, con il volto stravolto.

‹‹Quindi, tutto questo tempo... tu hai saputo. Mi hai osservato, mi hai giudicato...››

Angie avanzò di un passo, la sua voce calma, ma la preoccupazione evidente nel suo sguardo.

‹‹Non ti ho mai giudicato, Blaze. Sono qui solo per aiutarti a superare tutto questo. Sei molto più di quello che pensi››

Blaze si voltò di scatto, con una risata amara.

‹‹Ma certo, l'angelo custode! E io, cosa dovrei essere, il tuo progetto di redenzione?››

Le sue parole erano dure, colme di una tensione che lei non aveva mai visto in lui. Angie si sentì colpita, ma rimase ferma, sperando di trasmettergli comprensione e sicurezza.

‹‹Blaze, la scelta è tua. Non voglio impormi su di te, ma tu hai una luce dentro, una possibilità di cambiare››

Lui le lanciò uno sguardo quasi di sfida.

‹‹Forse non voglio quella luce. Forse non voglio essere il tuo "progetto"››

Si allontanò, camminando verso le onde, come se solo l'oceano potesse lenire la tempesta che aveva dentro. Angie lo seguì con lo sguardo, sentendo il peso della frattura che si stava creando. Il mare, prima calmo, sembrava rispondere alla tensione di Blaze. Le onde iniziavano a infrangersi più violentemente, come se l'oceano stesso percepisse il tumulto del ragazzo. Angie capì che, in quel momento, ogni sua parola poteva risultare inutile. Forse, doveva solo lasciargli spazio. Blaze si voltò di nuovo, con un lampo negli occhi.

‹‹Perché mi hai nascosto tutto? Se eri davvero qui per aiutarmi, perché non me l'hai detto fin dall'inizio?››

Le sue parole rivelavano il dolore di chi si era sentito tradito, ferito da quella verità tenuta nascosta.

‹‹Non potevo, Blaze. Se te lo avessi detto subito, non mi avresti mai ascoltata! E poi, tu mi hai sempre rifiutata! Mi hai sempre tenuta distante!››

Angie mantenne la voce bassa, cercando di trasmettergli la sincerità che provava.

‹‹Avevo bisogno che tu mi vedessi come qualcuno di cui poterti fidare, non come una presenza imposta››

Blaze fissò la sabbia, la mandibola serrata. Dopo un lungo istante di silenzio, scosse la testa.

‹‹Non posso fidarmi di te. Come potrei? Non mi hai detto chi eri e, ora dovrei accettare di seguire qualcuno che è "mandato" per salvarmi, come se fossi senza speranza?››

Angie avvertì la profondità della sua resistenza. Non si trattava solo della sua diffidenza verso di lei, ma della sua paura di essere vulnerabile, di lasciarsi davvero aiutare.

‹‹Non devi fidarti di me subito, Blaze. Ma non lasciare che il tuo orgoglio ti isoli. So che c'è qualcosa in te che vuole liberarsi, qualcosa che vuole lasciar andare questo dolore!››

Blaze sembrò vacillare per un attimo, come se fosse diviso tra il desiderio di fuggire e quello di avvicinarsi. Guardò il braccialetto al polso di Angie, poi abbassò lo sguardo.

‹‹Forse non sono quello che tu pensi, Angie. Forse non c'è niente da salvare!››

La ragazza fece un passo avanti. Cercò di raggiungere la sua mano, ma lui la scansò bruscamente.

‹‹No. Non lo capisci. Non sei parte di questa storia, non veramente. Vai via, Angie. Non seguirmi!››

Lei si fermò, sentendo il peso della sua distanza emotiva, ma sapeva che non poteva lasciarlo andare completamente.

‹‹Sarò qui, Blaze. Quando sarai pronto. Ricorda solo questo››

Lui non rispose. Senza voltarsi indietro, iniziò a camminare tornando verso casa, lasciando Angie sulla sabbia, il braccialetto che pulsava debolmente, come se risentisse della sua partenza. La ragazza rimase lì, guardando la figura di Blaze allontanarsi fino a diventare un puntino. Sospirò, mentre con una mano scompigliava i suoi capelli lunghi. Poi, lentamente, s'incamminò anche lei verso la sua abitazione.

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