Capitolo 5 - Conflitti

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Blaze uscì di corsa dal Conservatorio. Aveva il cuore in tumulto. Si sentiva completamente destabilizzato. Raggiunse una via adiacente l'istituto, una di quelle piccole traverse che nessuno frequentava. Si appoggiò contro il muro, cercando di calmare il respiro. Non si sentiva più le gambe. La mente era un vortice di pensieri ed emozioni contrastanti. Con un gesto rapido, e estrasse dal giubbotto una Marlboro e se la mise tra le labbra. Accese la sigaretta con mani tremanti e tirò una boccata profonda. Un sospiro gli sfuggì dalle labbra, ma non servì a nulla. Lei era ancora lì, nella sua mente, con quella luce, con quella musica che gli aveva scavato dentro. Fece un altro tiro. Un soffio di vento improvviso portò via il fumo, disperdendolo nell'aria come polvere. Blaze strinse la sigaretta tra le dita, lasciando che la cenere si accumulasse sulle punte.

"Che cazzo mi sta succedendo?"

Chiuse gli occhi per un momento. Quello che gli aveva fatto provare Angie fu devastante. Era come se una parte di lui si spezzasse. Si portò una mano al viso, strofinando gli occhi con rabbia.

"Non doveva succedere, non dovevo guardarla!"

La sigaretta si consumò tra le dita, ma lui non se ne accorse nemmeno. Era tutto troppo confuso e intenso, che non sentì bruciore. Dinanzi a lui c'era il volto di Angie, in tutta la sua bellezza, che irradiava come un raggio di sole.

"Lei è troppo. Cosa sono io, rispetto a lei? Non la posso avere!"

Buttò la cicca a terra e la schiacciò con il piede, con rabbia. Poi, si passò una mano tra i capelli spettinati, il viso teso. Quella consapevolezza lo stava divorando.

"Non posso farcela!"

Mormorò a bassa voce.

"Non riuscirò a uscirne!"

Si accese un'altra sigaretta. Guardò il fumo, che veniva sollevato lentamente e poi sparire, inghiottito dal vento. Proprio come i suoi sogni. Le sue dita tremarono un po', ma si costrinse a mantenere la calma. Però, fu tutto invano.

"Dannazione!"

Improvvisamente, sentì dei passi.

"Non può essere lei! Non sa che sono qua!"

Per un attimo, trattenne il respiro. Blaze volle sparire, diventare invisibile agli occhi di Angie. Tirò un sospiro di sollievo quando vide Jace.

‹‹Sapevo che ti avrei trovato qui!››

Il ragazzo si avvicinò.

‹‹Hey, Blaze... che ti succede, amico mio? Stai bene?››

In faccia si poteva vedere benissimo quanto fosse pallido. Blaze si voltò verso Jace. Gli occhi erano ancora persi nel vuoto, ma cercò di ricomporsi.

‹‹Sto bene››

La sua risposta uscì con una calma forzata, ma il suo sguardo tradiva una lotta interna che Jace non poteva ignorare. Lo fissò per un lungo istante, senza dire nulla. Lui sapeva che Blaze non era uno che parlava facilmente di sé.

‹‹Non mi sembra che tu stia bene››

Accennò un sorriso.

‹‹Sei pallido come un morto. Che ti prende? È per quella ragazza?››

Il cuore di Blaze ebbe un sussulto. Angie. Era ovvio che Jace avesse intuito qualcosa, anche senza sapere i dettagli. Ma lui non era pronto a parlare. Non con il suo amico. Non con nessuno. Fece un tiro profondo dalla sigaretta, lasciando che il fumo si disperdesse nell'aria.

‹‹Non è niente!››

Quelle parole uscirono dalle sue labbra con più convinzione. Anche se dentro di sé sapeva che stava mentendo. Jace lo osservò ancora per qualche minuto. Poi, si avvicinò un po' di più, mettendogli una mano sulla spalla.

‹‹Ascolta, lo so che non ti piace parlare, ma... non devi affrontare tutto da solo, ok? Siamo una squadra, no? Non devi essere sempre il duro››

Blaze strinse la mascella, cercando di metabolizzare quelle parole. Ebbe l'impulso di allontanarsi. Ma, allo stesso tempo, una piccola parte di lui, quella più vulnerabile che cercava di nascondere, desiderava parlare. Forse, Jace poteva capire. O, forse, no.

‹‹Non è per lei... non è solo per lei››

L'amico sollevò un sopracciglio.

‹‹Allora cos'è? Perché mi sembra che tu sia come uno spettro. Qualcosa ti sta logorando... se non è per quella ragazza, cos'è che ti sta mangiando vivo?››

Blaze chiuse gli occhi per un momento.

‹‹Non lo so nemmeno io!››

L'amico lo guardò, senza sapere cosa dire. Per la prima volta, vedeva Blaze per quello che era realmente: non il ragazzo sicuro di sé, ma qualcuno che lottava, ogni giorno, per non affondare. Seguì una lunga pausa di silenzio. Blaze gettò la sigaretta a terra e la spense, come aveva fatto con la precedente.

‹‹Non devi combattere da solo, amico mio. E poi, ricordati che tu sei forte››

Blaze non rispose. Forse, Jace aveva ragione. Ma, in quel momento, non riusciva a pensare a nient'altro che a lei, una luce troppo brillante per essere raggiunta da un tipo come lui. Jace sospirò, realizzando che, probabilmente, non avrebbe ottenuto più di quel tanto dall'amico.

‹‹Fai attenzione, ok? Ci vediamo più tardi››

Lui annuì appena, guardando Jace allontanarsi lentamente. Quando fu di nuovo solo, tirò un altro sospiro profondo. Ma non si sentiva meglio.

"Se mi avvicinassi troppo, la distruggerei!"

Sapeva che era troppo tardi per tirarsi indietro. Qualcosa dentro era già cambiato. Per quanto cercasse di respingere quella verità, Angie era ormai una parte di lui, che non poteva più ignorare. Blaze si accese un'altra sigaretta, ma non la fumò. La tenne solo tra le dita, guardando il fumo sollevarsi nel cielo. Si lasciò andare e, mentre sedeva a terra, piegò le gambe e poggiò i gomiti sulle ginocchia.

Spazio autrice

Blaze sembra un caso quasi patologico! Angie lo ha proprio stregato con quella musica. Ma lei non é una strega! Lui lotta con i suoi conflitti interiori. Ne uscirà vincitore da queste lotte? Secondo voi? Sono curiosa di sapere le vostre opinioni in merito a questo capitolo. Votate la storia, i rispettivi capitoli e scrivetemi in tanti. Vi aspetto.  I prossimi mercoledì non ci sarò, motivi personali,. Carico entro oggi tutta la storia. Ciao ragazzi. Un abbraccio dalla vostra Debora.

Costruttrice di paceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora