Capitolo Diciotto

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Si rese conto di essersi infilato nell'auto di Fadel solo molto tempo dopo aver lasciato l'hamburgheria. Ora sembravano giunti davanti casa di Fadel, pronti a scendere e a entrare in casa.

Si sentiva come se le gambe fossero pesanti, come se migliaia di pietre lo appesantissero. Non voleva scendere dall'auto, anche se la moderna casa a due piani di fronte a lui era il luogo che più desiderava esplorare all'interno.

Controllò l'orologio; il cuore gli batteva forte ed era chiaramente ansioso. Erano solo le nove e mezza. Il tempo passava incredibilmente lento, ogni secondo sembrava un'ora.

Fadel spense il motore dell'auto. La sua espressione era neutra, non rivelava alcuna emozione. L'alta figura lo vide immobile e si girò per lanciargli un'occhiata severa.

"Non vuoi scendere dall'auto?".

"Lo farò".

"Hai già mangiato qualcosa?".

"Sì, l'ho fatto. E tu? Hai già mangiato? Che ne dici di un po' di dimsum...".

"No, oggi non ho fame".

Style annuì. La conversazione informale non poté migliorare l'atmosfera. Fece un respiro profondo e ricordò a se stesso che era stato con Fadel per molto tempo e non aveva mai pensato di fargli del male (nel senso di ucciderlo o qualcosa del genere). In quel momento, probabilmente, non aveva intenzione di fargli nulla e si trattava solo di uno stato paranoico dovuto dalle menzogne che si portava dentro.

Era lui che stava pensando troppo perché aveva scoperto per caso il segreto dell'altro.

Ok, stai calmo, Style. Tu conosci il suo segreto, ma lui non sa ancora che tu sai.

Se non voleva continuare a tenersi per mano e ad avere una relazione con questo ragazzo, doveva chiaramente chiudere la storia. Poteva anche inventarsi di aver perso la passione. Non aveva intenzione di portare avanti una relazione con un criminale.

Respirò profondamente fino a gonfiare il petto e chiuse gli occhi per meditare e farsi coraggio.

Fadel inclinò la testa, osservando il comportamento di Style. Si rendeva conto che, da quando si erano incontrati quella mattina, aveva mostrato molti segnali sospetti: evitava il contatto visivo, faceva delle facce strane come se stesse pregando continuamente e lo guardava di nascosto come se avesse paura? Fadel, che aveva intenzione di affrontare Style, si sentiva impotente perché vedeva che Style aveva paura di lui.

La situazione tra loro era imbarazzante. Quello che era iniziato come una intenzione di vendicarsi, finì con il trascinare Style a casa.

Fadel capì il significato di essere sconfitto. Certo, sapeva cosa significava, ma non aveva mai creduto di potersi sentire sconfitto da qualcuno. Eppure, sembrava che la sconfitta in quel caso significasse proprio quanto amasse Style.

Forse era un po' meglio di Bison, perché aveva capito fin dall'inizio che uccidere Style per farlo tacere non fosse un'opzione.

La situazione era davvero imbarazzante, come se sapesse che tutto stesse per finire, eppure era lui a tenere duro con parole che parlavano di vendetta, di vendicarsi, di...

"Style".

"Eh? Perché mi chiami?".

"Volevo solo dirti che dovresti sbrigarti a scendere dalla macchina. Stai sudando molto. Fa caldo? Vai a rinfrescarti con l'aria condizionata all'interno".

"Ho capito, ho capito. Mi dai ordini come un padre".

Si lamentò aprendo la portiera e scendendo dall'auto, precedendo Fadel. Fadel sgranò gli occhi di fronte alle divagazioni di Style, apparentemente infastidito, ma quando pensò che dopo la fine di quella situazione avrebbe potuto non sentire più quella voce, la sua stanchezza si trasformò immediatamente in tristezza.

The Heart Killers (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora