Our first untypical night

374 25 0
                                    

POV STASH

"Stash lascia stare quei maledetti capelli, stai bene accussì, mo' jamme!"
"Danie' dobbiamo essere sul palco alle 10.. E sono ancora le 8.30, lasciami ancora un quarto d'ora almeno!"
Alex ci osservava sorridendo. Sapevo quello che stava pensando...
Noi ci impegniamo sempre al massimo, facciamo in modo di essere puntuali, di spaccare il secondo, siamo originali, proviamo ogni singolo giorno della nostra vita... Ma questo non è mai bastato.
Ricambio lo sguardo di Alex e gli sorrido, amaramente.
"Vedrete, questa sera sarà diverso" dico.
Non fu così.
Salimmo sul palco alle 10 in punto ed iniziammo a suonare per quei cinque tavoli pieni.
Sorridevamo, come sempre, perché la musica ci fa quest'effetto, ma dentro di me sapevo che non potevamo andare avanti così. Non avevamo abbastanza soldi per pagarci l'appartamento, e ci serviva anche una nuova attrezzatura. I pagamenti delle serate bastavano per i nostri pasti e per qualche vestito. La musica era la nostra vita, ma non potevamo far affidamento solo su di lei. Basta, domani mattina avrei parlato ad Alex e Daniele e gli avrei proposto... Quello che pensavo ormai da mesi: un trasferimento a Londra. Lì il mercato della musica è molto più aperto e chissà, potremmo ottenere qualche buon ingaggio.
Ma in quel momento, all'improvviso, tra lo sconforto totale che come al solito riuscivo a reprimere con nuove speranze, una figura mi colpì. L'avevo vista servire qualche tavolo, per poi interrompersi e semplicemente fermarsi ad ascoltarci. Perché stava ascoltando noi giusto? Si era così... Teneva gli occhi fissi su di noi e non muoveva un muscolo.
Dovevo dare di più, dovevo dare di più per quella figura che ci aveva appena dato ascolto. Il mio cuore iniziò a battere velocemente. Qualcuno ci stava apprezzando, tanto da sedersi rischiando probabilmente il posto di lavoro.
Continuai a suonare come mai avevo fatto prima, con una nuova energia nata forse dalla realizzazione di un sogno: la nostra musica era finalmente arrivata a qualcuno. Il mio subconscio continuava a darmi del patetico, ma io lo ignorai e mi concentrai solo su quella figura.
Finita la serata ammetto di aver sperato che quella persona si presentasse e si complimentasse con noi. Forse sono solo un egocentrico, scossi la testa e tornai a smontare gli strumenti dietro al palco per poi caricarli sul nostro furgone.
"Senti Stash.. Io e Daniele stasera dovremmo incontrare Martina e Serena. Ti dispiace se..."
"Andate, penso io alle nostre bellezze" dissi dando qualche pacca alla custodia di una chitarra. Un'altra notte passata a caricare gli strumenti da solo.
Stavo pensando a Londra, alle nuove speranze che avrei creato ai ragazzi domani mattina parlandogliene, e se mi stessi sbagliando?
Una voce mi riporta alla realtà...

POV VALENTINA
"Scusa"
Avevo visto i tre ragazzi della band fuori dal locale, il cantante con degli strumenti in mano, gli altri due invece si stavano allontanando.
"Scusa" gli urlo più forte.
Il ragazzo si gira. Non ero mai stata una ragazza insicura o timorosa, ero sempre abbastanza decisa, mai nessun tremore alle ginocchia, ma quando sentii i suoi occhi fissarmi ebbi un attimo di esitazione. Si, saranno stati i suoi occhi... O forse le sue labbra? O magari quei capelli?
Cercai di riprendermi mentre lui mi fissava con aria interrogativa.
Dio, renderesti tutto molto più facile se non mi fissassi così.
"Perdonami non volevo disturbarti, tu sei il cantante della band giusto?"
A quel punto sembrò riconoscermi e mi sorrise, mi porse la mano
"In persona, piacere, Stash"
Aggiungere il sorriso alla lista di cose di quel ragazzo che sembrava scombussolarmi il cervello? Fatto.
"Ciao, io sono Valentina" ricambio il sorriso, o almeno spero, "scusa ancora ma.. Volevo dirti che stasera siete stati davvero pazzeschi, adoro come vi muovete sul palco, la vostra energia e la tua voce è.. è unica davvero, non ho mai sentito una voce così e non so... per un momento mi siete sembrati sprecati in quel locale."
Ok forse avevo parlato troppo, si avevo decisamente esagerato con i complimenti, mi prenderà per stupida.
E invece continuò a fissarmi. Per un momento mi sembrò di leggere nei suoi occhi commozione e gratitudine, sembrava davvero un ragazzo dolce.
"Non so come ringraziarti, nessuno ci aveva mai detto cose del genere"
Continuammo a fissarci sorridendo, il momento ora era diventato troppo imbarazzante, Valentina fai qualcosa.
"Bene.. Allora io andrei.." Poi pensai a tutti quegli strumenti nel locale ancora da caricare. "Non dirmelo, hanno lasciato a te tutto il lavoro sporco?" Lo guardai con aria divertita.
"È il prezzo che devo pagare per non avere una ragazza" sospirò ironicamente.
"Be' non posso trovarti una ragazza ma... Che ne dici di un'assistente?" A quel punto presi un pezzo di... Qualcosa... Dalle sue mani e mi incamminai verso il furgone aperto e pieno di strumenti.
"Cosa? Oh no no no. No. Non se ne parla. Non mi permetterei mai di condividere le mie fatiche con una ragazza che per di più ha finito il turno qualche ora fa. Se proprio ci tieni a perdere tempo con me stanotte, puoi rimanere a guardare e farmi compagnia così." Mi sorrise e mi porse un braccio, lo afferrai e lui mi portò a sedere su un muretto, a metà strada tra il locale e il furgone.

"Quindi..." Chiese mentre caricava l'ultimo tamburo della batteria di Alex (si, in tutto questo tempo passato mi ha spiegato tutto della sua band e degli altri ragazzi) "è questo quello che fai tu? Lavori qui?"
"Oh no, cioè si, anche, ma solo la sera, la mattina studio."
Odio ammetterlo perché mi sembra una cosa molto egoista, ma adoro quando mi si fanno domande. E Stash quella sera me ne fece, e tante. In poco tempo aveva già capito come prendermi e per questo mi piaceva.

POV STASH

Non appena mi voltai per capire di chi era quella voce, vidi una ragazza. Era bella, bellissima, in quel momento non riuscii a trovare nessun altro essere di questo mondo che potesse superare la sua bellezza. Sperai con tutto me stesso che fosse lei la persona che si era interessata a noi durante l'esibizione. Ed era così.
Passammo tutta la notte insieme, lei seduta su un muretto, io impegnato a smontare strumenti e a caricarli, ma la fatica non si faceva sentire, ero troppo impegnato a rispondere alle sue domande e soprattutto a formularne di nuove. Volevo sapere tutto di lei, volevo imparare a conoscerla in quelle poche ore che avevamo a disposizione come si conosce un amico di vecchia data. Volevo farla ridere poi, sentivo il gran bisogno di apparire perfetto ai suoi occhi. Volevo piacerle.

"E cosa studi?"
"Medicina"
"Oh davvero, wow sei la prima studentessa di medicina che conosco"
"Ah si? E quante studentesse conosceresti in tutto scusa?" Mi guardò ridendo.

Cretino ma che fai? È questo il tuo modo per piacerle?!

"Sai quello che intendevo.." Tento di sorriderle nella maniera più dolce possibile, anche se credo sia impossibile raggiungere anche solo un quarto della dolcezza dei suoi occhi in quel momento.
"Come mai riesci a capirmi così bene?" Tornò seria prendendomi alla sprovvista con questa domanda. Riuscivo davvero a capirla? Mi sentii fiero di me.
Mi avvicinai al muretto su cui era seduta
"Che intendi?"
"Mi fai ridere, dici la cosa giusta al momento giusto, sembra proprio che tu sia in possesso del manuale del mio tipo di personalità perfetta"
"Stai insinuando che starei cercando di conquistarti?" Avevo osato troppo?
Arrossì lievemente.
"Be' è quello che si dovrebbe fare con noi rare, rarissime studentesse di medicina..." Mi disse con finta aria superiore. Si, l'adoravo.
"Allora ammettete di essere una specie in estinzione eh?" Mi sedetti vicino a lei, riuscivo a sentire il suo profumo. Rischiavo di impazzire, tutto in lei era così perfetto.
"Oh più che in estinzione, in estinzionissima, anzi credo proprio di essere l'unica sopravvissuta"
Sentivo ogni parte del mio corpo essere attratta da lei.
"Ah si? Sono stato davvero fortunato stanotte allora..." Volevo baciarla. Lo so era una follia, ma lo volevo, più di ogni altra cosa. Poi però mi ricordai quello che mi aveva appena detto, dovevo capire ciò che voleva e quando lo voleva. Mi trattenni, rischiando la follia più totale.
La sua risata mi scosse.
"Sono le 3 di notte, tra quattro ore dovrò svegliarmi ed andare in università.. E sto qui a parlare con te di studenti di medicina estinti. Hai davvero un effetto negativo su di me eh?" Mi disse con aria maliziosa per poi scoppiare in una risata e alzarsi.
E tu mi destabilizzi in questo modo, avrei voluto dirle.
"No davvero, è meglio che vada..." Ci fu un attimo d'attesa, ma io non riuscii a coglierlo, ero ancora in uno stato di trance.
Quando si allontanò me ne resi conto.
"HEEI" le urlai "DOMANI SERA SEI DI TURNO"
Si voltò verso di me sorridendomi, come se le avessi appena rivelato la cosa più bella di questo mondo.
Fece cenno di sì e continuando a camminare si voltò verso la sua strada.
"BE' ANCHE IO! VOGLIO DIRE.. SUONIAMO QUI PER TUTTA LA SETTIMANA"
"ALLORA A DOMANI" Mi rispose. Era già parecchio lontana, ma il suo sorriso spiccava nonostante il buio.

Tornato a casa mi buttai sul letto pensando ancora a lei e ringraziai dentro di me Alex e Daniele che avevano insistito a farci suonare in quel locale. Fosse stato per me, avremmo rifiutato.

SPAZIO AUTRICE
Buondiiii'. Ok ammetto che anche questo capitolo sembra abbastanza.. "moscio", mi dispiace, spero di migliorare andando avanti. Bene questo era tutto quello che volevo dirvi, spero mi diate ancora qualche chance eh🙈 Credo di postare il nuovo capitolo stasera, a dopoo

Since the beginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora