I'll make you mine, keep you apart, deep in my heart

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"... Drink up with me now and forget all about
The pressure of days, do what I say
And I'll make you okay and drive them away
The images stuck in your head.
Drink up, baby, look at the stars
I'll kiss you again, between the bars
Where I'm seeing you there, with your hands in the air
Waiting to finally be caught
Drink up one more time and I'll make you mine
Keep you apart, deep in my heart
Separate from the rest, where I like you the best
And keep the things you forgot..."

POV STASH
Quando l'ho vista all'aeroporto, abbracciata a me, con gli occhi lucidi, stentavo a crederci. Solo ora, solo dopo averla rivista, mi sono reso conto dei mesi terribili che ho passato senza di lei. Mi era mancata come solo l'unica persona che ami può mancare. E quando mi ha baciato, quando finalmente, dopo mesi, ho sfiorato quelle sue morbide labbra, ho capito che non avrei più potuto fare a meno di lei.
"Allora" la sentii chiedere a me e Daniele mentre uscivamo dall'aeroporto, il mio braccio sulle sue spalle e il suo attorno ai miei fianchi. "Dov'è Alex?"
"In questo momento ci starà maledicendo per
averlo lasciato a cercare parcheggio"
Non riuscii neanche a finire la frase che sentii qualcuno urlare, in italiano.
"10 GIRI! AVRÒ FATTO COME MINIMO 10 GIRI PER TROVARE UN MISERO PARCHEGGIO E SAPETE QUAL È STATA LA RICOMPENSA? NULLA, NEANCHE UN PICCOLO POSTO VUOTO!"
Alex si stava avvicinando a noi con passo rapido. Dopo qualche minuto speso a salutare ed abbracciare Valentina, che nel frattempo stava ridendo come una matta per la reazione di mio cugino, ci condusse verso la macchina che aveva lasciato in quintupla fila.
"E così un posto l'avevo trovato, ma quel bastardo me l'ha fo... No. No, non posso crederci."
Si era fermato proprio di fronte alla macchina.
"UNA MULTA?! NE AVETE ANCHE IL CORAGGIO!"
Sembrava completamente uscito di testa. Noi tre scoppiammo a ridere, tentando di farlo arrabbiare il meno possibile.
Finalmente, dopo ancora mille proteste, riuscimmo a salire in macchina e a dirigerci verso casa.
"Benvenuta a Londra amore mio" sussurrai all'orecchio di Vale, mentre Alex e Daniele discutevano sulla stazione radio da mettere.
Ovviamente sarebbe rimasta a dormire a casa nostra, un piccolo appartamento che avevamo preso in affitto vicino Camden Town.

POV VALENTINA
Arrivammo a casa loro verso le 6 di pomeriggio. Adoravo Londra, e ancora di più Camden Town, perciò fui più che felice di non dormire in un hotel, ma di restare nel quartiere che amavo con il ragazzo che amavo. Oh e con i suoi due amici ovviamente.
La casa era più grande di quella di Stash a Milano, ma dopotutto qui abitavano in tre. Il salone era stato trasformato in una sala per le prove, c'erano attrezzi e spartiti ovunque. Poi avevano un piccolo angolo per la cucina, tre camere da letto e un bagno. Niente di speciale, ma loro l'avevano resa davvero accogliente arredandola con il loro solito stile underground.
Quando vidi un quadro, o meglio una tela bianca con sopra due punti neri, mi avvicinai per cercare di capirlo.
"E questo cosa dovrebbe essere?" Chiesi divertita.
"Oh non chiedermelo, anche io cerco di capirlo da molto tempo" Mi disse Stash avvicinandosi a me e a quel.. "coso".
"Uaglio'" iniziò a spiegare Daniele. "questa è arte allo stato puro. È la rappresentazione della vita, tutto ciò che l'uomo ha sempre cercato di capire. Un punto rappresenta la.. AHIAA!"
"Danie' se ricominci ancora una volta con la storia della vita, della felicità e della tristezza questo pizzico si trasformerà in qualcosa di peggio."
Alex e Daniele erano come cane e gatto, e visti da fuori erano un vero spettacolo comico.
Per la milionesima volta in quella giornata risi di loro, poi sorpresi Stash a fissarmi.
"Che c'è? Ho qualcosa in faccia?"
"Oh si, lascia che te lo tolga"
Mi si avvicinò e mi lasciò un piccolo bacio sul naso.
"Ecco ora sei perfetta"

Nelle due ore successive Stash mi aiutò a disfare la piccola valigia, mentre Alex e Daniele finivano di leggere alcuni documenti riguardo la pubblicazione del loro album.
"Sei nervoso per domani?" Chiesi a Stash non appena finii di sistemare l'ultima maglia nell'armadio.
"Non più di tanto" Mi disse lui, per poi tirar fuori dalla valigia un paio di slip neri di pizzo e sorridermi maliziosamente.
"Che vuoi fare stasera quindi?"
Gli strappai di mano i miei slip.
"Non quello che stai pensando" gli sorrisi. "Invece... Vorrei andare in qualche pub qui a Camden, credi di potermici portare o hai troppi pensieri pervertiti per la testa?"
Mi rendevo conto che la situazione era abbastanza strana. Dovevamo essere solo amici, ma già in aeroporto questa prospettiva si era dimostrata impossibile. Non era cambiato nulla da quattro mesi fa: domenica io sarei tornata a Milano e lui sarebbe rimasto qui, allora perché comportarsi come se fosse tutto normale?
Quando sentii Stash abbracciarmi e sussurrarmi qualcosa, il mio subconscio sembrò aver trovato risposta a questa domanda: 'perché ti è mancato e lo ami'

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