POV VALENTINA
"Buongiorno dormigliona"
"Mmmh sono ancora le 10 cosa vuoi?"
"Voglio che ti svegli e che ti gusti la colazione" Disse sdraiandosi accanto a me e riempiendomi di baci.
Era incredibile come riuscisse a far risultare tutto perfetto, sapeva sempre cosa dire e cosa fare.
"Mmmh" cercai di fargli capire così quanto stessi apprezzando quelle coccole mattutine, ma appena sveglia le mie capacità linguistiche erano davvero pari a zero...
Finalmente mi sollevai sui gomiti per vedere cos'aveva combinato.
Sul letto c'era un vassoio pieno di cornetti, biscotti, marmellate e caffè.
"Così ancora una volta Stash Fiordispino cade nei soliti cliché eh" Gli dissi ridendo.
"Oh mi dispiace, la prossima volta manderò te a comprare i cornetti al bar così forse la smetterò di essere così prevedibile" Fece finta di essere offeso, perciò per farmi perdonare presi della marmellata, gliela spalmai sul naso e lo ripulii con dei baci.
"Grazie" Gli dissi lasciandogli un ultimo bacio, sperando di aver fatto trasparire molto più del semplice significato della parola."Allora" Cominciò a chiedermi tra un un biscotto e un sorso di caffè "cosa vogliamo fare oggi? È domenica, perciò proporrei nulla di troppo movimentato"
"Perché vedere un film ieri sera è stato troppo stancante per te?" Gli chiesi squadrandolo.
"Be' quello no, ma la parte dopo è stata decisamente più impegnativa" Mi lanciò uno sguardo malizioso.
"Perciò oggi non vorresti rifarlo?" Adoravo scherzare così con lui.
"Non ho mai detto questo..." Spostò il vassoio sopra le mie gambe per prendere il suo posto.
"A proposito, è stato fantastico"
"Ohhh be', chi è adesso che sta cadendo nei soliti cliché?"
Gli tirai un ciuffo di capelli, ma improvvisamente provai un forte desiderio di fargli capire ciò che provavo per lui, semplicemente per fargli sapere che stavo davvero bene, che lui mi faceva stare bene. Già ma.. Cosa provavo per lui? Questa questione avrei prima dovuto analizzarla separatamente.
"Hey oggi è il mio turno di scoprire qualcosa su di te" Gli dissi cercando di allontanare almeno momentaneamente quei pensieri.
"Perciò?"
"Perciò potresti portarmi a vedere le prove della band..."
"Uhm no, niente da fare, Alex deve accompagnare la sua ragazza ad un matrimonio, per oggi niente band."
"Allora che ne dici di portarmi in un qualsiasi posto importante per te?"
Ci pensò un po'.
"Ok ti porto a casa mia"
L'idea mi allettava, volevo davvero vedere dove abitava e come aveva sistemato l'appartamento.
"Però ti avverto" proseguì "la mia doccia non è spaziosa quanto la tua"
Gli tirai nuovamente una ciocca di capelli.
"Vorrà dire che ci adatteremo"Appena misi piede in casa sua non potei fare a meno di sentire il suo profumo ovunque, il che aiutò quel piccolo grazioso appartamento a diventare ancora più grazioso. Si percepiva ovunque il suo stile e mi ritrovai a pensare che non era per niente una cosa negativa.
"Vieni" Mi disse facendomi segno di seguirlo "ti porto nel cuore della casa"
Mi condusse in una piccola stanza piena di strumenti ed altre macchine di cui, fino a pochi secondi prima, ignoravo completamente l'esistenza. Una sala incisione.
"Qui scrivo canzoni, musiche, o semplicemente mi siedo e mi rilasso. Mi piace, è il mio posto tranquillo."
La luce che vidi nei suoi occhi in quel momento mi fece capire realmente la sua passione per la musica.
"È bello qui, davvero." Gli dissi avvicinandomi e abbracciandomi a lui.
"Ma adesso devi accontentare una mia richiesta perché mi considero la vostra fan numero uno e devi riservarmi un trattamento speciale"
"Qualsiasi cosa per la mia prima fan" Mi rispose facendo un piccolo inchino.
"Ok allora.. Cominciamo da Fear Of Loving"
E fu così che le ore passarono mentre lui si divertiva ad accontentare ogni mia richiesta. Iniziai con loro canzoni, ma non appena scoprii che aveva preparato anche qualche cover, principalmente di Michael Jackson, Beatles e Queen, pretesi di ascoltare ogni singola canzone del suo repertorio. Tentò di insegnarmi a suonare la chitarra, ma fu un inutile spreco di tempo. Tuttavia mettemmo su un bellissimo concertino di Natale: io suonavo al pianoforte "We wish you a merry Christmas" e lui cantava.
Purtroppo proprio nel bel mezzo di "Jingle Bells" venimmo interrotti dal suo telefono.
Rispose scattando in piedi e mi sorpresi quando lo sentii parlare in inglese.
Purtroppo tutto ciò che disse furono semplice risposte di assenso e qualche ringraziamento, poi chiuse la telefonata.
Tornò a sedersi al pianoforte vicino a me, senza però aver mantenuto la stessa espressione sorridente di poco fa.
"Ti devo parlare"
Nei suoi occhi potevo leggere sconforto allo stato puro, così lo presi per mano e mi strinsi un po' di più a lui, ma questi gesti sembrarono solo ferirlo maggiormente.
"Al telefono era un produttore. Lo avevo contattato un paio di mese fa per fargli sentire qualche nostra canzone ma non pensavo le avrebbe mai ascoltate. Invece mi ha.. be' hai visto insomma, mi ha chiamato e mi ha detto che le canzoni gli sono piaciute."
"Oddio ma è.. è fantastico, lo vedi Stash, finalmente..." Lo sconforto non aveva ancora lasciato i suoi occhi.
"Ha detto che sarebbe disposto a produrre un nostro cd"
"E qual è la parte terribile di questa notizia" Chiese sorridendo, forse più per il nervosismo, non riuscendo ancora a capire perché stesse così.
"Vale, il produttore è inglese, di Londra. Ad Alex e Daniele non ho ancora detto nulla, ma era da tempo che pensavo di trasferirmi lì. Ed ora questo produttore ha detto che sarebbe l'ideale, anzi mi ha fatto capire che è l'unica soluzione perché non riuscirebbe a gestire tutto da Londra con noi qui a Milano."
Sentii le lacrime salire agli occhi. Che stavo facendo? Piangendo come una ragazzina, e per cosa poi?
"Stash sono contentissima per voi, sono.. sono davvero senza parole, è un opportunità pazzesca e finalmente potrete far..."
Mi abbracciò. E a quel punto scoppiai in lacrime.
Più sentivo la sua spalla sotto la mia testa e più pensavo a quanto mi sarebbe mancato. Più percepivo la sua mano carezzarmi la schiena e più mi chiedevo cosa sarebbe successo adesso.
Più mi stringevo a lui per cercare conforto e più mi rendevo conto che a breve l'avrei perso.
"Vale, avevo già pensato ad un trasferimento a Londra" mi sussurrò all'orecchio, tenendomi ancora stretta a sè "a prescindere dal produttore, avevo intenzione di dirlo ai ragazzi la mattina dopo la nostra pessima serata d'apertura al tuo locale. Ma poi sei arrivata tu e.. e non ci ho capito più nulla. E be', poi non ci ho pensato più di tanto, per ora avevo finalmente trovato un equilibrio per tutto, qui, con te."
"Stash non puoi rinunciare a questo per me" Avevo davvero trovato la forza di dire queste parole? Perché in quel momento gli avrei solo voluto chiedere di non abbandonarmi. E soprattutto suonavo davvero convincente? Non credo considerando che ero aggrappata a lui come per pregarlo di non andarsene mai.
"Vale io ti amo..."
"No. No Stash, no no no."
SI! ANCHE IO, TI AMO STASH, TI AMO.
"No Stash non è così, ci conosciamo da poco, non è ancora possibile. Ci troviamo bene insieme, ma non è niente di speciale."
Che cazzo stavo dicendo? Come potevo aver detto quelle cose.
Tentai di staccarmi dal suo abbraccio ma lui non mi lasciò andare.
"Vale possiamo trovare una soluzione, deve esserci, dobbiamo solo pensarci bene e vedrai tutto resterà come ora e..."
Volevo crollare li', di fronte a lui. Ancora una volta mi odiai per essermi fatta coinvolgere così. E odiavo lui, per il semplice fatto che era così, esattamente come avrei voluto che fosse. E odiavo anche questo stramaledetto universo che continuava a prendersi gioco di noi.
Volevo dirgli che non c'era altra soluzione ma che io l'avrei amato dandogli molto più di quanto la musica potesse fare.
DOVRESTI RESTARE CON ME STASH, POTREMMO CONTINUARE A VIVERE COME ABBIAMO FATTO FIN'ORA, SOLO UNENDO LE NOSTRE STRADE.
No, non potevo essere così egoista. Non con lui. Non con il ragazzo che amo.
"Non c'è soluzione Stash. Non c'è nulla di cui dobbiamo parlare. E adesso scusami, ma vorrei tornare a casa."
"No aspetta non..."
"Stash basta ti prego."
Volevo solo arrivare a casa e piangere. Ancora una volta, ma non mi vergognai con me stessa. Ci ero cascata in pieno e adesso ne avrei pagato il prezzo, era la mia giusta punizione.
Insistette almeno per accompagnarmi con la sua macchina ma, ovviamente, rifiutai.
Quando fui finalmente fuori da quella casa è lontana da lui riflettei meglio sull'accaduto.
Mi aveva detto di amarmi e io non gli avevo risposto neanche con un misero "anch'io". Adesso penserà che io non provo nulla per lui.
Meglio così, sarà più facile.
Aprii la porta di casa e prima di tutto mi buttai sul telefono.
"Lele..."
"Hey Vale allora?! Sono due giorni che cerco di chiamarti ma non eri raggiungibile, sei stata per caso con quel ragazzo che.."
Mi arresi definitivamente alle mie emozioni. Lo amavo, ma lo avrei perso. E, accasciandomi contro la parete, feci uscire sotto forma di lacrime tutta la mia frustrazione e disperazione.SPAZIO AUTRICE
Holaaa 💕 allora questi due non prendono pace eh. Spero che Valentina non vi sia sembrata troppo odiosa in questo capitolo, però capitela (capitolo capitela.. okaaay🙈). Spero anche che la storia in generale vi stia piacendo e sappiate che cercherò di movimentarla sempre di più andando avanti.
Detto ciò grazie per tutte le visualizzazioni, aggiornerò presto.
Gio❤️

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Since the beginning
Romance"Il punto è.. Stavo tranquillamente vivendo il mio periodo, un periodo negativo ovviamente per via del fallimento più totale della band. Poi sei arrivata tu, e questo è successo solo ieri sera, praticamente ventiquattro ore fa, e hai stravolto tutto...