Capitolo 6

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ZACK.

Rientro in classe, e vado verso il mio posto. Le ultime due ore passano velocemente, per fortuna. Una volta in cortile vado verso la moto. Vedo Alex con i suoi amici,e li sento parlare della festa allo Smith's club stasera,a cui Alex,sicuramente dovrà lavorare. Non credo ci andrò. Non ho voglia di feste. Supero il gruppetto di amici e salgo sulla moto. Alex mi nota,sta venendo qui.

«Hey.» che strano,mi parla di sua spontanea volontà,e poi il lunatico sarei io.

«Hey,ciao.» le rispondo abbozzando un piccolo sorriso.

«Che fai?» è proprio strana.

«Stavo per andare a casa,vuoi un passaggio?»

«In realtà volevo chiederti una cosa.» è agitata,le trema la voce tremante,e sta facendo il giochino con i capelli,che fa quando è nervosa. Non che ci abbia prestato attenzione,ma l'ho notato.

«Oh,dimmi ti ascolto. » mi volto nella sua direzione,e lei deglutisce l'accumulo di tensione che le si forma in gola.

«Stasera c'è una festa,allo Smith's club,io e i miei amici andiamo,be' io ci lavoro,ma se tu non hai nulla da fare, puoi fare un salto da noi. » La sua espressione,pian piano si rilassa. Mi piacerebbe andare,ma sto facendo andando troppo oltre questa conoscenza.

«Non posso,ho da fare.» La sua espressione cambia,ma non so dire con certezza il perché.

«Ehm,okay.» che carina,in questo momento mi sembra così piccola,eppure non lo è.

«Quel passaggio a casa è ancora disponibile,se vuoi,però devo andare un attimo a casa a prendere una cosa, che devo portarlo a mia madre.» mi passo una mano tra i capelli,portando il mio ciuffo più in alto. Un sorriso le illumina il viso,e mi da un colpetto sul braccio. Sale,e mi porta le mai alla vita per mantenersi. Accelero,e la modo sfreccia sulla strada. I capelli di Alex vanno da tutte le parti,per colpa del vento,ed è divertente vederla toglierseli dalla faccia ogni cinque minuti.

Arriviamo davanti al mio palazzo in poco tempo. «Vieni.» mi guarda,e poi mi segue. Camminiamo nell'atrio,fino ad arrivare all'ascensore. Entriamo,e schiaccio il pulsante,con sopra inciso il numero "3". Infilo la chiave nella serratura,e poi apro la porta.

«E' carino qui.» dice mentre si guarda attorno.

«Grazie. » dico ridacchiando. A volte sembra una bambina,mi fa abbastanza ridere questo suo lato.

Prendo la busta da portare a mia madre. Chiamo Alex,e torniamo alla moto. La distanza tra casa mia, e casa sua non è molta,in soli dieci minuti siamo arrivati.

Arrivo davanti la porta di casa sua,e fermo la moto. Lei scende e prima di andar via si volta verso di me. Tolgo e il casco,e mi passo una mano tra i capelli,per tirarli di nuovo su. La guardo,e non so se salutarla o no. In fondo è solo una mia amica. Le passo una mano trai capelli,sistemandole dietro le orecchie alcune ciocche ribelli. Sorride. La guardo per un ultima volta prima di andare.

Quando arrivo a casa mi stendo sul divano,e la mia testa viene invasa da mille pensieri. Per me Alex,deve essere solo un'amica,e lo è. Mi addormento,facendo sprofondare ogni pensiero,nel sonno.

Ho dormito quattro ore,sono le 23:30,e mi frulla ancora nella festa Alex alla festa,da sola. In pochi secondi decido. Vado a quella festa. Mi preparo,ed esco. Salgo sulla moto e nel giro di dieci minuti sono a quella festa. Vedo Alex fare avanti e indietro fra i tavoli. È esausta, ma si sta divertendo comunque con i suoi amici.

Appena mi vede,viene verso di me.

«Hey,sei venuto.» dice,rivolgendomi un sorriso.

«Be',mi sono liberato prima dai miei impegni,e così ,ho pensato di passare.» Dichiaro.

«Sono felice che hai deciso di venire.» dice,e il sorriso più luminoso e solare che abbia mai visto,compare sul suo viso.

«Allora,mi porti una birra? » dico ridendo, ricordando cosa è successo in passato. Si volta e va a prenderla . la vedo ritornare con un vassoio con sopra due birre. Si siede, e poggia il vassoio sul tavolo.

«Così e meglio no?» dice ridendo.

«Sono d'accordo.» beviamo le nostre birre,e qualche drink. Credo decisamente che Alex ne abbia bevuti troppi.

«Ferma là, ne hai bevuti abbastanza.»

«Andiamo,solo un altro. » dice, sporgendo il labbro inferiore, cercando di intenerirmi. Non posso fare a meno di ridere.

«No.» riesco a dire tra le risate.

«Va bene,nonno.» dice e mi fa la linguaccia.

«Sai,pensandoci,sei più simpatica quando sei ubriaca.» sbotta in una risata fragorosa.

«Forza vieni,ti porto a casa.» la prendo sotto braccio,e una volta fuori l'aiuto a salire sulla moto.

Mentre siamo in moto appoggia la testa sulla mia schiena,e devo ammettere che è una bella sensazione. Siamo davanti casa sua,v e prima che me ne accorga Alex mi stampa un bacio sulla guancia. «Grazie del passaggio »dice,e mi fa l'occhiolino,prima di andare via. Questa ragazza mi sta facendo diventare pazzo.

Sfreccio verso casa mia,sono veramente stanco.

ALEX.

Entro dalla porta principale,e prima che me ne renda conto,i miei genitori mi vedono. Mia madre sbarra gli occhi,in preda a una crisi di nervi.

«Dove diavolo eri! Ti ho chiamato innumerevoli volte al telefono,ma non hai mai risposto!» Cazzo! Non so cosa risponderle,ormai mi ha scoperto,tanto vale dirle la verità.

«Ero a lavoro.» ammetto,abbassando la testa. La rabbia le colora il viso.

«Tu hai un lavoro? Da quando?» Urla.

«Dall'inizio del semestre. Mamma calmati,non arrabbiarti,ti posso spiegare. » Mi fulmina con lo sguardo, e poi alza la mano,sferrandomi uno schiaffo sulla guancia sinistra. L'impatto è violento,e sobbalzo all'indietro.

«Mamma!» Urlo con la voce strozzata dal pianto, sono incapace di dire qualsiasi altra cosa.

«Hai chiuso Alex ! Con tutto! Sei la mia più grande delusione! »

«Io ti odio! » Corro in camera mia.

Non so che fare. Non posso stare qui,non voglio vederla. Sono le 2:00 di notte, così penso velocemente all' unico posto in cui potrei andare. Prendo una borsa,ci metto dentro il necessario per una notte,ed esco fuori dalla finestra. Non mi importa cosa penserà mia madre,quando domani mattina non mi troverà!


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