Capitolo 22

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ALEX.

Sto aspettando Zack seduta nella sala d'attesa da un quarto d'ora,e di lui neanche l'ombra.

Lo vedo varcare la soglia e avviarsi nella mia direzione.

« Che cosa ti volevano chiedere? » Fa una scrollata di spalle.

« Soliti controlli,niente di che.  Andiamo? » annuisco e mi infilo sotto il suo braccio. Eppure vedo che c'è qualcosa che mi nasconde.

Usciti dall'edificio,Zack lotta con la mano nella tasca dei jeans per tirare fuori il telefono. Compone il numero di un taxi,una volta che ha detto al centralino dove ci troviamo,ringrazia e attacca. L'attesa nel silenzio diventa ancora più lunga. 

Zack estrae le sigarette dalla tasca della giacca,chiedendomi con un cenno se ne voglio una. Annuisco,e me ne passa una.

Dà un tiro e risputa una nuvola di fumo.

«Zack,che facciamo? » si passa una mano tra i capelli.

« Ehi,come sarebbe a dire che facciamo? Aspetteremo i risultati degli esami,e qualsiasi sia la sentenza, ce ne andremo via. Tu andresti via con me? »

Non capisco bene la sua domanda,per la prima volta davvero non lo capisco.

« Cosa mi stai chiedendo Zack?»

Mi avvolge la vita con un braccio.

« Di andarcene,tu verresti via con me?»

« Zack,ma è folle ! » mi avvicina a lui.

« E allora? »

« Tu sei pazzo! » metto la testa nell'incavo del suo collo ridendo.

Un auto gialla,con la scritta TAXI sull'tetto,accosta davanti a noi.  Saliamo in macchina,e diamo la destinazione al conducente.  Zack porta lo sguardo altrove. Non riesco a capire cosa lo tormenta. C'è qualcosa che non vuole dirmi. Non l'ho mai visto così agitato da quando l'ho conosciuto. Mi soffermo a guardare ogni centimetro del suo corpo,e poi il mio sguardo va all'inchiostro che spunta fuori dalla maglia,all'altezza della nuca.  Non mi ero mai accorta di quel tatuaggio.

L'autista accosta,Zack gli porge le banconote e,poi usciamo dall'auto. La moto di Zack è ancora parcheggiata nel vialetto di casa mia.

Entriamo in casa e trovo mia madre a dormire sul divano, credo che Trent sia al piano di sopra.

« Zack,forse ora è meglio che vai. » 

« Si,ci sentiamo dopo.» mi attira a lui,e dopo un bacio va via.

Salgo in camera mio e mi stendo,sono esausta e cado in un sonno profondo.

Vengo svegliata dalla vibrazione del telefono. È Skyler,probabilmente avrà  letto tutti i messaggi che le ho mandato.  Scorro il dito sullo schermo e rispondo.

-Alex-!- strilla nel microfono,sfondandomi un timpano.

-Ehi,calma!-

-Che diavolo è successo? E che c'entra la polizia?-

- E' una storia troppo lunga da raccontare,possiamo vederci.-  emette un verso per deridermi.

- Certo che si! Vengo a prenderti, a tra poco.-

Chiudo la comunicazione,e senza rendermene conto sorrido allo schermo. Skyler è proprio matta.  Vado in bagno con l'intento di darmi una sciacquata,ma quando varco la soglia,vedo mia madre truccarsi davanti lo specchio. Cosi fredda,cosi perfetta e fredda. 

« Entra pure Alex,ho finito. » ora fa anche  la gentile ?

« Piantala di fingere,ho capito il tuo gioco. Ma non riuscirai a separaci mamma. » dico con tono calmo,non ho intenzione di urlare anche adesso.

« La partita è appena iniziata Alex,e io non ne ho mai persa una. » dice acida.

« Mi dispiace deluderti,ma c'è sempre una prima volta.» Fa un sorriso più finto di lei.

« Lo vedremo. » Esce dal bagno dandomi una spallata,che infantile.

Sento bussare al campanello,e prima che qualcuno apra la porta,afferro il telefono,e vado ad aprire.

« Ehi,andiamo? » Mi chiede Skyler, in piedi sull'uscio della porta.

« Sicuro.» Usciamo,e iniziamo a passeggiare,fino ad arrivare sedute al tavolino di un bar. Le racconto tutto,della polizia, degli esami,ogni singola cosa,e un verso stupito veniva emesso fuori dalla sua bocca ad ogni colpo di scena,come nella trama di un film. 

L'espressione di Skyler indecifrabile,e una mano posata sulla mia spalla portano a voltarmi.  Nel suo viso noto una certa somiglianza con qualcuno.

« Tu sei Alex Evans? » Come fa a sapere il mio nome?

« Sì,perché? » mi tende una mano.

« Piacere sono Travis Owens,il cugino di Zack. » Ora mi spiego la somiglianza,eccetto per quegli occhi azzurri e freddi come il ghiaccio.

Zack.

Infilo le chiavi nella serratura ed apro la porta. Alla visione  che vedo resto completamente immobile,completamente pietrificato. Mio cugino, è seduto sul divano nel mio soggiorno.

« Ehi Zack,come te la passi amico?»

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