Capitolo 14

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ZACK.

Sbatte le palpebre incredula.

« Zack,cosa ci fai qui? » Finalmente apre bocca.

«Be',fino a prova contraria questa sarebbe casa mia.» emette un verso di frustrazione.

«Si hai ragione,ma potresti avvisare invece di piombare qui senza dire niente.» si gratta la nuca nervoso,e viene verso di me.

« Volevo farti una sorpresa.» dichiaro. Scoppia a ridere. Mi siedo accanto a lei e faccio per toccarla,ma lei scosta la ma-no.

« Oh,ma ti prego! Prima te ne vai, lasciandomi da sola per quasi un intero mese,senza dare segni di vita ,niente ! E poi te ne vieni con la sorpresa! Wow Zack! Che bella sorpresa! »

È infuriata con me,e ha ragione. Ma devo sistemare le cose.

« Hei,volevo chiamarti,ma ...»

« Ma non lo hai fatto! Non ti sei fatto vivo,non ti è importato un bel niente di quella sera! Altrimenti saresti rimasto,e io non mi sarei svegliata da sola quella mattina!» Non so dav-vero cosa fare,è incontrollabile. Si alza, e raccoglie tutte le sue cose.

« Non prendere decisioni affrettate Alex per favore,fammi spiegare.» dico seguendola.

« Zack non c'è un bel niente da spiegare,tu hai preso la tua decisione,io ora ho preso la mia .» chiude la zip della borsa e va verso il salone.

« Alex per favore! Ascoltami un attimo!» L'afferro per i polsi costringendola a guardarmi. I nostri volti lontani cen-timetri,riesco a sentire il suo respiro.

« Ascoltami,ti prego.» Gli occhi le si riempiono di lacrime.

« Lasciami.» dice con la voce strozzata dalle lacrime.

Le lascio i polsi,e con i pollici si asciuga le lacrime. Va verso la porta,mette la mano sulla maniglia. Si volta verso di me.

«Volevi farti odiare? Complimenti,ci sei riuscito.» Esce dall'appartamento e chiude la porta alle sue spalle.

Vado in camera da letto,e mi lascio cadere pesantemente sul letto. Mi passo una mano tra i capelli.

Che diavolo ho combinato. L'ho distrutta. Se sta male è colpa mia. Non me lo perdonerò mai. Non posso averla persa, proprio ora che ho capito di amarla.

ALEX.

Corro in picchiata per le scale,il viso caldo inondato dalle lacrime. Niente è come me lo aspettavo. Niente è come do-vrebbe essere. Proprio ora che mi stavo rassegnando ad an-dare avanti senza lui,salta fuori dal nulla di nuovo. Esco dal palazzo, infilo le cuffiette, e vado verso casa. Ogni cosa in questa strada mi ricorda lui. Devo togliermelo dalla testa,è stato solo un grosso errore,che non commetterò mai più. Senza neanche accorgermene sono sul portico di casa. Busso al campanello,ma nessuno apre. Saranno usciti evidentemen-te. Vado sul retro di casa,e salgo dalla finestra. Lascio cade-re pesantemente la borsa sul pavimento. Mi stendo,e spro-fondo la faccia nel cuscino,bagnandolo di lacrime e mascara ormai sciolto. Non mi sono mai sentita così presa in giro. Mi sono innamorata così velocemente di lui, ma ora non riesco ad uscirne con la stessa velocità. Il vento si alza e sento il suo profumo.

È quasi passata un ora,rivolgo lo sguardo alla sveglia, sono le undici e mezza ,e niente potrebbe andare peggio. Basta piangermi addosso,non risolvo un bel niente così. Vado in bagno, e mi guardo allo specchio. La tristezza segnata negli occhi,gli stessi occhi che ancora si accendono quando lo ve-do. Decido di farmi una doccia, così metto i vestiti nella ce-sta dei panni sporchi, ed entro nella doccia. Apro il rubinetto e l'acqua inizialmente fredda, mi scroscia sulla pelle. Dopo poco diventa calda,così da sciogliermi i muscoli. Mi passo le mani sul viso, togliendo ogni residuo di trucco. Insapono ogni centimetro di pelle,come se volessi cercare di mandarlo via. Mi risciacquo e l'acqua mi leviga il corpo. Strizzo i ca-pelli togliendomi l'acqua dai capelli. Allungo un braccio fuori dalla doccia e afferro il morbido accappatoio . Faccio scivolare le braccia nelle maniche,e chiudo la cintura di stof-fa in un fiocco. Vado in camera,e prendo il telefono dal co-modino. Sul display compaiono vari messaggi e chiamate perse. Una goccia d'acqua cade da una ciocca dei miei pel-li,bagnando lo schermo. Mi stendo,e sento il telefono vi-brarmi nel palmo. Sul display compare il suo nome. È Zack. Esito per qualche istante,un attimo prima di rispondere.

*Cosa vuoi ancora?*

*Parlare.*

*Io e te non abbiamo più niente da dirci.*

*Alex,se non parli tu,allora parlerò io.*

*Mi dispiace ma non ho alcuna intenzione di ascoltarti. Buona notte Zack. * Chiudo la comunicazione e mi disten-do. Una calda lacrima mi taglia la guancia,e non posso fare niente per controllare quelle che seguiranno.

Vengo tirata fuori dai miei pensieri,quando rivolgo uno sguardo al balcone,qualcuno sta scavalcando la ringhiera della mia finestra. In primo momento non capisco chi sia,ma poi si volta e lo rivedo. Zack è sul mio balcone, con il palmo poggiato sul vetro. Vado verso la maniglia,e lo apro lasciandolo entrare.

« Cosa ci fai qui?» dico inarcando un sopracciglio.

« Prima che mi cacci via,lasciami parlare.»

« Ti ho già detto che non voglio ascoltarti,Zack vattene!»

« No,prima devi ascoltarmi!»

« Sentiamo!» dico facendo un gesto teatrale con la mano.

« Sono stato un coglione totale okay? Ho fottutamente sba-gliato a lasciarti sola quella mattina. Non avrei dovuto essere così egoista. Ho fatto di tutto per non pensarti, autoconvin-cendomi che tu per me non esistessi più.»

Mi asciugo le guance dalle lacrime.

« E cosa è cambiato ora Zack? Cosa ? »

« Ti amo Alex. » la mia mascella sta per toccare il pavimen-to,e sgrano gli occhi a trecento sessanta gradi.

« Cosa? » dico insicura.

« Ti amo .»

Gli getto le braccia al collo, e le nostre bocche si incontrano in un bacio passionale. Socchiudo le labbra,e in un attimo sento il suo sapore. Il sapore che mi mancava più di qualun-que altra cosa.

Sento la sua mano calda scendere sulla mia schiena. Prendo l'orlo della sua maglia e glia tiro su togliendogliela. Si sbot-tona i pantaloni e con un gesto li cala giù alle caviglie , per poi sfilarseli. Spingo la mano contro la sua nuca per baciarlo più intensamente. Porta le dita sul nodo della cintura di stof-fa. Sorride e con un gesto scioglie il fiocco,facendomi scen-dere l'accappatoio sulle spalle,per poi farlo cadere ai miei piedi. Prendo tra le dita l'elastico dei suoi boxer,e glieli sfilo. Cadiamo all'indietro sul materasso, e un sorriso mi cresce sulle labbra. Passa le mani tra i miei capelli,e io mi sento sempre di più la ragazza più felice di questo mondo. Passo le mani sulla schiena,e quando sento una sensazione familiare dentro di me gemo, urlando il suo nome. Sorride e mi bacia di nuovo. Gli sfioro le labbra con il pollice per poi baciarle di nuovo teneramente. Zack inizia ad ansimare,iniziando a mettere più passione nel bacio. Gli lascio una scia di baci sul collo,e metto la testa nell'incavo del suo collo e rido. Mi carezza la mascella, e fa scendere la sua mano fino alla coscia. La massaggia delicatamente,mentre continuiamo a baciarci. Immergo le mani nei suoi capelli tirandoli leggermente,facendolo gemere. Affondo le dita nella sua schiena,facendogli gridare il mio nome.

« Ti amo.» mi dice all'orecchio, solleva un attimo la testa,per guardarmi meglio, e poi torna al suo dolce attacco alle mie labbra. Mi sfiora le labbra con l'indice.

« Sei così bella .» sorrido, e riprende a baciarmi. La porta della mia stanza si spalanca,spezzando in mille pezzi la mia favola. Istintivamente io e Zack voltiamo la testa,e i miei genitori sono sulla soglia.

« Papà?» Urla Zack nel panico.

« Zack!» Risponde lui a tono .

Mia madre sgrana gli occhi.

« Cosa!» Esclamo, trasalendo.

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