CAPITOLO 3

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Entro nella stanza. Tutta la mia esitazione è scomparsa. Sono pronta!

Mi avvicino al lettino dove si trova un erudito, probabilmente il ragazzo che mi farà il test. Dico ragazzo perché secondo le mie ipotesi non ha più di 20 anni.

"Ciao. Io sono Kevin e sono qui per farti il test attitudinale che ti aiuterà a scegliere la fazione a cui apparterrai per il resto della tua vita. Ma immagino che questo lo sapevi già." mi dice sorridendo "Tu, piuttosto, come ti chiami? Dai vestiti immagino che tu sia un'erudita proprio come me."

"Sono Natalie." rispondo freddamente "Sapevo già tutto ma grazie lo stesso. Sei molto gentile. Posso farti una domanda?" gli chiedo mentre mi posiziono sul lettino.

"Certo." "Cosa ti ha portato a lavorare qui nel centro simulazioni? Nel senso, perché hai deciso di aiutare i ragazzi con il test attitudinale? Deve essere un tantino noioso.". Quella domanda mi esce spontanea, non so realmente perché sono interessata alla sua vita.

Kevin spalanca gli occhi sbalordito, poi sorridendo mi risponde "Vedi, mi piace aiutare i ragazzi in questi giorni così importanti. Io ero molto indeciso quando toccò a me e nessuno mi aiutò nella scelta.".

Si interrompe un attimo poi riprende "Come mai questa domanda?"

"Curiosità."rispondo con un sorrisetto malizioso. Non so perché ma quel Kevin mi ispira tantissima fiducia.

"Ora devi bere questo, così la simulazione avrà inizio. Buona fortuna!"

Bevo tutto d'un fiato il liquido blu che Kevin mi sta porgendo, e respiro lentamente. Solo ora mi accorgo che la parete di fronte a me è un enorme specchio. Ero così presa da Kevin e dalla mia ansia che non mi sono neanche guardata intorno. Che stupida!

Osservo lo specchio e mi accorgo che la simulazione è iniziata. La stanza è completamente vuota!

Mi alzo dal lettino e mi guardo intorno. Davanti a me ci sono un pezzo di carne e un coltello, e vicino c'è un cartello con su scritto"SCEGLI!!".

Oh no! Odio le scelte. Sbaglio sempre.

Così mi concentro e senza pensarci afferro entrambi.

All'istante mi trovo circondata da almeno cinque cani inferociti. "Che bella giornata!" penso ridendo tra me e me nervosamente.

Potrei lanciare la carne, oppure utilizzare il coltello, ma in questo caso i cani sono troppi. Mi sbranerebbero prima che ne abbia uccisi due.

Quindi lancio la carne. Funziona! I cani si raggruppano verso il cibo e si uccidono a vicenda, finché non ne rimane solo uno.

Mi guardo intorno attendendo la prossima prova. È divertente. In fondo è solo una simulazione.

"Hey bel cagnolino.". La voce proviene da una bambina che è appena apparsa dietro di me. È impazzita! Quel cagnolino non lo definirei proprio bellino.

Ma è troppo tardi. Il cane le si avvicina correndo, pronto per azzannarla, e io, senza pensarci, mi butto su di lui e lo colpisco con il coltello, sporcandomi di sangue.

Mi rialzo immediatamente per ripulirmi, ma il sangue è magicamente scomparso.

Ora non sono più nella stanza, sono in un mercato.

Mentre sono ancora disorientata, un uomo si avvicina a me e mi chiede con aria triste "Ti prego signorina, ruba qualcosa per me. Ho bisogno di mangiare.".

Rubare?Cosa? Non posso farlo. L'uomo però ha bisogno di me.

Rifletto per qualche secondo e poi mi dirigo verso una cesta piena di pane. Ne prendo uno con un scatto fulmineo, ma vengo vista da una donna che mi ferma con il braccio.

"Cosa stai facendo ragazzina?". È inutile mentire, non ha senso, mi hanno vista tutti.

"Stavo rubando un pezzo di pane per un signore affamato. Mi dispiace."

La signora mi guarda interdetta per alcuni secondi, poi velocemente afferra una pistola.

Cosa vuole fare?

Senza pensarci due volte, le strappo di mano la pistola e le sparo alla gamba prima che possa fare qualcosa per difendersi.

Dopodichè, con il sudore che mi imperla la fronte, punto la pistola sugli altri e mi guardo intorno.

La simulazione sta durando più del previsto ed è stranissima.

All'improvviso tutte le persone iniziano a sparire e la terra inizia a tremare.

Cosa sta succedendo? Scintille dai mille colori iniziano a sprizzare dal nulla e io chiudo gli occhi per evitare di rimanere accecata.

"Natalie, ti prego svegliati!!". La voce di Kevin.

Apro gli occhi e mi accorgo che è il suo braccio a scuotermi in quel modo.

La stanza è piena di fumo e la macchina del test sta sprizzando scintille.

"Come hai fatto?" mi chiede lui con fare stremato.

"Fatto cosa? Non ci capisco niente. Cosa è successo qui e com'è andato il test?".

Kevin mi porta in un angolo della stanza e mi dice: "Vuoi sapere com'è andata? Te lo dico subito. Sei risultata erudita, intrepida, candida,pacifica e abnegante.".

Il mio cuore smette per un attimo di battere. È impossibile.

"La simulazione non era preparata al tuo caso di divergenza e così la macchina è esplosa."

"Divergenza?"gli chiedo ancora tremando.

"Sì Natalie. Tu sei divergente, ovvero non appartieni a una sola fazione. Anche io lo sono, però non come te. I divergenti di solito appartengono a due o a tre fazione diverse, non a tutte. Sei un caso più unico che raro."

"Non capisco. Cosa faccio ora?" continuo in lacrime "Non ho nessun aiuto per la mia scelta."

"Quella è la cosa meno importante." replica Kevin preoccupato "Non devi dire a nessuno che tu sei una divergente. In molti danno la caccia alle persone come noi e ci vogliono uccidere perché siamo pericolosi per la nostra società. Non possiamo essere controllati e questo li spaventa. Ascolta Natalie, ora noi usciremo e diremo che la macchina è esplosa per un sovraccarico, e tu dovrai far finta di esserti sentita male ok?"

"Ok, ma se mi chiedono il risultato?"

"Tu rispondi erudita. È il risultato che ho inserito manualmente prima che la macchina esplodesse."

Annuisco lentamente e mi preparo a uscire. Devo mentire di nuovo ma questa volta ai miei amici, e questo sarà più complicato.



SPAZIO AUTRICE:                                                                                                            Spero che la storia vi piaccia. Commentate e ditemi cosa ne pensate.

Ciao :)

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